Massoterapia neuromuscolare: benefici e controindicazioni
La massoterapia neuromuscolare va ad agire su punti della colonna vertebrale che sbloccano tensioni e alleviano dolori. Scopriamola meglio.
> Che cos'è la massoterapia neuromuscolare
> Per chi è pensata la massoterapia neuromuscolare
> La legge in Italia e all'estero
> Le associazioni e gli organi di riferimento
Cos'è la massoterapia neuromuscolare
La massoterapia neuromuscolare è una tecnica di massaggio manuale di tipo dolce che va a sciogliere tensioni muscolari specifiche. Viene spesso chiamata anche "trigger points massage", letteralmente "massaggio dei punti grilletto" o della zona della miofascia, il tessuto connettivo che avvolge il muscolo e gli permette di spostarsi.
Con la massoterapia neuromuscolare si esercita una pressione, praticamente quasi statica, in questi punti morbidi del tessuto per andare a stimolare i muscoli scheletrici striati. I 'punti grilletto' sono scelti in quanto nodi energicamente raeattivi, specie di interruttori, aree localizzate estremamente irritabili, collocati all’interno di una fascia tesa di tessuto muscolare.
Se toccati o schiacciati possono provocare fastidio o dolore; sono dislocati su tutto il corpo, ma il massaggio trigger point coinvolge spesso solo il rachide, cioè dalla testa alla zona sacroiliaca, fin quasi sul gluteo.
Chi pratica la massoterapia neuromuscolare mira a riequilibrare il sistema nervoso centrale (il cervello, la colonna vertebrale e i nervi), assestandolo con la struttura e la forma del sistema muscoloscheletrico.
Come funziona?
Dopo un colloquio inziale che fa conoscere il paziente e i suoi disturbi, si va ad eseguire un massaggio delicato con leggera palpazione del rachide, con sfioramento di tipo diagnostico per rivelare l’eventuale presenza di punti trigger che si manifestano come nodulini, grappoli, masse rigide all’interno della zona muscolare.
Successivamente si esercitano movimenti pressori circolari con i polpastrelli su testa, collo, scapole, spalle, trapezio fino a giungere alla zona sacroiliaca, anche utilizzando un po’ di olio da massaggio. Poi solo su collo, scapole e braccia.
L’operatore si concentra quindi sui muscoli paravertebrali, i muscoli vicini alla colonna, con diverse posizioni delle mani e poi con le nocche delle dita a mano chiusa, esercitando delle piccole pressioni per distendere completamente la schiena. Ripartendo nuovamente dalla testa si procede con delle digitopressioni più profonde. Con i pollici, si tengono premuti i punti trigger e poi si lasciano andare, eseguendo movimenti circolari e strofinanture.
Dalla zona scapolare si continua verso gli altri muscoli della schiena e poi si scende fino al grande gluteo. Questo lavoro, ottimo per sciogliere i cumuli di tensione, insiste ovviamente sui punti trigger presenti. Il massaggio dura circa un'ora e si esercita con le dita, le nocche delle mani o i gomiti.
Una volta applicata in corrispondenza del dolore, la pressione non dovrebbe variare per un lasso di tempo che va dai 10 ai 30 secondi. Dopo che il muscolo è rilassato attraverso la terapia del massaggio, l'acido lattico verrà rilasciato e il muscolo dovrebbe iniziare a ricevere abbastanza sangue e ossigeno e a stare meglio.
La terapia neuromuscolare fa sentire dolore all'inizio, ma la pressione del massaggio andrà via via alleviando lo spasmo muscolare. A questo punto è estremamente importante comunicare con il massoterapista le sensazioni che si ricevono con la pressione, se la pressione è troppa, troppo poca, fa stare meglio o peggiora la situazione.
Il terapista ascolterà e risponderà in modo conseguente, tenendo conto del fatto che questo tipo di massaggio non deve causare mai un dolore eccessivo, ma un "dolore benefico". Una zona che può essere significativamente dolorante è quella lombo-sacrale, facilmente irrigidita con punti trigger attivi se si sta molto in piedi o ci si piega di continuo.
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Quali disturbi cura la massoterapia neuromuscolare?
Attraverso la conoscenza applicata dei trigger points, la terapia neuromuscolare va in aiuto per sistemare posture distorte, disfunzioni biomeccaniche, sindromi di compressione ai nervi, dolori alla schiena e ischemia.
Il massaggio neuromuscolare, così come altre metodiche riflessogene, è in grado, attraverso diversi meccanismi, di influenzare direttamente un connettivo alterato, di mettere in movimento meccanismi generali di regolazione dinamica del circolo sanguigno e di evocare impulsi nervosi e reazioni anche in organi molto lontani dalla zona di applicazione del massaggio.
Dopo poche sedute di massaggio le trazioni si allentano, i movimenti risultano più sciolti e il dolore scompare. quindi anche in caso di blocchi nervosi o compressioni e movimenti sbagliati in situazioni quotidiane come sollevare gli oggetti, giocare a golf o a tennis, usare la tastiera del computer.
Controindicazioni al trattamento possono essere: stati infiammatori acuti, malattie infettive, tumori maligni, neuro lesioni centrali, primi mesi di gravidanza; da evitare anche in caso di emorragie in atto, compresa la mestruazione. Anche in caso di disfunzioni rilevanti come scoliosi, ernie, discopatie o anche semplicemente infiammazioni del rachide, non ci sono i presupposti per il massaggio.
Per chi è pensata la massoterapia neuromuscolare?
Il massaggio neuromuscolare è indicato per tutte le situazioni in cui si presentano tensioni, dolori articolari e una minore ampiezza dei movimenti, accompagnati da rigidità, ipersensibilità e debolezza muscolare.
Il massaggio dona maggiore flessibilità al corpo, con una conseguente sensazione di benessere generale, facendo ritrovare la corretta postura ed eliminando i punti di tensione.
Per ottenere risultati significativi ci si dovrà sottoporre ad un ciclo di almeno una decina di sedute ma già dopo i primi massaggi si possono notare i primi benefici in termini di mobilità e agilità. Insieme al massaggio vanno comunque riviste e cambiate certe cattive abitudini, come quelle posturali, per esempio.
La legge in Italia e all’estero
Il massaoterapista che si occupa di massoterapia neuromuscolare è specializzato in kinesiologia, biomeccanica, fisiologia del sistema nervoso, muscolare e scheletrico e lavora spesso in ambiente clinico.
In italia il massoterapista, in quanto a denominazione, è una figura relativamente recente, venuta dopo molte altre, come massaggiatore, massaggiatore e capo bagnino, fisiokinesiterapista, massofisioterapista, terapista della riabilitazione.
Abrogate o cadute in disuso le vecchie figure professionali istituite attraverso atti legislativi dello Stato, le regioni - cui è delegata la formazione professionale, ad esclusione di quella relativa alle professioni sanitarie – hanno variamente legiferato in materia, ma in generale hanno limitato l’attività del massaggio all’ambito estetico e del benessere.
Tale professione è molto apprezzata e riconosciuta in altri paesi, come soprattutto gli Stati Uniti, ma anche Francia, Svizzera, Belgio, Germania, Svizzera, Austria.
Associazioni e organi di riferimento
In Italia esistono vari organi e associazioni che tutelano la professione del massoterapista, come per esempio AIM (Associazione Italiana Massoterapisti) che riporta l'elenco delle scuole accreditate e molte altre informazioni utili. The American Academy of Pain Management riconosce questa forma di massaggio come un trattamento di cura a tutti gli effetti per il dolore alla schiena causato da trauma lieve dei tessuti.
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