Materiali biodegradabili, quali sono
È arrivato il momento di dire basta alla plastica: controlliamo sempre l'etichetta dei nostri acquisti, prediligendo quelli realizzati con i materiali biodegradabili. Le alternative alla plastica, infatti, sono ormai numerose e molto valide.
Regalate un mondo sano, ecco i materiali bio
Fatevi un bel regalo per questo fine anno 2018: lasciatevi alle spalle la vecchia plastica e scegliete i materiali biodegradabili.
Come prima cosa, appuntatevi i modi corretti per riciclare, seguendo le linee guida locali indicate dal vostro Comune di residenza. Ma, per intervenire alla fonte, evitate direttamente di produrre rifiuti che risultano difficili (o impossibili) da riciclare.
Questo cambiamento di abitudini è molto più semplice di quanto sembra. Imparate ad acquistare in modo consapevole, scegliendo materiali biodegradabili e facendo un elenco di quei prodotti che in casa vostra ancora non lo sono, e passate parola il più possibile sui piccoli accorgimenti per tutelare l'ambiente.
Tutti noi possiamo fare la differenza, diventando più consapevoli del fatto che ogni nostra scelta quotidiana ha un impatto sul Pianeta.
Siate attivi e critici quindi, già a partire dagli acquisti per i regali di Natale. Ecco un breve vademecum che vi può aiutare nella scelta dei principali materiali biodegradabili.
Cosa sono le bioplastiche
Le bioplastiche sono alternative alla plastica ricavate da materiale organico (mais, frumento, barbabietola, ma anche bucce di pomodori o patate).
Tra le bioplastiche più usate troviamo il Mater-Bi, il PLA o il Biolice. Ma ci sono tanti altri materiali organici in fase di studio o perfezionamento, come la polpa di cellulosa, combinazioni di carta e bioplastiche, CPLA o Bio-On.
Questi materiali si riconoscono dalla dicitura “biodegradabile e compostabile”, oppure dall'indicazione dello standard europeo (UNI EN 13432:2002) o del marchio dell'ente certificatore.
La bioplastica si usa solitamente per borse, sacchetti, imballaggi; ma si stanno diffondendo sempre più anche stoviglie, piatti e vaschette.
Se sporchi e usati, questi prodotti di solito si conferiscono insieme all'organico. Se invece sono nuovi e puliti, per una certa percentuale si possono raccogliere insieme alla plastica. La cosa migliore è consultare attentamente le indicazioni presenti negli imballaggi, confrontandole con la regolamentazione comunale.
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I materiali biodegradabili più comuni
Le bioplastiche non sono tutte uguali: ciascuna di esse si presta per specifici prodotti e utilizzi. Approfondiamo insieme le tipologie più diffuse.
Mater-Bi, per la casa
Questo materiale, realizzato a partire dall'amido di mais, si presenta in forma granulosa allo stato grezzo e viene poi lavorato e processato. Si usa per la produzione di cotton fioc, stogviglie usa e getta (piatti, bicchieri, posate, vaschette, cannucce), prodotti per l'agricoltura o giocattoli per i bambini.
Da gennaio 2018 i sacchetti in Mater-Bi sono utilizzati per legge per l'acquisto di frutta e verdura venduta nei supermercati.
PLA, per bottiglie e contenitori
Totalmente compostabile, il PLA è l'acido poliattico, un polimero derivato da fonti vegetali (barbiabietola, mais, grano).
Viene usato per gli imballaggi degli alimenti (come il pane), per le bottiglie di succo, acqua e latte, e per i contenitori di profumi, detergenti, grassi e oli. Non è adatto a contenere alimenti caldi.
Biolice, per l'agricoltura e il giardino
Biodegradabile e compostabile, questo polimero è ricavato dal mais e dal grano. Si usa soprattutto in ambito agricolo e può essere lavorato in combinazione con altri materiali, come le fibre tessili di lino o canapa.
Si possono realizzare con il biolice anche le buste per la spesa, i sacchi per la raccolta differenziata, i vasi per l'orticoltura e i prodotti da giardinaggio, ma anche i prodotti di cancelleria e i giochi per bambini.
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Credit foto: Chidchanok Rittichaisamran