Topinambur: la coltivazione della pianta
Il topinambur è un ortaggio poco conosciuto ma che cresce molto facilmente anche in Italia. Possiamo coltivare il topinambur anche se non siamo esperti ortolani e avremo grandi soddisfazioni dal suo abbondante raccolto. Scopriamo come si coltiva il topinambur
Il topinambur è un tubero molto resistente che viene coltivato con estrema facilità anche da chi è meno esperto di agricoltura.
Il suo nome è Halianthus tuberosus anche se viene conosciuto popolarmente con il nome di Carciofo di Gerusalemme o Rapa Tedesca.
La sua origine è Americana ed è stato importato in Europa dove si è acclimatato molto bene diventando, almeno in Italia, una pianta spontanea considerata da alcuni infestante.
Coltivare il topinambur: posizione, terreno ed irrigazione
Il topinambur non ha particolari esigenze di coltivazione e come abbiamo detto è un ortaggio facile da crescere sia nell’orto che in vaso.
Ama le aree soleggiate anche se sopporta un po' le zone a mezza ombra. La sua posizione ideale comunque è vicino all’acqua, tanto che cresce spontaneamente lungo i canali e i fiumi in Italia. Per questo motivo saranno necessarie innaffiature abbondanti e regolari durante la sua coltivazione, interrotte solo nel momento in cui la pianta comincia ad essiccarsi: è il tempo della raccolta del tubero e troppa acqua rischia di far ammorbidire o marcire la radice.
Il terreno non richiede particolari terricci anche se la presenza di più humus ne accresce le dimensione e permette alla pianta di prosperare maggiormente.
Coltivazione del topinambur: quando e come piantarlo
La coltivazione del topinambur è molto facile: una volta piantato sarà facile dimenticarselo sino al momento della sua raccolta perché cresce liberamente e spontaneamente senza particolari tecniche colturali.
Il topinambur viene piantato alla fine dell’inverno da febbraio in poi e i bulbi vengono sotterrati con l’apice rivolto verso l’alto perché da lì crescerà il germoglio. Le buchette dovranno essere profonde almeno 15 centimetri e distanti almeno un metro una dalle altre.
Il topinambur cresce così liberamente che è considerato un po’ infestante quindi si consiglia di coltivarlo lungo i bordi delle aiuole o degli orti per non invadere troppo spazio. Una rete è ottima come sostegno ai lunghi steli fiorali che possono crescere sino a 2 metri di altezza.
Del topinambur viene utilizzato in cucina solo il tubero, ma è apprezzato esteticamente per la bellezza della sua fioritura: le sue infiorescenze assomigliano a grandi margherite che possono ornare l’orto e le aiole di un intenso giallo durante la fioritura autunnale.
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La raccolta del topinambur
La raccolta avviene verso la fine dell’estate quando la pianta comincia a essiccarsi, sino ad inverno inoltrato.
La tecnica per estrarre il topinambur dal sottosuolo è semplice e si può eseguire in modo similare all’estrazione delle patate, con la forca o la vanga, stando attenti a non tranciare i tuberi.
Viene consigliato di non togliere tutti i tuberi in modo da lasciare ben distanziati alcuni esemplari per l’annata successiva e la continuazione nel raccolto.
Il tubero solitamente ha delle buone dimensioni e in un metro quadro le piante di topinambur arrivano a produrre 6 kg di tuberi; nell’agricoltura a scopo industriale possono arrivare a 9 kg per metro quadrato a seconda delle varietà di coltivazione.
La raccolta può avvenire anche in modo scalare, a seconda delle necessità di utilizzo: ad esempio 5 o 6 piante a settimana permetteranno di mangiare il topinambur raccolto fresco per un periodo più lungo.
Si può anche conservarlo come le patate, quindi al riparo dalla luce e dal calore per evitare che germoglino nuovamente, o magari come avveniva un tempo dentro a cassettine di sabbia in un luogo fresco e areato. La conservazione in frigorifero invece dura circa 4 o 5 giorni successivi alla raccolta.
Il topinambur in cucina e per il benessere
Il sapore del topinambur è simile a quello del carciofo ed è molto duttile in cucina per la preparazione di molte ricette in forno, in padella, al vapore o anche fritto tipo chips.
La pulizia del tubero viene eseguita lavandolo sotto un getto di acqua corrente e togliendo il rivestimento con un coltello; da questo momento è pronto per essere cucinato o mangiato crudo al naturale anche semplicemente con un filo di olio di oliva e un po’ di pepe o erbette aromatiche.
Il topinambur contiene diverse sostanze nutritive e qualche principio attivo salutare: infatti è conosciuto perché nonostante sia un tubero ricco di amido non contiene glucosio ma inulina e questo ne permette il consumo anche ai diabetici.
Inoltre è considerato un probiotico e ha proprietà immunostimolanti; la sua composizione nutritiva vede la presenza di vitamine A, B e H che possono essere di aiuto nei casi di sonnolenza, dolori muscolari e stanchezza generale.
Altri usi del topinambur
A parte l’uso in cucina e la coltivazione a scopo estetico per la fioritura autunnale, il topinambur può essere anche coltivato come pianta da foraggio per gli animali dall’allevamento.
È inoltre utilizzato per la produzione di dolcificanti senza glucosio e nell’industria farmaceutica per i prodotti per diabetici. Infine l’intera pianta può anche essere usata come biomassa per la produzione di bioetanolo e quindi di energia biorinnovabile.
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Immagine | By Kou07kou