La salute con i fiori di Bach
70 anni e il cuore di una bimba, grazie ai fiori di Bach. Miria Silvi, autrice di "La salute con i fiori", ci presenta il suo prontuario e ci spiega perché la floriterapia è una disciplina preziosa
A quando risale il suo primo incontro con i fiori di Bach, quando sono entrati nella sua vita?
Ho conosciuto la floriterapia in Inghilterra 12 anni fa:cercavo un aiuto per un ostinato mal di testa di mia figlia. Mi rivolsi ad un negozio di erboristeria e mi dettero tre boccette. Tornai in Italia speranzosa, ma ritenni giusto informarmi sul significato di ciò che avevo comprato, prima di offrire le boccette a mia figlia: comprai un libro di floriterapia e fu lì che mi “innamorai”, che scoprii, cioè, quanti altri modi esistono per stare meglio. (I fiori poi funzionarono molto bene, la ragazza fu da subito anche più serena e tale stato si mantenne).
Stavo andando in pensione e iniziai a studiare, a partecipare a seminari e incontri (circa 400 ore di corsi ricevuti) e dopo 11 anni ancora studio con passione, e dedico molte ore al giorno alla florterapia, che ora insegno.
La floriterapia riporta l'equilibrio in maniera dolce laddove l'armonia e il bilanciamento energetico sono venuti meno. Ma se si mangia male o non ci si dedica all'attività fisica, quanto davvero possono aiutare i fiori di Bach?
I fiori funzionano comunque: la persona riequilibra le sue energie, legge in se stessa e spesso cambia atteggiamento e trova in sé elementi per correggere situazioni deviate (spesso il cibo, per esempio, è consolatorio e riempie vuoti: con i fiori si recupera serenità, equilibrio e accettazione di sé, si alleggeriscono conflitti interiori e il cibo perde la sua funzione di “riempimento”).
Tuttavia Edward Bach consigliava cibo fresco, poco elaborato, frugalità e incontro con la natura, suggerendo di camminare in essa.
Il suo libro è interessante perché ha un andamento diverso rispetto agli altri prontuari. Di solito il binomio è emozione-fiori di Bach. Lei affronta il disturbo fisico e le motivazioni psicologiche connettendole al fiore. Quando è giunta questa intuizione e quanto intenso e prolungato è stato il periodo di studio che l'ha portata a creare il libro?
Ho sempre chiesto, durante il colloquio, quale fosse il motivo per cui le persone si rivolgevano alla floriterapia, e a me come tramite per avvicinarsi alla disciplina e alla cura. Spesso la risposta era un forte disagio fisico che si trasferiva poi in un costante stato di malessere spirituale; in altri casi allo sconforto spirituale si univa poi un problema fisico.
Ho studiato allora con maggiore cura concetti di medicina psicosomatica, ho letto libri di metamedicina, scoprendo il messaggio dei sintomi e, giorno per giorno, mi appariva sempre più chiara la connessione fra corpo e emozioni, fra disagio e anima. Inoltre, per ogni cliente, prendevo appunti, scrivevo: sempre, senza eccezioni, il corpo reagiva favorevolmente, le persone telefonavano per dichiarare il rinnovato benessere, raccontare il loro recupero.
Ho seguito tutti i corsi tenuti dal Dottor Ricardo Orozco, sul principio trans personale: ho letto attentamente il libro di Philip M. Chancellor, “I fiori di Bach” che racconta come lavorava il Dr. Bach, ho ragionato che Bach era un medico e che non avrebbe mai rinunciato a togliere, o alleviare il dolore fisico (anche se per lui il dolore fisico è l’ultimo avviso per riportarci in uno stato spirituale di benessere…).
Negli anni preparai un mio vademecum, che era di natura esperienziale: molti colleghi mi chiedevano di consultarlo, ma andava integrato, per porlo a disposizione di tutti: non era difficile (anche se è stato lungo) collegare disagi e stati d’animo; era quasi sempre esperienza sul campo (ho impiegato circa 3 anni nella stesura definitiva).
A chi si avvicina alla floriterapia quali criteri suggerirebbe per distinguere un professionista vero da un presunto esperto che improvvisa diagnosi?
Una persona iscritta al R.I.F. (Registro Italiano Floriterapeuti) può già essere una garanzia: poi credo sia facile scoprire amore, disponibilità, condivisione nel terapeuta che si contatta: due ore circa di durata del primo colloquio rendono consapevoli di chi si ha di fronte, e poi, i fiori devono funzionare: qualcosa, quasi subito, nel cliente comincia a cambiare e, anche allora, il bravo terapeuta è vicino, sollecita, telefona, si informa (anche il terapeuta, telefonando e chiedendo notizie, conferma se stesso).
Il libro fornisce un metodo preciso per individuare la miscela dei fiori idonea, un vero e proprio strumento di auto-diagnosi. Ma è possibile compierla anche per i non addetti al settore? Non è basilare il dialogo, l'ascolto e la sensibilità del professionista cui ci si affida?
Nel libro è descritto il modo di operare: il testo invita a provare e offre varie chiavi di lettura: ho visto che anche chi non è competente è in grado di trovare una formula adatta al suo stato, almeno si è avvicinato al meglio possibile per lui, scoprendo la capacità di star meglio.
Dopo, più consapevole dei possibili risultati, potrà recarsi dal floriterapeuta, per ritrovare un più profondo equilibrio e la gioia della vita.
E’ vero, il colloquio è fondamentale: il terapeuta “legge” la persona che ha davanti, individua modo di parlare, movimenti, postura, gesti, voce, e aspetta che il cliente parli, a ruota libera: poi, delicatamente, chiederà al cliente del suo passato, della vita di relazione. Intanto appunta tutto ed estrapola i fiori che appaiono durante il colloquio: poi decide la miscela da dare, spiega cosa si verificherà, sostiene la persona nel suo percorso di recupero e aspetta…
I fiori lavorano sulle emozioni. Le è mai capitato di assistere anche a una conseguente, radicale metamorfosi corporea in chi stava assumendo determinati fiori?
Io lavoro oggi con circa 250 fiori: fiori di Bach-Californiani, Australiani Bush e Living, alcuni fiori Francesi, alcuni fiori di Findhorm e dell’Alaska: le persone recuperano se stesse, cambiano il rapporto con la vita e con ciò che le circonda: guadagnano più cura del proprio corpo, sorriso più aperto e consapevole, andatura spedita e sensazione di gioia e leggerezza del cuore e del corpo, volontà e decisionalità nelle scelte.
Che dire poi della ritrovata voglia di fare, di amare di nuovo, di sentirsi più belli e più giovani!
Parlo pure per me: ho 70 anni e il cuore di una bambina felice. Sono stati i fiori a produrre questo stato di benessere: i fiori mi hanno cambiato la vita!
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Immagine | Miria Silvi