Un "blue rating" per valutare la salute degli oceani
Quanto pesano le azioni umane sugli oceani? Ocean Disclosure Iniziative è il primo progetto al mondo nato per misurare e quantificare- sulla base di un “blue rating” fondato su diversi parametri- l'impatto delle aziende sugli ecosistemi marini. L'iniziativa, ideata da One Ocean Foundation in collaborazione con partner internazionali, mira a tutelare il Grande Blu, sensibilizzando alla sua tutela il mondo delle imprese e della finanza.
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In pieno Antropocene, è lecito chiedersi come e quanto le azioni dell'uomo pesano sull'ambiente e sugli ecosistemi. Un quesito che ha spinto One Ocean Foundation a lanciare la Ocean Disclosure Initiative, primo progetto al mondo per la creazione di un “blue rating” internazionale atto a valutare la salute degli oceani. L'iniziativa, realizzata in collaborazione con SDA Bocconi, McKinsey & Company e CSIC (Consiglio superiore per la ricerca scientifica spagnolo), è stata presentata lo scorso 21 settembre nella sede milanese di Borsa Italiana, durante il primo One Ocean Summit.
Ocean Disclosure Initiative, che cos'è
Frutto della collaborazione fra One Ocean Foundation, SDA Bocconi, McKinsey & Company e CSIC, la Ocean Disclosure Initative (ODI) incarna l'edizione 2021 del progetto pluriennale Business for Ocean Sustainability, creato con l'obiettivo di sviluppare la conoscenza del rapporto tra imprese e oceani.
Si tratta di una nuova metodologia, ideata allo scopo di misurare l’impatto delle imprese sugli ecosistemi marini. Attraverso un sistema di linee guida e di parametri standard, l'ODI intende fornire supporto concreto alle imprese di tutti i settori nell’adozione di misure per minimizzare gli effetti negativi del proprio operato sul Grande Blu.
Dalla strategia di sostenibilità adottata all'analisi dei rischi, fino a un sistema di metriche per la misura delle prestazioni, il supporto offerto alle imprese mira a creare un percorso di sensibilizzazione, analisi e divulgazione di informazioni fondamentale per fare rete e agire insieme per la tutela degli oceani.
Un approccio a 360°
L'idea- unica al mondo- è, insomma, quella di creare un un "blue rating” internazionale, incentrato su una classificazione omogenea “a valle” di imprese e organizzazioni di ogni settore, che consenta un approccio a 360°.
Scopo primario è quello di sensibilizzare le aziende in ambito blue economy, incitandole a una maggiore consapevolezza e trasparenza. Posto che l’80% delle pressioni sull’ecosistema marino è generato dalle operazioni di industrie della terraferma, nell'analisi sono incluse anche le attività indirette delle aziende, ossia non direttamente connesse all’ecosistema marino.
L'importanza di creare sinergie
Step fondamentale del progetto è il coinvolgimento delle istituzioni finanziarie, mirato a dirottare l’interesse degli investitori in direzione di una maggiore sostenibilità ambientale.
“Con un nuovo metodo di classificazione, puntiamo ad affrontare quello che fino ad oggi è stato un vuoto: l’assenza di una consapevolezza sul tema da parte delle imprese e, soprattutto, di una metodologia in grado di aiutarle a riconoscere e misurare le pressioni dirette e indirette delle proprie attività sugli habitat marini” ha dichiarato Stefano Pogutz, docente di Sda Bocconi e presidente del comitato scientifico di One Ocean, durante il lancio del progetto.
Sottolineando la necessità di mantenere in equilibrio ricerca scientifica, terzo settore e aziende, ha avvertito che la maggiore sfida per il progetto “sta proprio nella complessità e nella grande varietà di indicatori da prendere in considerazione per stabilire un metodo scientifico omogeneo di riferimento”.
One Ocean Foudation, origine e obiettivi
“One Ocean Foundation, nata a marzo 2018, è un’iniziativa italiana di rilevanza internazionale per la salvaguardia dell’oceano” ha ricordato Riccardo Bonadeo, vicepresidente di One Ocean Foundation durante l'Ocean Summit.
Mission della fondazione è quella di promuovere la salvaguardia degli ambienti marini attraverso una serie di progetti, sensibilizzando leader internazionali, istituzioni, aziende e il grande pubblico alla cultura della sostenibilità.
La Fondazione, presieduta dalla principessa Zahira Aga Khan, si prefigge l'obiettivo-ambizioso ma necessario- di accendere i riflettori sui pericoli cui sono esposti gli ecosistemi marini e, con loro, la vita sulla Terra. L'organizzazione ha all’attivo oltre 146 tra progetti e attività, con 13.620 giovani coinvolti e 14 partner di rilievo alle spalle, come Allianz, Intesa San Paolo, Rolex, Vichy, Esselunga.