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Bonus bicicletta: come funziona

Buone notizie per i ciclisti urbani: dal 3 novembre si può chiedere il tanto atteso bonus per l’acquisto di biciclette, tradizionali e a pedalata assistita. Scopriamo come funziona e chi ne ha diritto.

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©jakkapan- 123rf.com

Mediante il cosiddetto “decreto rilancio” (decreto legge 19 maggio 2020, n. 34), l’esecutivo guidato da Giuseppe Conte intende ridare slancio all’economia italiana, duramente provata dalla lunga emergenza sanitaria legata al coronavirus. Tra le centinaia di pagine del testo c’è anche una misura che farà molto piacere agli appassionati di mobilità green: l’attesissimo bonus bicicletta.

 

Il 3 novembre, a 60 giorni di distanza dalla pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale, sarà possibile inoltrare le richieste. Scopriamo insieme come funziona, facendo riferimento alle informazioni ufficiali diffuse dal ministero dell’Ambiente.

 

Chi ha diritto al bonus bicicletta

L’intento del governo è quello di decongestionare la mobilità nei grandi centri urbani, scongiurando tanto i pericolosi sovraffollamenti dei mezzi pubblici quanto l’uso eccessivo dell’auto privata, con tutto ciò che comporta in termini di traffico e inquinamento. 

 

Ecco perché possono richiedere il bonus soltanto i maggiorenni che hanno la residenza (e non il domicilio):

 

  • Nelle dieci città metropolitane (Roma Capitale, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria);
  • nei capoluoghi di Regione e di Provincia;
  • in qualsiasi altro Comune con più di 50mila abitanti;
  • nei Comuni delle città metropolitane, anche se hanno meno di 50mila abitanti. Ciò significa, per esempio, che una persona residente a Melzo (18mila abitanti) ha diritto al bonus, perché è in provincia di Milano; viceversa, una persona residente a Caltagirone (37mila abitanti) non ne ha diritto, perché è in provincia di Catania che non è Città Metropolitana. 

 

Cosa si può acquistare con il bonus bici

Il “buono mobilità” copre fino al 60% della spesa sostenuta per l’acquisto di un mezzo, fino a un tetto di 500 euro. Chi spende 300 euro per una bici tradizionale, dunque, si vedrà rimborsare 180 euro; chi invece investe 1.700 euro in una bici a pedalata assistita otterrà lo sconto massimo pari a 500 euro.

 

Il contributo ha valore retroattivo, perché può essere richiesto per gli acquisti effettuati dal 4 maggio (prima dell’entrata in vigore del decreto) al 31 dicembre 2020. Ciascuno ne ha diritto soltanto una volta e per un’unica destinazione d’uso: chi compra una bicicletta elettrica a giugno, quindi, non potrà poi fare una nuova richiesta a novembre se decide di sostituire anche la sua vecchia bici tradizionale.

I mezzi ammessi sono:

  • Biciclette tradizionali o a pedalata assistita, nuove o usate
  • handbike, anch’esse nuove o usate; 
  • “veicoli per la mobilità personale a propulsione prevalentemente elettrica”: in questa categoria rientrano monopattini elettrici, hoverboard, segway e monowheel;
  • “servizi di mobilità condivisa a uso individuale”, come bike sharing e scooter sharing (resta escluso, chiaramente, il car sharing). Dal 4 maggio al 2 novembre questi ultimi si possono acquistare presso qualsiasi rivenditore in Italia, facendosi rilasciare la fattura o una ricevuta valida ai fini fiscali. Dal 3 novembre al 31 dicembre invece per aver diritto al bonus bisognerà rivolgersi solo ai fornitori presenti nella lista che verrà resa disponibile dal ministero. 

 

Come si chiede il bonus bicicletta

Nel concreto, però, come si chiede quest’agevolazione? A partire dal “giorno X”, il 3 novembre 2020, i cittadini si potranno registrare a un’apposita applicazione web con le loro credenziali SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale). A quel punto potranno scegliere fra due strade: 

 

  • Chi ha già comprato un mezzo nel periodo tra il 4 maggio e il 2 novembre potrà chiedere il rimborso, allegando la fattura o la ricevuta fiscale;
  • chi invece effettuerà l’acquisto dal 3 novembre in poi potrà generare un buono spesa digitale da presentare al negozio, evitando così di dover anticipare. Basterà specificare nell’applicazione qual è il mezzo o il servizio scelto. Il negoziante quindi incasserà dal cliente soltanto il 40% del prezzo, per poi ricevere l’altro 60% dal governo.

 

Non è indispensabile recarsi di persona in un punto vendita, perché sono validi anche i documenti fiscali rilasciati dagli e-commerce.

 

Attenzione, però: come specifica chiaramente il ministero dell’Ambiente, “il rimborso avverrà nei limiti delle risorse disponibili”. Chi è davvero interessato, quindi, farebbe bene a cogliere al volo quest’opportunità!