Pellet: gli scienziati lo condannano
Il pellet è un combustibile di biomassa che va a sostituire l’utilizzo di carbone. Un gruppo di scienziati di Sandbag ha posto l’attenzione sull’impatto negativo che tutto questo ha sul Pianeta.
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Il pellet è un combustibile ricavato dagli scarti della lavorazione del legno. Successivamente, la segatura che si ottiene da quest’ultimo viene sottoposta a un particolare processo di compressione che la riduce ulteriormente fino ad assumere la forma di cilindretti.
Esso viene considerato un combustibile di biomassa compressa e trova impiego non solo nelle abitazioni domestiche, ma anche nell’alimentazione degli impianti delle centrali termoelettriche. Tuttavia, il suo utilizzo come materiale alternativo al carbone, ha destato preoccupazione tra gli scienziati di Sandbag.
I possibili rischi
L’utilizzo di questo tipo di combustibile mette a rischio le foreste. E proprio per questo gli esperti del clima hanno puntato il dito sui principali progetti europei legati alla combustione da biomasse.
Essi, infatti, implicano un utilizzo annuale di 36 milioni di tonnellate di pellet con un inevitabile abbattimento di 2700 km quadrati di alberi e foreste.
Stando agli studiosi, questi dati allarmanti sarebbero il preludio di un disastro ambientale. Senza contare che le conversioni di biomasse pianificate produrrebbero ulteriori gravi effetti negativi sul pianeta, dal momento che ogni anno verrebbero emessi circa 67 milioni di tonnellate di CO2 nell’atmosfera.
Gli incentivi e i parametri europei
Tuttavia, l’allarme lanciato dagli scienziati di Sandbag è in contrapposizione con i parametri UE che, al contrario, guardano alle combustioni da biomasse (e quindi anche al pellet) come ad un’alternativa rinnovabile a zero emissioni.
E su questa linea si colloca anche l’Italia. Nella Legge di Bilancio 2020, infatti, sono previsti dei bonus del 50% e del 65% per chi utilizza o installa stufe a pellet. Un grosso incentivo, quindi, che sprona di fatto ad utilizzare questo tipo di risorse.
La posizione del WWF
In rappresentanza del WWF, Alex Mason ha pubblicamente posto l’attenzione su come bruciare alberi e foreste non contribuisca a migliorare il pianeta, né tantomeno ad attenuare la crisi climatica.
Questo perché sostituire il carbone con le biomasse porta a un inevitabile aumento delle emissioni nel breve, ma anche nel lungo periodo.