Nuovi obiettivi di sostenibilità dichiarati da Google
Device con materiali riciclati e riduzione delle emissioni nelle operazioni di spedizione: il colosso Google sceglie una strategia green per i rami di sviluppo dei dispositivi informatici e dell'e-commerce.
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Google, al via una lista di obiettivi sostenibili
Anche Google si unisce alla crescente schiera di grandi aziende che vogliono dare il loro contributo nella lotta al cambiamento climatico investendo in forme di sostenibilità di ultima generazione.
Recentemente, il gigante dei motori di ricerca ha pubblicato una brevissima lista di obiettivi di sostenibilità particolarmente ambiziosa.
E’ davvero possibile rendere più ecofriendly tutta la sterminata serie di impianti hardware rappresentata dai server di Google? Sì, secondo Anna Meegan, responsabile per le politiche per la sostenibilità dei device Google.
Spedizioni carbon free e materiali riciclati
Recentente, sul suo blog, Anna Meegan ha affermato come primo obiettivo quello di rendere tutte le spedizioni da e verso i consumatori totalmente a impatto ambientale zero, non solo in materia di emissioni di carbonio ma anche per quanto riguarda l’utilizzo di materiali riciclati nella realizzazioni dei supporti hardware, prodotti dalla stessa Google. Il tutto entro il 2022.
Porre l’accento sulla ricerca di materiali riciclabili in casa Google sembra una delle politiche più interessanti sulle quali la multinazionale vuol puntare.
Sostenibilità? Questione di linguaggio
Il linguaggio ha il suo peso e non deve creare aspettative troppo alte.
Il messaggio di Anna Meegan per conto di Google non menziona mai niente di più specifico in termini di “materiali riciclabili”. Infatti, per quanto utile, riciclare la plastica o altri componenti elettronici di uno smartphone Google non rende l’impatto di tali materiali meno negativo.
Una campagna di ricerca di nuovi materiali, parallela a uno studio per il riciclo degli stessi, sarebbe ideale. Al momento le grandi case produttrici dell’elettronica e della telecomunicazione stanno promettendo ricerche in questa direzione ma al momento pochi dati concreti sono stati presentati. E Google non fa eccezione.
Gli hub di ricerca condivisa
C’è di buono che Google, assieme ad altri colossi di questo settore economico come Amazon, Apple e Samsung, solo per citarne alcuni, hanno intrapreso percorsi concreti all’interno dei quali tutti i dati vengono condivisi per provare a risolvere collettivamente il problema e cercare di dare una svolta completamente sostenibile alla produzione nel numero minore di anni a partire da oggi.
Dovremo quindi aspettarci server realizzati con parti da materiali riciclati, imballaggi senza plastica per le spedizioni e componenti tecnologiche provenienti da una catena produttiva più etica? Al momento, progressi concreti non se ne vedono all’orizzonte.
Va ammesso, però, che tali sforzi verso una svolta sostenibile non sono frutto di pressioni da parte del governo o da petizioni mosse dal basso: pertanto non c’è da stupirsi che siamo lente, poiché frutto di sforzi interni alle aziende e autodiretti. Accontentiamoci.