Brand e sostenibilità nel 2020
Di anno in anno, la sostenibilità è presente in modo sempre più decisivo nelle strategie dei grandi brand. D’altronde, a pretenderlo siamo noi consumatori.
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La riscossa dei temi ambientali
I grandi brand iniziano a prendere sul serio il tema della sostenibilità. Questa transizione è evidente soprattutto quando si prendono in esame i marchi B2C, cioè quelli che si rivolgono direttamente al consumatore finale. Un consumatore sempre più esigente, attento, critico.
Ormai le fiere e i congressi di settore sono quasi monopolizzati da panel dedicati a temi come la tracciabilità, la CSR, la sharing economy, la trasparenza e così via. Tutta questa vivacità dimostra che le aziende hanno la necessità di cambiare rotta e sono pronte ad acquisire (o sviluppare) le competenze necessarie.
Lo sostiene un’analisi pubblicata da Forbes, che fa il punto sui grandi progressi che sono stati raggiunti in un lasso di tempo molto veloce e anticipa i trend che ci dobbiamo aspettare da questo 2020 appena cominciato.
I clienti esigono la sostenibilità
Se le aziende cambiano strategia, è anche perché i loro clienti lo impongono. Da uno studio recente, condotto da Ibm e Nrf (National Retail Federation) intervistando quasi 19mila persone in 28 Paesi, emergono dati molto significativi:
> il 41% del campione è costituito da “value-driven consumers” che vanno alla ricerca di prodotti capaci di migliorare la loro qualità della vita, con un vantaggioso rapporto qualità/prezzo. Difficilmente questo segmento è disposto a cambiare abitudini d’acquisto per ridurre il proprio impatto ambientale;
> un altro 40% è rappresentato dai “purpose-driven consumers”, che ci tengono ad acquistare dai brand che meglio rispecchiano i loro valori e contribuiscono in positivo al loro benessere. Anche a costo di spendere un po’ di più;
> oltre 7 consumatori su 10 ritengono “molto o abbastanza importante” che i brand propongano prodotti “puliti”, siano responsabili a livello sociale e ambientale, usino materiali naturali e contribuiscano al riciclo.
Le promesse di dieci grandi brand
L’articolo di Stacey Widlitz fa il punto sugli impegni assunti da dieci brand noti in tutto il mondo:
> Levi’s ha già adottato (e condiviso con gli altri player del settore) una ventina di tecniche di rifinitura che riducono il consumo di acqua;
> American Eagle promette di diventare carbon neutral entro il 2030;
> Groupe Casino incoraggia i clienti ad acquistare i prodotti quando si avvicina la loro data di scadenza;
> Stella McCartney ha messo a punto un manifesto programmatico sulla moda sostenibile, in collaborazione con l’Onu, e ha lanciato una piattaforma open source in cui condividere dati, informazioni e ricerche con i giovani designer;
> Lush ha ridotto considerevolmente l’utilizzo di packaging;
> H&M punta molto sulla “conscious collection”, i cui capi sono realizzati almeno al 50% con materiali sostenibili;
> Allbirds, brand di scarpe fondato nel 2014, si focalizza sui materiali naturali;
> Reformation suddivide i prodotti in cinque categorie sulla base del loro impatto ambientale;
> Toms, tra i pionieri nel campo della responsabilità sociale, ha lanciato la campagna Stand for Tomorrow a sostegno dei senzatetto e dell’empowerment femminile;
> Ikea entro il 2030 userà soltanto materiali rinnovabili e riciclati e ridurrà del 70% l’impronta ambientale media dei prodotti.