Il digiuno: a cosa serve e come farlo
Digiunare fa bene, ora ce lo dice anche l'oncologo più famoso d'Italia, il professor Veronesi. Il digiuno è pratica antica, per motivi religiosi ancor prima che salutistici. Ma, il digiuno, a cosa serve e come si fa?
Lo dice - magari non proprio così - anche il professor Umberto Veronesi nel suo ultimo libro: il digiuno di un giorno toglie il medico di torno.
Si, il digiuno allevia il nostro corpo dalle fatiche di digerire e smaltire addensanti, additivi, conservanti, fritture, lasagne, melanzane alla parmigiana e compagnia bella.
Va fatto con cautela, perché abbia risultati salutari e non sia troppo faticoso per il nostro organismo. Però, ogni tanto va molto bene.
Ecco il digiuno: a cosa ci serve e come farlo?
Il digiuno: a cosa serve?
Nella storia dell’evoluzione umana, per molto tempo (secoli) il cibo non era a disposizione sempre e ovunque come (ma non per tutti) lo è oggi. Ciò significa che il corpo umano è fatto per tollerare momenti di digiuno e alternarli a momenti di alimentazione.
Studi scientifici hanno dimostrato che chi (umani e altri animali) effettua regolarmente dei momenti di digiuno vive più a lungo, ha meno probabilità di sviluppare tumori e mantiene meglio, nella vecchiaia, le proprie facoltà mentali. Il digiuno infatti innesca nell’organismo reazioni di risposta allo stress che alla lunga sono benefiche.
Ecco cosa succede nel nostro corpo quando non mangiamo: dopo 8 ore dall’inizio del digiuno, il corpo avrà esaurito le scorte di glucosio (il carburante essenziale per la vita) introdotte con l’ultimo pasto, e inizierà a produrlo utilizzando le scorte di glicogeno nel fegato.
Proseguendo nel digiuno, il corpo utilizza, per produrre glucosio, le riserve di glicogeno depositate nei muscoli e successivamente (circa 12 ore dopo l’inizio del digiuno) quelle del tessuto adiposo, “bruciando i grassi”, per capirci.
Bruciare i grassi è il nostro miraggio e questo ci potrebbe far pensare al digiuno come rimedio unico per dimagrire. Attenzione però: le reazioni chimiche in questione producono anche corpi chetonici come scarto metabolico, e questi in grandi quantità sono tossici per il corpo.
Proseguendo nel digiuno “a oltranza” (quando le riserve di grasso scendono sotto il 7% del peso corporeo) l’organismo inizia ad utilizzare le proteine per ottenere glucosio: qui finisce il dimagrimento e inizia il deperimento. Non è consigliabile fare digiuni di durata superiore alle tre settimane.
Un digiuno ben organizzato e preparato porta alla eliminazione delle tossine di recente assunzione, alla diminuzione delle infiammazioni, al rafforzamento del sistema immunitario (che non è più costretto a entrare in funzione ad ogni pasto per verificare la “non belligeranza” delle particelle di cibo assorbite).
Inoltre, come sappiamo, le cellule tumorali hanno parecchio bisogno di energia: lasciare a digiuno anche loro può contribuire a rallentarne o impedirne lo sviluppo.
Questi meccanismi di disintossicazione ed eliminazione delle tossine si possono manifestare, durante il digiuno, in varie forme: mal di testa, diarrea, manifestazioni cutanee, lievi dolori diffusi. Il tutto dovrà scomparire nel giro di 1-2 giorni.
Il digiuno e le monodiete
Il digiuno: come farlo
Visti costi e benefici del digiuno, ecco alcuni consigli per chi volesse accostarvisi.
Non effettuate digiuni più lunghi di 1-2 giorni senza avvertire il medico o comunque sentirne il parere. Non digiunate se siete diabetici, se avete meno di 21 anni o se avete altre patologie in corso (nel caso, chiedete al medico).
Raccomandazioni:
- Prima di iniziare il digiuno vero e proprio, iniziare la depurazione del corpo con 2 giorni a base di sola frutta e verdura di stagione fresca e preferibilmente cruda.
- Bere moltissimo durante il digiuno, acqua (meglio se acqua a basso residuo fisso e con pH tra 6,4 e 6,9) oppure anche centrifugati di verdura o brodo vegetale, per favorire lo smaltimento delle tossine e mantenere l’idratazione necessaria.
- Se si sente fame eccessiva durante il digiuno, si possono eccezionalmente consumare uno o due frutti freschi.
- Scegliere i giorni adatti per il digiuno, soprattutto per la prima volta: evitate i giorni di estremo stress o lavoro fisicamente faticoso. Meglio iniziare in un weekend e vedere come va.
- Effettuare il digiuno per non più di 1-2 giorni e riprendere ad alimentarsi con verdura e frutta fresche crude per almeno altri due giorni, prima di riprendere un’alimentazione che sia il più possibile leggera e sana, per non vanificare immediatamente gli effetti benefici del digiuno.
- È possibile ripetere il digiuno, se ben tollerato anche una volta al mese.
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