Il vuoto del cuore nel taoismo
Michael Ende in "Momo" ha scritto: "Perché il tempo è vita. E la vita dimora nel cuore." Nel taoismo il Vuoto del Cuore è uno stato psicofisico preciso, auspicabile, qualcosa cui tendere. Vediamolo nel dettaglio
Vuoto del cuore: questa espressione nell'ottica taoista non assume una valenza negativa o è emblema di un cuore chiuso e di una generosità negata. No, nel taoismo questa è una condizione di grazia e forza insieme.
Tendere verso il Vuoto del Cuore nel taoismo vuol dire, cercare di fare il bianco dentro di sé, cercare quella pulizia interiore che illumina anche l'esterno.
Le vie del vuoto del Cuore
Le vie per il Vuoto del Cuore sono tre, si intersecano ma sono ben distinte:
- il non desiderare (wu yu);
- il non conoscere (wu zhi);
- il non agire (wu wei).
Il non desiderare potremmo chiarirlo con le parole di Tiziano Terzani, che spesso ci ha invitato a digiunare dalla bramosia, digiunare da desideri che non sono in noi ma ci vengono creati dall'esterno. Con il concetto di non conoscere ci addentriamo nell'ambito degli ossimori tanto cari ai taoisti. Non conoscere sta per "conoscere senza conoscere".
In altre parole, per dirla coi nostri latini: "vita magistra vitae". La vita è maestra di vita. Non si conosce per pura erudizione o bramosia intellettuale. Si conosce grazie all'esperienza, non si devono cercare le spiegazioni, non si deve essere affamati di conoscenza fine a se stessa.
Provare a capire la vita a ogni costo determina insoddisfazione, allontanamento dalla semplicità e dall'ascolto verso noi stessi.
Quanto al wu wei, pensiamo al movimento puro che è nell'acqua. L'acqua si muove, costantemente. Questa è la lezione più grande che la natura possa darci. Fare come lei significa imparare che il ristagno non genera cambiamento. Il cambiamento è qualcosa da assecondare, qualcosa che ci rivela la nostra vera natura: siamo duttili.
Azione senza azione significa concepire la vita come un organismo. Il non-agire si innesca laddove l'umano cerca la connessione con se stesso, gli ambiente e gli altri. Non è prigizia o passività.
Lao Tzu spiegava che se ci sentiamo parte del tutto la nostra coscienza si espande, sviluppiamo intuizione, senza sforzo. Uno strumento potentissimo per orientarsi in questo senso è la meditazione. Quando coltiviamo il wu-wei, il tempo prende un'altra forma. Il mio maestro in New Mexico ripeteva spesso questa frase di Lao Tzu: "Deal with the small before it becomes large." Prenditi cura di ciò che è piccolo, preparati, non fare in modo che cresca senza controllo.
Non resta che capire per quale ragione dovremmo fare questo vuoto sacro. Perché se il cuore è vuoto l'amore può entrare. Da vuoto a pieno e poi di nuovo vuoto (darlo agli altri). Viene in mente una frase di Sant'Agostino: "Non ti accorgi che hai perso quello che non hai donato?"
In questo processo importantissimo - l'unico vero processo, si direbbe - cresce anche la nostra capacità di vedere nel nostro cuore. Se il cuore è trasparente, ne vediamo il fondo, ne percepiamo il piccolo Shen, che ci indica la strada, la direzione. Il cuore diventa allora la "bussola per la gioia".
Il cuore in Medicina Cinese (MTC)
In medicina tradizionale cinese il cuore (Xin) ha la carica di signore e padrone, possiede la luminosità dello Shen. Radice della vita, movimento stesso di quell'energia vitale che si riflette sul viso. Il cuore in MTC è il più importante degli Zang, viene associato alla figura dell'Imperatore, ovvero il legame tra essere umano e Cielo, il divino.
L'ideogramma del Cuore somiglia a una ciotola vuota che accoglie ciò che gli giunge dall'alto senza mai riempirsi. Lo Shen è il soffio, l'energia accolta nel Cuore e che armoniosamente distribuisce nell'essere umano. In altre parole questo organo è il centro dell'animazione dell'individuo e la sua guida.
La sua funzione si svolge in primo luogo attraverso il Ministro del Cuore, che porta le emozioni e i principi nutritivi attraverso il Sangue e gli altri quattro Zang, ognuno dei quali è dimora di un aspetto dello Shen.
In agopuntura anticamente si diceva che il Meridiano del Cuore avesse solo un punto di agopuntura, ovvero il settimo punto del meridiano (7 Ht) che si chiama "Shen Men", che significa "porta dello spirito " o "Porta dello Shen". Ovviamente il riferimeno e il modo di dire era evocativo stava a simboleggiare quanto nel cuore c'è la porta che ci conduce ad ascoltare lo spirito.
Aprire quel destino, tenerlo in mano e svolgerlo nella sua bellezza è un andamento che dipende dall'intenzione del singolo. Non si compie miracolosamente (anche se vicinanza con episodi di nascita o morte accelerano il processo), non è qualcosa che qualcun altro può spalancare per noi, ma è legato in modo stretto alla nostra disposizione ad ascoltare.
In Medicina Cinese, il Cuore controlla la sudorazione, è collegato al sonno e ai sogni e il suo stato di salute si può leggere sulla lingua, come del resto anche per gli altri organi del corpo umano.