Cucina mauriziana, caratteristiche e alimenti principali
Chi visita le isole Mauritius non si stupirà solo della vegetazione e del paesaggio: questa cucina interessante contempla ingredienti africani, cinesi e indiani che si uniscono alle tradizioni importate da francesi, portoghesi e olandesi.
Credit foto
©nicousnake / 123rf.com
Le isole Mauritius
Arcipelago molto rinomato per le bellezze che può offrire a turisti e viaggiatori, la storia culinaria delle Mauritius, gruppetto di isole non lontane dal Madagascar in pieno oceano Indiano, inizia con la grottesca estinzione del dodo anche a causa della massima caccia ai suoi danni perpetrata dai portoghesi e dagli olandesi.
Nei secoli, oltre alla carne di dodo, le Mauritius cominciarono a offrire molto di più, combinazioni di tradizione africana con piatti della cucina francese, alle quali, una volta terminato il periodo dello schiavismo, si aggiunsero influenze e ingredienti indiani e cinesi, importate dai commercianti in cerca di affari.
Oggi, tutto questo è retaggio di una cucina tropicale, con molto pesce, a tratti raffinata per via del grande giro di affari culinario che cresce attorno al turismo. Le Mauritius sono indipendenti dal 1968 e sono una repubblica da circa 30 anni. Induismo, cristianesimo e islam, in questo preciso ordine decrescente, convivono dividendosi la popolazione locale, e questo si riflette anche sul cibo del posto. Non mancano gli alcolici locali... In fondo è stata terra di pirati!
La cucina mauriziana: piatti tipici
Migranti, coloni, schiavi, indigeni: tutti hanno contribuito a creare i piatti tipici mauriziani e con le loro le influenze: quella francese, quella indiana e quella cinese.
Non è un caso che uno dei piatti principali sia il curry, su una base di riso cinese. Il curry mauriziano è meno piccante di quello indiano e usa molta più cipolla e molto aglio.
Unico nel suo genere è senza dubbio il curry di polpo. Sempre di origine indiana è il farata, che nella terra dello yoga si chiama parotta o bharata. Molto saporito, si accompagna ai chutney.
Passiamo a un piatto cino-mauriziano, i dim sum o ravioli al vapore: qui è utilizzato molto zenzero e alcune versioni nouvelle-cuisine contengono anche la mela verde! Abbiamo detto che il cibo principale ruota tutto attorno al pesce e ai frutti di mare.
E’ impossibile allora non citare l’aragosta delle Mauritius e le seppie fritte. Cotte con metodologie francesi, si accostano però a spezie esotiche come il coriandolo fresco.
Oltre al pesce, troverete dovunque anche il cocco: non solo fresco sulle spiagge ma anche in ogni pasticceria che si rispetti. La torta di cocco è onnipresente alle Mauritius. Non mancano i sottaceti locali, chiamati achard legumes, soprattutto fagiolini e peperoncini verdi fritti e tenuti sotto aceto.
Dove mangiare alle Mauritius
Si, è possibile godere un buon cibo di strada alle Mauritius. Però è nei ristoranti, specie quelli di livello medio-alto, che la cucina tradizionale trova la sua apoteosi, spesso in ricette riviste da cuochi che hanno studiato all’estero in grandi scuole alberghiere. Lì potete cedere alle tentazioni del palato.
Da non perdere alle Mauritius
Principalmente ci sono tre cose da non perdere alle Mauritius. La prima è tutto il pesce e i frutti di mare. Molluschi e crostacei come polpo, granchi e cicale di mare trovano qui, tra la mostarda e il curry, nuovi gusti alternativi.
La seconda cosa è la frutta, che a queste latitudine cresce divinamente. La terza sono le bevande a base di canna da zucchero, dal semplice succo all’arrak.
Cosa evitare alle Mauritius
Dovete sapere come orientarvi alle Mauritius. Evitate le mezze misure e non cercate di trovare cibo di alta classe in ristoranti di basso livello tendendo al risparmio, rischiate solo di trovare pesce o crostacei di scarsa qualità e non freschi.
Alcuni piatti con jackfruit, polpa di palma o starfruit (carambola) possono non incontrare i gusti degli occidentali più conservatori.
Consigli e curiosità
Si dice spesso che i dodo, antico parente del piccione comune, ingigantito per via della poca competizione sull’isola, si siano estinti per via della caccia dell’uomo alla sua carne prelibata e abbondante.
In verità, non fu tanto la caccia quanto l’introduzione sull’isola di specie animali capaci di predare le uova di dodo direttamente dai nidi senza che questi fosse capace di difenderle, a sancire definitivamente la fine del pennuto.