La fioritura anticipata dei ciliegi di Kyoto
Il climate change si manifesta in tanti modi, anche inaspettati. Tra questi c’è anche l’insolita fioritura dei ciliegi in Giappone a marzo e non più ad aprile.
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Lo spettacolo della fioritura dei ciliegi a Kyoto
La fioritura dei ciliegi in Giappone è uno degli spettacoli naturali più osannati al mondo, e per capire il motivo basta guardare qualche immagine dei suoi meravigliosi colori.
L’hanami, cioè la contemplazione degli alberi in fiore (detti sakura), è una tradizione millenaria ormai divenuta anche attrazione turistica: alla vigilia del Covid-19, circa 63 milioni di stranieri visitavano il paese del Sol Levante apposta per godersi questo spettacolo, con un giro d’affari di circa 2,7 miliardi di dollari.
Uno dei luoghi più rinomati è il parco Maruyama di Kyoto, dominato da un monumentale ciliegio piangente (shidarezakura). Lì migliaia di persone ogni anno prendono una pausa dai ritmi frenetici della metropoli e si ritrovano per contemplare i colori della primavera consumando un picnic.
Oggi il Paese è pressoché blindato per le restrizioni legate alla pandemia, ma nei parchi principali sono state posizionate telecamere che permettono di seguirlo in streaming.
Verrebbe spontaneo pensare che questa tradizione che affonda le sue origini nella notte dei tempi sia destinata a ripetersi, sempre uguale a sé stessa, ogni primavera. Eppure, nemmeno la fioritura dei ciliegi è immune alle conseguenze del climate change.
Un hanami anticipato nella città di Kyoto
Visto che i giapponesi e gli stranieri sono pronti a sostenere lunghi viaggi per godersi la natura nel pieno del suo splendore, ogni anno vengono messe a punto previsioni molto attendibili sulle date esatte dell’inizio e del picco della fioritura. Solitamente il calendario comincia dalla zona di Osaka per poi spostarsi man mano più a nord.
Il periodo tipico per l’hanami è l’inizio di aprile, ma scandagliando il registro storico si nota come si sia spostato sempre più verso il mese di marzo. Fino ad arrivare a quest’anno, in cui il picco della fioritura nella città di Kyoto è stato registrato il 26 marzo. Bisogna tornare indietro di circa 1.200 anni per trovare una data più precoce; è stato battuto di un giorno anche il record del 1409.
Col climate change la primavera arriva prima
Anche in questo caso, purtroppo, non si tratta di una casualità ma di una chiara dimostrazione dei cambiamenti climatici in corso.
“Il registro della fioritura dei ciliegi a Kyoto ha un incredibile valore per la ricerca sul climate change a causa della sua durata e del fatto che i fiori siano molto sensibili alle temperature primaverili. Tipicamente, la fioritura avviene in anticipo quando le primavere sono più calde”. Sono le parole di Benjamin Cook, ricercatore della Columbia University, riportate dal Washington Post.
“A partire dall’Ottocento, l’aumento delle temperature ha portato a una costante tendenza alla fioritura precoce che continua fino ai nostri giorni”, continua. “In parte questo riscaldamento è dovuto ai cambiamenti climatici, in parte può trattarsi di un effetto ‘isola di calore’ a cui ha contribuito la crescente urbanizzazione dell’ambiente nel corso degli ultimi due secoli”.