Scioglimento dei ghiacci, cosa dicono gli scienziati
Lo scioglimento dei ghiacci artici ha toccato nuovi record negativi. Scopriamo cosa dicono gli scienziati su questo allarmante fenomeno, dovuto all'innalzamento delle temperature globali.
Record negativo per i ghiacci artici
I ghiacci del Polo Nord si riducono in modo allarmante. Ad affermarlo sono i più recenti dati raccolti dalla Nasa ed elaborati dal National data and ice data center.
Questo impressionante video mostra il trend dello scioglimento dei ghiacci artici negli ultimi anni. Nel 2018 hanno raggiunto la loro minima estensione annuale il 19 settembre e poi, nuovamente, il 23 settembre.
In questa fase, i ghiacci artici coprivano soltanto una superficie di 4 milioni e mezzo di chilometri quadrati. Si tratta del sesto valore più basso da quando sono state intraprese le misurazioni con questa metodologia. Cosa ancora più grave, tutti i valori più bassi sono stati registrati nell'arco dell'ultimo decennio.
Scioglimento dei ghiacci, la parola agli scienziati
La Nasa ormai è in grado di misurare al millimetro lo spessore degli strati di ghiaccio, captando anche variazioni minime. Inoltre, misura la pendenza del ghiaccio e l'ampiezza delle calotte.
Per sorvegliare in modo sempre più affidabile lo stato di salute del nostro Pianeta, il 15 settembre è stato lanciato il nuovo satellite ICESat-2. La missione durerà tre anni e sarà focalizzata su quattro obiettivi:
> capire quanto lo scioglimento dei ghiacci contribuisce all'innalzamento del livello dei mari;
> monitorare le variazioni della massa dei ghiacci nelle diverse regioni;
> misurare le variazioni di spessore dei ghiacci marini;
> calcolare la quantità di vegetazione nelle foreste.
Gli studiosi nel frattempo si mobilitano per cercare soluzioni, anche drastiche. Un articolo pubblicato su The Cryosphere, la rivista della European Geosciences Union, ipotizza che un giorno sarà possibile costruire enormi muri sottomarini che impediscano all'acqua calda di raggiungere le calotte polari.
Se fino a poco tempo fa ipotesi come queste potevano sembrare fantascienza, ora pare che la geoingegneria vi stia lavorando seriamente.
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I progetti della Leonardo DiCaprio Foundation
Non resta molto tempo. Come dimostra l'ultimo report dell'ICCP (Gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici), abbiamo a disposizione ancora 12 anni per limitare l'avanzata del climate change.
Se non riusciremo in questo intento, ci troveremo di fronte a catastrofi naturali sempre più frequenti (dagli uragani alla siccità) e all'estinzione di numerose specie, orsi polari in primis. In diverse zone del Pianeta, le popolazioni saranno costrette a migrare per sopravvivere.
L'attore Leonardo DiCaprio è una delle celebrità che hanno deciso di spendersi in prima persona per la salvaguardia il Pianeta.
Da un lato, DiCaprio mette a disposizione la propria visibilità e il proprio lavoro: il suo documentario, Before the Flood, ha fatto il giro del mondo. Dall'altro lato, ha aperto una fondazione (Leonardo DiCaprio Foundation) che seleziona e sostiene progetti meritevoli.
Uno di essi è Dark Snow, un progetto di ricerca e di divulgazione scientifica che monitora la presenza di particolato carbonioso nei ghiacci artici. Si tratta di una delle manifestazioni più evidenti dell'inquinamento che causa il riscaldamento globale.
La sfida che abbiamo davanti è ardua e coinvolge in prima persona tutti: scienziati, governi, aziende, cittadini. Ognuno deve fare la sua parte con decisione, prima che sia troppo tardi.
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Foto: Pavel Kudryavtsev