Giorgio Parisi ci esorta ad agire in fretta per il clima
Lo scienziato italiano ha ricevuto il Nobel per la Fisica 2021. Tra i suoi studi sugli schemi complessi ci sono anche quelli relativi al clima. "Dobbiamo agire ora per le generazioni future".
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©Foto di Valentina Alvaro - Università La Sapienza
Il Nobel per la Fisica 2021 è stato assegnato all'italiano Giorgio Parisi, fisico teorico docente dell'Università Sapienza di Roma, ricercatore dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) e vicepresidente dell'Accademia dei Lincei. Parisi è stato premiato per le sue ricerche sui sistemi complessi.
In particolare, il fisico, nei suoi studi, ha affrontato alcuni meccanismi climatici, ad esempio quelli che provano a spiegare la periodicità delle glaciazioni terrestri (che avverrebbero ogni centomila anni).
Durante la premiazione, come riporta Focus, a un giornalista che gli chiedeva cosa si sentiva di dire ai leader politici a proposito di clima, Parisi ha risposto: “Bisogna prendere una decisione forte ora, perché siamo in una situazione in cui si possono attivare, nel clima, meccanismi che potrebbero accelerare l'aumento delle temperature. Quindi è urgente agire subito, senza ritardi”.
Il contributo di Parisi alla climatologia
Questo Nobel, infatti, è particolarmente importante perché, per la prima volta, è connesso al tema del global warming.
In particolare il fisico italiano, nella sua carriera, ha condotto studi partendo dalle particelle elementari per poi interessarsi ai modelli più complessi.
Intorno al 1980, Giorgio Parisi scoprì la presenza di strutture nascoste nei materiali complessi e disordinati, rendendo possibile la comprensione e la descrizione di fenomeni diversi.
Il contributo che Parisi ha dato alla climatologia sta proprio qui, ovvero nel trovare ordine al caos: prevedere come miliardi di elementi (persone) rispondono a diverse sollecitazioni, apparentemente casuali (gli elementi atmosferici).
Nel corso della sua vita professionale, Parisi si è dedicato ai sistemi che in natura sono considerati complessi: sistemi di scala atomica e planetaria che nel caso delle scienze climatologiche permettono di conoscere gli effetti delle fluttuazioni nelle glaciazioni. Con buona possibilità di comprendere meglio le dinamiche che spiegano gli effetti dei cambiamenti climatici.
Abbiamo bisogno di risposte rapide dalla politica
Parisi, nel commetare a Sky Tg 24 il premio ricevuto, ha paragonato la crisi climatica in corso alla pandemia: "La politica è in ritardo rispetto a quello che deve essere fatto. Il problema è che il tempo a nostra disposizione è sempre meno".
"Le brutte notizie hanno bisogno di essere metabolizzate, lo abbiamo visto con la pandemia, quando pure le misure di contenimento necessarie sono arrivate in ritardo" ha dichiarato il professore.
Per Parisi, non si tratta solo di un problema dell'Italia ma di tutto il globo. "Quando un essere umano deve prendere delle decisioni scomode, dolorose, fa di tutto per rimandarle. Però abbiamo bisogno di risposte rapide e la politica pensa solo a non danneggiare se stessa nel breve periodo: i politici vivono in funzione delle prossime elezioni. Non manca la visione, manca l'interesse per il futuro".
Un Nobel alla realtà
Era dal 1984 che un Nobel per la Fisica non andava a un italiano: all’epoca a essere premiato fu Carlo Rubbia.
Parisi condivide questo premio - che è stato definito come un "Nobel alla realtà", in quanto si occupa di emergenze attuali come la crisi climatica - con altri due scienziati: Syukuro Manabe e Klaus Hasselmann, due ricercatori riconosciuti per le loro ricerche su modelli climatici e il riscaldamento globale.
Manabe ha dimostrato - come si legge nelle motivazioni del premio - come l'innalzamento dei livelli di diossido di carbonio nell'atmosfera portino all'incremento delle temperature sulla superficie della Terra.
Lo scienziato giapponese ha realizzato diversi modelli per la descrizione del clima terrestre per meglio comprendere, appunto, cosa accade all’atmosfera quando si immette CO2.
Hasselmann, invece, è un oceanografo tedesco e si è distinto per la messa a punto di modelli che tentano di descrivere i cambiamenti futuri del clima.