Le mani nello yoga
La mano è la prima parte del nostro corpo che offriamo ad uno sconosciuto e dà subito un'impressione della nostra personalità. Spesso, anche nella pratica yoga, le trascuriamo: vediamo invece, come sfruttarne tutte le potenzialità!
La nostra vita è caratterizzata da gesti di cui spesso ci serviamo in modo inconsapevole.
E’ ormai noto che solo una parte della comunicazione avviene attraverso le parole mentre il resto è affidato a quella che è definita “comunicazione non verbale”: l’insieme dei messaggi che inviamo con il corpo, e quindi anche con le mani, e che rivelano i nostri pensieri e le nostre intenzioni al di là di quello che stiamo dicendo.
In questo campo sono state condotte molte ricerche e vengono impartiti corsi specifici miranti all’interpretazione di questi segni che i nostri interlocutori ci inviano e che possono essere sfruttati nel campo del marketing, della vendita, delle risorse umane.
Per chi fosse interessato alla materia, il libro di Allan e Barbara Pease “Perché mentiamo con gli occhi e ci vergognamo con i piedi” può rappresentare una divertente introduzione a questa affascinante branca dello studio del comportamento umano.
Nello yoga il gesto per eccellenza è quello rappresentato dalle mani in quelle “pose” genericamente definite mudra. Un universo che ha attinto parte del suo repertorio dalla meravigliosa danza indiana e che possiamo riproporre nella nostra pratica yoga quotidiana.
Cosa sono le mudra?
Innanzitutto ripartiamo dalla denominazione “mudra”: significa “sigillo”, “suggello” dell’energia. Nel linguaggio comune, questo termine indica varie posizioni e atteggiamenti delle mani, ma se si volesse essere pignoli, esistono le hasta mudra (mudra delle mani), mana mudra (mudra della testa), kaya mudra (mudra posturali), adhara mudra (mudra perineali), etc.
In questa sede, ci occuperemo solo delle hasta mudra e ci prenderemo la libertà di chiamarle genericamente mudra.
Senza andare nel filosofico o nel religioso, possiamo definirle delle particolari posizioni simboliche delle mani aventi lo scopo, nello yoga, di supportare e arricchire gli asana e le varie tecniche di respirazione e concentrazione.
A livello generale, possono avere anche scopi terapeutici, devozionali, mistici, estetici e artistici come appunto nelle danze.
Dalla teoria alla pratica: mani in primo piano
Di mudra se ne eseguono molte durante la pratica yoga, anche se non sempre si pone su di esse la giusta attenzione. Quando cantiamo l’om, quando eseguiamo il saluto al sole, cosa fanno le nostre mani?
Eseguono due mudra, il primo jnana mudra (come nella foto principale) e il secondo namaskara mudra (mani unite e dita verso l'alto)
Vediamone altri insieme.
Cin mudra (gesto della coscienza)
In posizione seduta, le mani sono distese, palmi verso l’alto le punte del pollice e dell’indice si toccano a formare un cerchio, le altre dita restano distese. Questo mudra favorisce la meditazione e la concentrazione, allevia l’ipertensione e gli stati di collera.
Adi Mudra (gesto del principio universale)
Chiudere il pollice all’interno delle quattro altre dita e collocare il pugno nella parte alta delle cosce con le dita che guardano il pavimento. Aiuta ad avere coscienza di sé e a non lasciarsi vincere dall’abbandono.
Ganesha Mudra (gesto di Ganesh)
La mano sinistra è davanti al petto, palmo verso fuori. Si piegano le dita e si afferra la mano destra con il dorso all’infuori. Le mani così unite sono poste al centro del petto. Questo mudra attiva il cuore, rafforza i muscoli cardiaci e scioglie le tensioni a livello toracico.
Le mudra e i benefici per le nostre mani
Le mudra possono essere eseguite sia come pratica autonoma, che all’interno di una lezione di yoga. Svincolandole dagli asana, possiamo ricorrervi in qualsiasi momento della giornata, anche in ufficio.
L’attenzione durante l’esecuzione sarà profondamente focalizzata sulle mani e sul respiro, mentre il resto del corpo dovrebbe essere non teso, preferibilmente con la colonna dritta e la testa eretta. Possono costituire un momento di pausa nel corso della giornata lavorativa per rilassare le mani, spesso costrette sulla tastiera del pc oppure per favorire la mobilità delle dita ritardando l’invecchiamento degli arti.
La pratica delle mudra, a quanto si sta studiando, ha una certa influenza sul cervello e stimola la memoria e la creatività oltre ad agire sul piano emozionale: una pratica costante migliora l’interazione corpo-mente aumentando dunque la consapevolezza di sé.
Nello yoga, inoltre, possono essere utilizzate durante gli asana, il pranayama o la meditazione per affinare la propriocezione, l’equilibrio e la concentrazione.
Ecco qualche consiglio per lo yoga “fatto in casa”