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Le richieste di Greenpeace a Pichetto Fratin

L'Italia ha un nuovo ministro dell'Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin. Il direttore di Greenpeace Italia, Giuseppe Onufrio, lo invita a lasciarsi alle spalle gas naturale e auto a benzina e diesel.

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©Ministero della Transizione ecologica/Wikimedia Commons

L’Italia ha un nuovo ministro dell’Ambiente

Arrivederci alla Transizione ecologica; con il nuovo esecutivo guidato da Giorgia Meloni, il ministero dell’Ambiente torna alla sua vecchia denominazione. Una questione sostanziale, non solo formale. Il concetto di “transizione ecologica” infatti vuole superare – almeno negli intenti – quello di tutela del paesaggio, ormai parziale e obsoleto, unendo sotto uno stesso cappello le politiche di sviluppo energetico, decarbonizzazione e crescita sostenibile.

 

Il ministero voluto dalla nuova presidente del Consiglio, invece, si occuperà di Ambiente e sicurezza energetica. Un tema, quest’ultimo, mai così attuale dopo l’impennata del prezzo del gas dovuta alla guerra tra Russia e Ucraina. E con la necessità di tagliare bruscamente i consumi, come non capitava dagli anni Settanta, perché in caso contrario il rischio concreto è quello di non avere riserve sufficienti per affrontare l’inverno.

 

Chi è Gilberto Pichetto Fratin

Per guidare questo dicastero tanto strategico è stato scelto Gilberto Pichetto Fratin. Piemontese, reduce da una lunga carriera politica (sempre in quota Forza Italia) prima nell’amministrazione di Biella e poi in Senato, è già stato viceministro per lo Sviluppo economico per il governo Draghi.

 

Pichetto Fratin ha una formazione di stampo economico, è commercialista e revisore dei conti e ha lavorato come consulente d’impresa. Nel suo curriculum non c’è traccia di esperienze legate al clima; il quotidiano Domani lo descrive come “uomo di industria e Confindustria”, “favorevole a nuove estrazioni di gas in Italia, contrario a regole sulla plastica, non ostile però alle rinnovabili”.

 

Il Fatto Quotidiano lo ricorda invece per il tentativo, condotto per conto del governo Draghi, di ammorbidire lo stop totale alla vendita di auto a benzina e diesel che l’Unione europea vuole imporre dal 2035. 

 

Le richieste di Greenpeace al nuovo ministro dell’Ambiente

Appare quanto meno tiepida l’accoglienza riservata al nuovo ministro dell’Ambiente dall’organizzazione ambientalista Greenpeace Italia. Il direttore Giuseppe Onufrio, dialogando con il quotidiano la Repubblica, esprime il timore che l’attuale governo voglia “smontare la transizione come obiettivo strategico”; il che si rivelerebbe “un grave errore”.

 

Tanti i temi toccati durante l’intervista. Per riassumere i principali, Onufrio chiede innanzitutto di accantonare “l'idea che la sicurezza energetica sia fatta di gas nazionale”, visto che “abbiamo piccoli giacimenti e tra quelli certi e quelli probabili copriremmo i consumi di un anno o poco più”. Piuttosto, l’autosufficienza si può raggiungere se si alleggerisce burocrazia per i nuovi impianti rinnovabili. E il nucleare, caldeggiato da alcuni programmi elettorali dei partiti di destra? Onufrio lo liquida come un’ipotesi irrealizzabile.

 

Anche le auto con motori a combustione interna, sostiene il direttore di Greenpeace, sono retaggi del passato. Perché inquinano l’aria, riversano gas serra in atmosfera, si basano su tecnologie ormai superate e sono molto meno efficienti in termini energetici rispetto all’auto elettrica.