Copenhagen e la lotta al climate change
Trasporti pubblici efficienti, mobilità ciclabile, nuove tecnologie, energia eolica: è la ricetta di Copenhagen per combattere il riscaldamento globale.
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L'esempio virtuoso di Copenhagen
Recentemente tutti gli occhi del mondo si sono rivolti allo sciopero della giovane attivista Greta Thunberg e al global strike for future, la protesta contro la classe politica che non ha ancora preso abbastanza provvedimenti per limitare il nostro impatto negativo sul Pianeta.
Ma i politici del mondo occidentale sono davvero tutti così insensibili al tema del riscaldamento globale? Per fortuna, ci sono anche degli esempi positivi. Come il sindaco di Copenhagen che, con l'amministrazione al seguito, ha dato il via a una serie di iniziative all'avanguardia.
Qualche soluzione dalla Danimarca
“Siamo direttamente responsabili delle nostre città e dei nostri cittadini, e questi si aspettano azioni da noi” ha affermato pubblicamente Frank Jensen, primo cittadino della capitale danese.
La municipalità, spiega il New York Times, ha cominciato a lavorare su tre grandi aree: i trasporti pubblici e privati, i sistemi di riscaldamento delle case e la gestione dei rifiuti:
> quando aprirà la nuova linea della metropolitana, entro la fine di quest'anno, la stragrande maggioranza dei residenti abiterà a meno di 650 metri di distanza da una stazione;
> il 43% degli abitanti di Copenhagen si reca a scuola o al lavoro in bicicletta, approfittando della fitta rete di piste ciclabili, senza farsi scoraggiare dalle frequenti giornate di vento e pioggia;
> famose sono le turbine eoliche che oramai fanno parte del panorama cittadino locale, specie sul lungomare;
> il riscaldamento degli edifici è alimentato dall'energia prodotta da un inceneritore hi-tech;
> alcune delle centrali elettriche della città sono state riconvertite dal carbone al pellet, che arriva dai Paesi baltici. Si tratta però di una delle scelte più discusse, perché la combustione del legno genera pur sempre delle emissioni, anche se vengono ripiantati nuovi alberi al posto di quelli abbattuti;
> con un investimento di 660 milioni di dollari, in città è stato aperto un termovalorizzatore a forma di piramide di 85 metri d'altezza, che porta la firma del noto architetto Bjarke Ingels e comprende anche una pista da sci.
I risultati per adesso parlano chiaro: investendo in innovazione ed educazinoe, Copenhagen è riuscita a ridurre le emissioni di CO2 del 42% rispetto ai livelli del 2015, soprattutto grazie alla transizione tra le fonti fossili e le energie rinnovabili.
La difficile lotta a favore del clima
Jensen ci tiene a sottolineare quanto possa rivelarsi difficile il lavoro di un sindaco.
Da un lato deve relazionarsi con una cittadinanza che spesso va educata al rispetto del Pianeta; anzi, c'è una fascia di popolazione che proprio non ne vuol sapere di rinunciare ai propri privilegi e alle proprie comodità.
Quando si affronta una transizione così radicale, non è soltanto merito di un'amministrazione che impone le scelte dall'alto: i veri protagonisti sono i cittadini, chiamati a scegliere uno stile di vita più consapevole.
Se le persone continuano a muoversi in auto anche quando hanno a disposizione valide alternative, se non riducono il consumo di carne provenente dagli allevamenti intensivi, se continuano ad acquistare oggetti inutili o superflui all'insegna del consumismo più sfrenato, le buone intenzioni dell'amministrazione sono destinate a rimanere solo sulla carta.
Dall’altro lato, il sindaco deve scendere a patti con le autorità centrali, che hanno il compito di sostenere un sistema economico in cui i combustibili fossili, nonostante tutto, giocano ancora un ruolo cruciale.
La sfida di Copenhagen, però, sembra avviarsi verso un esito positivo. A detta degli esperti, tra il 2025 e il 2030 la capitale danese sarà carbon neutral. Ciò significa che, grazie a un meccanismo di riduzione e compensazioni, il saldo delle emissioni rilasciate nell'atmosfera sarà pari a zero.