Disturbi della menopausa
Com' è possibile che la natura si sia dimenticata di donare alle donne la capacità di vivere in modo naturale la menopausa?
La problematica relativa alla menopausa è un’ ottimo esempio dell’ approccio tipico della medicina occidentale, focalizzato sulla malattia anziché sulla salute e il benessere dell’ individuo. In questo caso uno stato fisiologico naturale, ossia la cessazione delle mestruazioni, è definito come disturbo da trattare necessariamente mediante la somministrazione di farmaci. Sembra quasi che se le donne non assumono estrogeni perdono la loro femminilità e di conseguenza il loro valore all’ interno della società.
Fortunatamente molte donne non la pensano così, e gli studi hanno dimostrato che le terapie ormonali sostitutive implicano percentuali di rischio per la salute estremamente elevate. Per tali donne di buon senso, la menopausa inaugura un periodo di libertà dal ciclo mestruale e prelude alla saggezza. Non è una coincidenza, infatti, che le donne che si rifiutano di considerarsi “malate” lamentino un numero decisamente inferiore, o talvolta nessuno, di problemi solitamente associati a tale cambiamento esistenziale.
L’atteggiamento mentale riveste un ruolo considerevole nella risposta fisica alla menopausa, può essere quindi d’ aiuto capire esattamente i cambiamenti in atto. Questi possono manifestarsi diversi anni prima dell’ entrata effettiva in menopausa, con cicli irregolari oppure mestruazioni particolarmente abbondanti o scarse. La natura invia dei segnali chiari e molto efficaci ed offre un’opportunità preziosa per prepararsi emotivamente e fisicamente al passaggio più rilevante che dovrà avvenire. Durante la premenopausa, le ovaie smettono di ovulare con regolarità e ciò segna l’ inizio dei mutamenti del ciclo mestruale nonché la comparsa di alcuni sintomi, come le vampate di calore.
La menopausa vera e propria inizia tra i quarantacinque e i primi cinquant’ anni, quando le ovaie cessano di produrre quantità considerevoli di estrogeni e progesterone, anche il ciclo mestruale cessa. L’ inizio della menopausa viene collocato a un’ anno di distanza dall’ ultima mestruazione.
Le reazioni della donna variano in modo considerevole; alcune accettano il cambiamento senza nessun problema, altre lamentano disturbi, quali vampate di calore, secchezza vaginale, palpitazioni, sbalzi d’ umore, ansia, depressione. Il calo e la fluttuazione dei livelli degli estrogeni sono responsabili di tutte queste modificazioni fisiche e psichiche definite nel complesso "sintomi della menopausa".
Aiutarsi a tavola
Se la donna è in salute, attiva e ben nutrita, le ghiandole surrenali solitamente rispondono alla menopausa producendo dei precursori ormonali, come il pregnenolone e il deidroepiandrosterone, che vengono convertiti in estrogeni, progesterone e testosterone. Nella dieta non devono mai mancare vegetali, cereali integrali, legumi, verdure fresche e frutta. Tali alimenti contengono fitosteroli, ovvero nutrienti tipicamente reperibili in natura con l’effetto bilanciante sugli ormoni. Le donne giapponesi sono il classico esempio di come una corretta alimentazione possa diminuire e spesso annullare gli spiacevoli inconvenienti della menopausa, queste donne fanno un largo uso di tofu (soia), miso, semi di lino e trifoglio rosso che costituiscono eccellenti fonti di fitoestrogeni. I fitoestrogeni contengono antiossidanti, componenti che proteggono le cellule dai danni causati dai “radicali liberi”, ritenuti responsabili di dare avvio a diverse forme di cancro e a invecchiamento precoce. Questo dovrebbe farci capire che è inutile intossicare il nostro organismo per anni con cibi spazzatura e poi lamentarsi se i farmaci per il trattamento dei sintomi della menopausa che si assumono, hanno effetti collaterali devastanti. Alcuni dati: aumento del 29% di cardiopatie, del 26% di tumori al seno, 41% di ictus celebrale, 113% di trombosi polmonare, sulla bilancia dei rischi/benefici c’è un piatto che pesa troppo!
Per ridurre l’insorgenza di malattie cardiocircolatorie (sempre correlate alla menopausa) e non solo, bisogna ridurre drasticamente il consumo di carni rosse e altre fonti di grassi saturi (vedi acidi grassi idrogenati che hanno un elevato contenuto di acidi grassi trans, purtroppo secondo la legge sono ancora considerati un’ alimento…) oltresì la carne che si decide di portare a tavola, dovrebbe essere priva di ormoni per evitare di indurre, ironia della sorte, uno squilibrio ormonale.
Tra gli altri alimenti mal tollerati vi sono la caffeina e l’ alcol che aggravano le vampate di calore, anche le bibite gassate che sottraggono calcio all’ organismo è meglio evitarle, considerando che tra le patologie che possono insorgere o aggravarsi durante la menopausa c’è proprio l’ osteoporosi (vedi articolo di maggio).
Quindi è consigliabile seguire un regime alimentare equilibrato, basato su un maggior apporto di fibre e a bassa percentuale di acidi grassi saturi. Ottimi i prodotti fermentati come il kefir, crauti, semi germogliati, pane preparato con farine naturali macinato a pietra e a lievitazione naturale, la frutta meglio se di stagione e biologica, ma non ci sono particolari indicazioni sulla sua scelta, resta sempre valido il consiglio di una continua rotazione degli alimenti.
La via naturale
A parte la soia, pianta oramai a tutti nota, particolare rilievo ed attenzione hanno avuto negli ultimi tempi gli studi sul trifoglio rosso, che risulta essere una fonte concentrata di composti fitoestrogenici. Il fitocomplesso della pianta è infatti caratterizzato principalmente da sostanze di natura isoflavonica, ritenute responsabili del profilo farmacologico della pianta: formononetina e biocianina, genisteina e daidzeina. La biocianina A, nell'organismo, viene trasformata in genisteina che è uno dei fitoestrogeni più conosciuti al momento, e la formononetina in daidzeina.
Molteplici studi clinici, effettuati su migliaia di donne per valutare l’efficacia di queste terapie naturali, sono stati di rilevanza internazionale e hanno trovato spazio sulle più prestigiose riviste medico-scientifiche, arrivando a dimostrare un effetto positivo sia sui sintomi, che sul mantenimento della densità ossea, e sull’abbassamento del livello del colesterolo.
Altro dato importante però di questi studi è stato quello inerente il profilo di tossicità e sicurezza di queste terapie naturali. Nel caso degli isoflavoni di soia, questi ultimi, assunti anche per anni alla dose media di 80 mg /die, hanno mostrato un eccellente tollerabilità e assenza di effetti indesiderati.
Tra le altre piante utilizzate troviamo la Cimicifuga, Hamamelis virginiana, Ginko biloba ma la scelta e strettamente legata al soggetto e hai disturbi che lamenta. Buona Vita!
Scopri anche i rimedi omoepatici contro i disturbi della menopausa
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