Carbone attivo per sbiancare i denti: bufala o verità?
Quanto a lungo vi siete soffermati sui video che mostrano questo impasto nerognolo con cui si lavano i denti le ragazze che ne fanno pubblicità, terminando con un sorriso incredibilmente bianco e splendente? Il carbone attivo per sbiancare i denti funziona davvero o è l'ennesima bufala commerciale? Scopriamolo insieme.
Carbone vegetale attivo, cos'è
Noto anche come carbone attivato, il carbone vegetale attivo si vede spesso venduto in parafarmacie, erboristerie o supermercati sotto forma di compresse.
Si tratta di una polvere nera di origine naturale, ottenuta dal legname di varie specie arboree diverse tra loro, solitamente pioppo, salice e betulla.
Il prodotto che si ottiene deriva dal legno sottoposto ad un processo di carbonizzazione a temperature altissime, circa 600° e più, in assenza di ossigeno. Viene solitamente prescritto come rimedio naturale in caso di gonfiore addominale, cattiva digestione, meteorismo, aerofagia e anche in casi di avvelenamento da certe sostanze, per l'elevata capacità assorbente e azione disintossicante. Non si tratta comunque di un prodotto di automedicazione: è sempre bene sentire il parere del medico prima di iniziare ogni trattamento.
Carbone attivo, dentifricio naturale?
Tra le ultime e non ultime novità inerenti all'uso dei rimedi naturali per la cosmesi e la bellezza dei denti, vi sarebbe anche l'impiego di carbone attivo vegetale e di composti che lo contengono.
Esistono infatti in commercio molti dentifrici che contengono carbone vegetale attivo, dall'accattivante packaging nero e dall'impressionante pasta scurissima, spesso nemmeno troppo economici, con un prezzo che va dai 5 ai 25 euro circa per dentifricio.
Ultimo ritrovato anche un vasetto che contiente olio di cocco - già usato per l'oil pulling - e carbone vegetale insieme. E c'è chi persino osa il fai da te, sminuzzando e triturando il carbone attivo e passandoselo sui denti umidi: ma vediamo se questi rimedi funzionano davvero.
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Carbone attivo, il parere dei dentisti
Se da un lato c'è l'elevata capacità assorbente del carbone vegetale, che può dunque contribuire a trattenere, portando via placca, tartaro e altre sostanze che rovinano e intaccano il bianco naturale dei denti, dall'altra c'è l'azione abrasiva del prodotto, che non è assolutamente da sottovalutare.
I dentisti infatti dicono di fare attenzione e sconsigliano l'uso scorretto di prodotti come il carbone vegetale o il bicarbonato di sodio, perchè a lungo andare potrebbero rovinare in modo permanente lo strato naturale dello smalto dei denti, non solo facendo emergere la patina giallognola sottostante, ma anche indebolendoli e portando gli stessi a scheggiarsi o rompersi con maggiore facilità.
Secondo quanto pubblicato da Jada (Journal of American Dental Association) non ci sono prove scientifiche che dimostrino l'efficacia di tali prodotti per la pulizia e lo sbiancamento dentale.
Se infatti è vero che anche i dentisti usano il bicarbonato per la pulizia dei denti, è vero che sanno come usarlo, quanto tempo soffermarsi su ogni singolo dente, quali strumenti e quali movimenti effettuare, al fine di pulire anche le tasche parodontali.
Forse, e certi siti di igiene dentale lo sottolinano, è sempre meglio affidarsi a erbe come la salvia che, grazie alla sua composizione chimica - acido carnosico, acidi fenolici, flavonoidi e salvina - che favorisce lo sbiancamento dei denti in modo non aggressivo e naturale, abbinando anche un effetto antibatterico, profumante e disinfettante.
Foto: salamiss / 123RF Archivio Fotografico
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