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India, Cina e l'acqua contesa

India e Cina si contendono la supremazia idroelettrica del fiume Yarlung-Tsangpo-Brahmaputrama: tra sicurezza pubblica e antiche rivalità i due colossi hanno da tempo iniziato una corsa alla realizzazione di una fitta rete di dighe su questa importante risorsa naturale orientale.

Brahmaputra

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©Mrinmoy Raj Deka / 123rf.com

I Paesi bagnati dallo Yarlung-Tsangpo-Brahmaputra

L'ennesimo braccio di ferro tra le due potenze d'Oriente, Cina e India, corre sul filo d'acqua del fiume Yarlung-Tsangpo-Brahmaputra, un esteso sistema fluviale che trae origine dai ghiacciai dell'Himalaya e attraversa Bangladesh e Buthan prima di entrare in suolo indiano. 

 

Il tratto tibetano (di influenza cinese) viene chiamato Yarlung Tsangpo e nel suo insieme questo corso d'acuqa è il quindicesimo fiume più lungo del mondo e anche uno dei più estesi in ampiezza del suo letto in quanto in alcuni punti, vicino al confine col Bangladesh, la distanza da sponda a sponda rasenta i 20 chilometri. 

 

La ripida portata del fiume, che discende nelle valli dell’Assam e infine nel Golfo del Bengala, è in grado di trasportare lungo i territori abitati che vivono sulle sue sponde, grandi quantità di acqua ed energia. 

 

Lungo la sua via, il Brahmaputra attraversa lo Stato dell’Arunachal Pradesh, territorio indiano reclamato dalla Cina: tale contesa si estende anche sulla gestione delle acque del Brahmaputra, lungo il quale entrambi i colossi asiatici stanno pianificando la costruzione di numerose dighe per impostare un piano di sviluppo territoriale mirato allo sfruttamento di questa preziosa risorsa naturale. 

 

Un sistema di dighe tra sicurezza rivalità

Il discioglimento sempre maggiore dei ghiacciai himalayani sembra comportare un maggiore afflusso di acque (e quindi energia) nel Brahmaputra nei prossimi decenni. Ma non solo, con l’affluire delle acque scendono a valle anche molti detriti e importanti quantità di sabbie ed altri materiali inerti, che riempiono il letto del fiume, facendo sì che le acque si espandano orizzontalmente corrodendo le sponde e invadendo villaggi e città con numerosi morti ogni anno

 

Anche per questo motivo, da circa 20 anni la corsa alla costruzione di un sistema di dighe è iniziata sia in territorio cinese che in quello indiano (oltre le 100 dighe approvate dal governo centrale indiano).
 

Idro-ambizioni lungo il Brahmaputra

L’assenza di un piano condiviso e di una politica comune ha creato un’atmosfera competitiva nella quale le ambizioni collidono e, in alcuni casi, si manifestano con toni ostili. In Assam l’aviazione militare indiana è costantemente in esercitazione per mandare chiari messaggi ai vicini che  tentano a loro volta di spingere lo Stato indiano dell’Arunachal Pradesh (tra l’altro ricco di petrolio) a dichiarare indipendenza e a stringere accordi privilegiati con la Cina.  

 

Le due superpotenze asiatiche, il dragone e l’elefante, si misurano e si contendono l’approvvigionamento dell’energia prodotta dal Brahmaputra ma, come visto, dietro al velo ci sono anche altri interessi: petrolio e territorio. Simili contese sono sorte recentemente in Kashmir e in territori nei pressi del Bhutan e del Sikkim.