Legacy, l'ultimo lavoro di Yann Arthus Bertrand
Legacy, il nuovo documentario del fotografo Yann Arthus Bertrand, racconta per immagini la sesta estinzione di massa.
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©EC/Dudás Szabolcs/Wikimedia Commons
Legacy: che mondo lasceremo ai nostri figli?
Legacy, eredità. Si intitola così l’ultimo film di Yann Arthus Bertrand, andato in onda in prima visione sul canale televisivo francese M6 il 26 gennaio 2021. Un’opera che ci invita a riflettere sul mondo che lasceremo ai nostri figli e ai nostri nipoti.
“All'epoca di Home (2009, ndr) consumavamo 90 milioni di barili di petrolio al giorno. Oggi ne consumiamo 100 milioni. Stiamo facendo l'opposto di quello che dovremmo fare, mentre le energie rinnovabili sono aumentate enormemente", spiega l’autore.
Da questo senso di urgenza scaturisce l’idea di raccontare sotto forma di documentario la sesta estinzione di massa, ormai conclamata. Questa espressione fa riferimento agli sconcertanti dati rilevati da tempo dagli scienziati, e recentemente confermati anche da uno studio pubblicato da Pnas: tra il 2001 e il 2014 il tasso di estinzione dei vertebrati terrestri è stato 25 volte superiore rispetto alle media, innescando un effetto domino per cui la crisi della biodiversità continua ad accelerare senza sosta.
Yann Arthus Bertrand ha attinto a quindici anni di archivi personali e ha commissionato nuove riprese dai droni. Il documentario però è stato rifiutato da parecchie emittenti perché ritenuto troppo pessimista. Ma secondo Bertrand non è così, anzi, "è una storia molto, molto bella".
Chi è Yann Arthus Bertrand
Parigino, ormai settantaquattrenne, Yann Arthus Bertrand inizia la sua carriera di fotografo a trent’anni quando, ispirato dalla famosa primatologa Jane Goodall, si sposta in Kenya con la moglie. Trascorre tre anni nella riserva faunistica di Masai Mara, studiando la stessa famiglia di leoni.
Per guadagnarsi da vivere impara a pilotare le mongolfiere e accompagna i turisti a visitare la riserva dall’alto. È così che si innamora della fotografia aerea, destinata a diventare la sua professione. Rientrato in Europa, pubblica il libro fotografico Lions, inizia a collaborare con una serie di riviste (tra cui l’italiana Airone) e nel 1991 fonda Altitude, la prima agenzia specializzata in fotografia aerea.
Tra le sue opere più celebri c’è La terra vista dal cielo, il libro che raccoglie gli scatti dei panorami più affascinanti del mondo, tutti realizzati dall’alto grazie al supporto dell’Unesco. Il volume viene tradotto in 24 lingue e vende più di tre milioni di copie.
Nel 2005 Yann Arthus Bertrand dà vita alla fondazione Goodplanet che si pone l’obiettivo di diffondere maggiore consapevolezza sulle questioni ambientali. Ad oggi la fondazione annovera una cinquantina di progetti che si dipanano su cinque aree: scuole costruite secondo i principi dell’architettura bioclimatica, foreste e agricoltura sostenibile, tutela e ripristino della biodiversità, recupero dei rifiuti domestici, accesso alle energie rinnovabili.
Dai primi anni Duemila si dedica anche ai documentari; tra i più celebri si possono citare Home (2009) e Human (2015). Il primo, realizzato quasi interamente con immagini aeree, mette in luce il degrado degli ecosistemi e la crisi climatica ponendo l’accento sull’interconnessione tra gli esseri viventi. Il secondo è una giustapposizione di interviste a centinaia di persone provenienti da tutto il mondo, intervallate sempre da riprese dall’alto.