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Cittaslow: la città secondo la lentezza

Nel mondo esistono 208 città appartenenti alla rete internazionale delle "slowcities", un movimento che unisce città medie e piccole accomunate dalla stessa filosofia basata sulla sostenibilità e sul buon vivere. Ve ne parliamo in quest’articolo

Cittaslow: la città secondo la lentezza

Una città di piccole o medie dimensioni dai ritmi di vita rilassati e in cui i suoi abitanti sembrano vivere in perfetta armonia con l’ambiente naturale circostante e prediligono il consumo di prodotti locali, potrebbe essere denominata a tutti gli effetti una cittaslow.

Questi, infatti, sono alcuni dei parametri che rendono una città degna di essere parte di Cittaslow, movimento fondato in Italia nel 1999 da quattro sindaci insieme a Slow Food. Tra le caratteristiche di questo movimento vi è il rifiuto di alcune tendenze negative del processo di globalizzazione in cui sono immerse le nostre città, come la scomparsa delle tradizioni locali, l’omogeneizzazione culturale, il consumismo.

Altre tendenze di una certa globalizzazione, definita “buona”, invece, sono accolte dal movimento tanto da costituirne la sua essenza. Ne è un esempio la creazione di una rete internazionale delle città del buon vivere, che a dicembre 2015 era composta da 208 città distribuite in 30 paesi in tutto il mondo. 

Il movimento cittaslow non solo promuove il benessere delle generazioni presenti grazie ai valori della lentezza e del buon vivere, ma presenta anche un modello alternativo e sostenibile di vita urbana che potranno adottare le future generazioni. Per questo vale la pena conoscerlo e, se non si vive propriamente in una cittaslow, cercare una nicchia “slow” dentro la propria città.  

 

Come ottenere il titolo di cittaslow

Il titolo di Cittaslow, che dura inizialmente tre anni e può essere rinnovato, viene concesso ai comuni con meno di 50.000 abitanti, a condizione che non siano capoluogo di provincia e che rispettino lo statuto e il regolamento di adesione del movimento.

Le città che desiderano avere questo titolo devono seguire un processo di certificazione su 6 macroaree (politiche ambientali; infraestruttura per l’energia e la mobilità; politiche sociali, consapevolezza, inclusione; accoglienza slow; produzione agricola) e ben 52 requisiti di qualità.

Bisogna dire che paradossalmente le cittaslow che hanno ottenuto questo titolo, ad oggi, si trovano in Paesi che hanno raggiunto un certo grado di sviluppo economico come Francia, Germania, Olanda, Svezia, Svizzera, Polonia, Regno Unito, Spagna, Stati Uniti, Turchia, Sud Africa, Corea del Sud.

Si tratta, quindi, di città in Paesi tutt'altro che slow, in cui sono giunti pregi e difetti dello sviluppo occidentale e da cui le cittaslow traggono quelle risorse che più possono beneficiare uno stile di vita sostenibile (pensiamo per esempio alle innovazioni tecnologiche in materia energetica dei Paesi nordeuropei).

 

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Riscoperta della lentezza

La lentezza come filosofia di vita è il cuore fondante di cittaslow che, insieme ad altre iniziative come Slow Food e Slow Medicine, è parte integrante del Movimento Slow.

Nel Manifesto di cittaslow si legge: “Vivere in una città slow, ma anche amministrarla, vuol dire mettere al centro la lentezza come valore, dare senso compiuto e concretezza alla rivoluzione temporale di chi, per storia, cultura e ambiente, ha resistito e resiste alle accelerazioni del Ventunesimo secolo, armonizzare i tempi storici con i tempi moderni, le ragioni della natura con quelle della cultura e dell’eco-nomìa”

Lentezza è dunque sinonimo di armonia tra passato storico e presente, così come tra gli aspetti naturali, culturali ed economici, ma è anche sinonimo di resistenza nei confronti di un presente dai ritmi serrati e poco sostenibile.

 

Quali sono le cittaslow italiane?

Le città italiane che fanno parte della rete sono davvero numerose, per cui ve ne citiamo solo alcune: Abbiategrasso, Acquapendente, Amalfi, Anghiari, Caiazzo, Città della Pieve, Civitella in Val di Chiana, Montefalco, Orvieto, San Gemini, San Miniato, Sperlonga, Todi, Tolfa.

Si può vedere la lista completa delle cittaslow nazionali e internazionali.

Se sei interessato a conoscere più a fondo attività, eventi e luoghi di cittaslow puoi visitare la pagina ufficiale del movimento, oppure leggere il libro scritto da Rur (Rete Urbana delle Rappresentanze), “Cittàslow: dall’Italia al mondo. La rete internazionale delle città del buon vivere”, Franco Angeli, 2012. 

 

Slow Medicine, i principi della medicina sostenibile