Quanta Co2 si emette condividendo un post sui social?
Il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani ha invitato i giovani a utilizzare i social con moderazione. Ma può passare da lì la soluzione al consumo più responsabile delle risorse? Meglio concentrarsi sulla produzione di energia.
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“Condividete meno online e pensate bene prima di farlo”. Il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha rivolto nelle scorse settimane questo invito ai circa 17 mila giovani collegati in videoconferenza in occasione di Cosmopolites, progetto dedicato all’educazione civica.
“Il digitale produce il 4 per cento dell’anidride carbonica e una buona metà è prodotta dall’utilizzo smodato dei social. Un’email di un megabyte produce la stessa CO2 di una lampadina da 60 watt accesa per 33 minuti” ha aggiunto Cingolani.
Ma sono davvero i social a inquinare così tanto?
Secondo il portale di fact-checking Pagella Politica, il ministro commette almeno due errori. Prima di tutto, la fonte della stima del “4 per cento” proviene da un report del 2019 di The Shift Project, un centro studi francese, che ha cercato di quantificare l’impatto delle tecnologie digitali, considerando le reti di telecomunicazioni, i data center con i server, i terminali (tra cui i computer, gli smartphone e le televisioni) e i sensori dell’internet of things, con cui oggetti di uso quotidiano possono essere collegati alla rete.
I dati forniti da The Shift Project sono stati oggetto di critiche da diversi esperti e per questo motivo vanno presi con molta cautela. Inoltre, quel 4 per cento (per essere precisi il rapporto parla di 3,7%) riguarda l’intero settore delle tecnologie, dell’informazione e della comunicazione. Infine, da nessuna parte del report viene detto che una “buona metà” di questo “4 per cento” di emissioni verrebbe dall’uso dei social.
In secondo luogo, sempre riferendoci alle analisi che rivedrebbero le stime sulle emissioni prodotte dal digitale, anche il confronto tra l’email e la lampadina non poggerebbe su basi solide. La fonte, ripresa qui, sembra essere una dichiarazione del 2018 di un’informatica francese, ma non sono chiari i conti e le assunzioni alla base del calcolo. Da tempo circolano stime simili a quelle citate dal ministro, che sembrano però essere datate e parecchio spannometriche.
Il 73% delle emissioni proviene dal settore energetico
Piuttosto, l’origine delle emissioni andrebbero ricercate laddove sono davvero presenti in gran numero e questa volta i dati sono forniti dall’Agenzia Internazionale dell’Energia (Iea).
Le emissioni annuali di gas serra, a livello mondiale, ammontano secondo l'agenzia, a 50 miliardi di tonnellate di CO2 e tre quarti di queste, il 73%, provengono dalla produzione e dal consumo di energia.
Il 18%, quindi un quinto delle emissioni del pianeta, invece proviene dal settore dell’agricoltura, seguito da quello dell’industria che contribuisce al 5%, un decimo, dell’inquinamento.
Chiude questa breve panoramica il 3% d’inquinamento dettato dallo spreco di acqua e dalle discariche del mondo.
Insomma, dati alla mano, affermare che i social contribuiscono al 4% dell’inquinamento significa dire che queste attività digitali inquinano più dello spreco d’acqua e di tutte le discariche del mondo.