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Deliveroo crea un team per la sostenibilità

Anche Deliveroo, il colosso globale delle consegne a domicilio, promette di fare di più in termini di sostenibilità. Scopriamo come.

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©adrianhancu / 123rf.com

Deliveroo: qualche cifra

Soprattutto per chi vive nelle grandi città, è impossibile non aver mai notato sulle biciclette gli inconfondibili box verde acqua marchiati Deliveroo

 

Fondata nel 2013 da Will Shu e Greg Orlowski con l’obiettivo di esportare anche a Londra l’abitudine americana delle consegne a domicilio, quest’azienda è nel pieno di una crescita rapida ed esponenziale. 

 

Oggi, in più di cento città in tutto il mondo, gli utenti sono liberi di ordinare via app il proprio pasto per vederselo consegnare a domicilio da uno degli oltre 15mila riders. Sono più di 8mila i ristoranti ad aver stretto una partnership con l’azienda, che dà lavoro a più di 600 addetti, tra ingegneri e impiegati.  

 

Deliveroo investe nella sostenibilità

Anche in considerazione del suo ruolo sempre più rilevante, Deliveroo non poteva ignorare la crescente attenzione verso la sostenibilità da parte dell’opinione pubblica, degli investitori e delle amministrazioni. Da qui la decisione di istituire un team che si occupa di sostenibilità e impatto sociale, formato da otto persone. 

 

L’obiettivo dichiarato è quello di allineare le priorità aziendali per il 2020 agli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Onu, focalizzandosi su tre aree:

 

> consumo e produzione responsabile;
> garantire la sicurezza alimentare, verso il traguardo della fame zero;
> sostenere la salute e il benessere delle persone, a livello fisico e mentale. 

 

Queste saranno le linee guida di una serie di iniziative rivolte ai ristoranti partner, ai consumatori e ai riders. 

 

Il decreto sui riders

Proprio sul fronte dei fattorini, in Italia (e non solo) si sono scatenate vibranti polemiche negli scorsi mesi, rivolte a Deliveroo ma anche a Glovo e agli altri colossi della consegna a domicilio. 

 

Nato come il classico lavoretto occasionale per arrotondare, questo impiego nel tempo è diventato l’unica fonte di sostentamento per intere famiglie. Si sono quindi rese necessarie nuove forme di tutela, pensate appositamente per adattarsi alle nuove logiche delle piattaforme.

 

Il risultato è il cosiddetto decreto “tutela riders” (D.L. 101/2019), pubblicato in Gazzetta Ufficiale nel novembre 2019, che stabilisce per la prima volta alcuni punti fermi:

 

> il contratto individuale di lavoro deve essere messo per iscritto;

> ai fattorini spetta una retribuzione oraria, parametrata ai minimi tabellari stabiliti dai contratti collettivi nazionali di settori simili;

> in orari notturni, nei giorni festivi e quando le condizioni meteo sono avverse, il compenso deve salire almeno del 10%;

> in caso di infortunio o malattia dei fattorini, deve intervenire un'assicurazione;

> presso il ministero del Lavoro è istituito un Osservatorio permanente su questo tema, che vede anche la rappresentanza dei sindacati.