La (fu) mobilità green di Elon Musk
Non solo auto elettriche. La Tesla di Elon Musk diversifica gli investimenti e tra questi compaiono i Bitcoin. La cui produzione è tutt'altro che sostenibile.
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Se si guardasse alle sole vendite di auto elettriche, il bilancio di Tesla sarebbe in costante perdita. Eppure la società fondata da Elon Musk ha registrato utili per 438 milioni di dollari nel primo trimestre dell’anno.
Questo risultato è stato raggiunto grazie agli investimenti sui Bitcoin. I conti dell’azienda statunitense possono infatti contare su un portafoglio di Bitcoin da 2,5 miliardi di dollari e un totale di uscite nette per 1,2 miliardi di dollari.
Come fa i soldi la Tesla
“Il bitcoin si è dimostrato una buona decisione, un buon posto dove mettere un po’ di contante non utilizzato per le operazioni quotidiane, e ottenere qualche ritorno”, ha spiegato Zachary Kirkhorn, responsabile delle operazioni finanziarie di Tesla.
In effetti, nel primo trimestre del 2021 la Tesla ha annunciato un forte crescita degli utili: 0,39 dollari per azione contro gli 0,24 dollari del trimestre precedente e gli 0,02 dollari del primo trimestre del 2020, in piena pandemia. La crescita è arrivata nonostante le difficoltà del mercato delle auto, aggravate dalla carenza di processori.
Circa un quarto dei profitti non è legato alla vendita di vetture, ma a un’abile speculazione finanziaria sulle criptovalute, in particolare su Bitcoin. A febbraio, infatti, l’azienda aveva investito 1,5 miliardi di dollari sulla criptovaluta inventata dal misterioso hacker Satoshi Nakamoto, e la successiva vendita di una parte dei bitcoin al momento giusto ha assicurato una plusvalenza di 101 milioni di dollari.
Un altro investimento andato a buon fine di Tesla è quello dei crediti ecologici: sfruttando il meccanismo che permette di sottoscrivere accordi tra le case automobilistiche, Tesla è riuscito a vendere crediti per far rispettare i limiti europei sulle emissioni di CO2 a chi costruisce veicoli inquinanti. Solo nell’ultimo anno questi sono valsi 518 milioni.
Anche quest'ultimo investimento, però, rischia di svanire: con lo sviluppo di veicoli green da parte di altre case automobilistiche, infatti, Tesla dovrà progressivamente fare a meno dei crediti di compensazione per emissioni che hanno spinto i suoi profitti negli ultimi anni.
I Bitcoin paradosso della sostenibilità energetica
Non mancano le critiche. La tecnologia dei Bitcoin è stata additata da più parti per l’impatto sull’ambiente a causa del consumo di energia elettrica, non sempre da fonti rinnovabili. Infatti, la criptovaluta più famosa al mondo ha bisogno di un sacco di energia per produrre nuove monete. Per ottenerne uno serve l'elettricità che una famiglia media statunitense usa più o meno in due anni.
Più nello specifico, servono tanti computer, impianti di ventilazione e di raffreddamento e tanta, tanta elettricità: ecco cosa serve per produrre Bitcoin. Una rete di computer che "estrae" bitcoin consuma in un giorno tanta energia quanto quella di una nazione di media grandezza, riporta il New York Times. Un paradosso per un produttore - Tesla - che ha fatto della decarbonizzazione la sua bandiera.