Stevia: controindicazioni del dolcificante naturale
La stevia, dolcificante naturale oggi tanto decantato, ha delle controindicazioni? In parte sì, scopriamo quali.
La stevia è una piccola pianta perenne che arriva dall'America del sud, appartenente alla famiglia delle Compositae o Asteraceae, che ha un'enorme capacità dolcificante.
I popoli locali la conoscevano e usavano da millenni, ma sulle nostre tavole e nei nostri caffè ha da poco fatto ingresso. Sarà poi così sicura?
Scopriamolo insieme, aiutati anche dalla pagina ufficiale sui dolcificanti della massima autorità europea sulla sicurezza alimentare, l'EFSA (European Food Safety Authority).
Principi attivi della stevia
I principi attivi sono lo stevioside, il rebaudioside A, il rebaudioside C, la dulcoside A. La pianta dolcificante è nota proprio come stevia rebaudiana, da Rebaudi, lo scopritore delle sue proprietà edulcoranti.
In natura sono state infatti descritte più di 150 specie di stevia, ma la rebaudiana è l'unica ad avere anche queste importanti sostanze dolcificanti che si estraggono principalmente dalle foglie essiccate e disidratate.
A seconda della modalità di impiego, la stevia può risultare più o meno dolce, ma anche più o meno naturale e salutare: si può consumare infatti sia sotto forma di foglie fresche che anche in polvere, come estratto disidratato, una polverina bianca, compresse o concentrato liquido (estrazione acquosa o idroalcolica).
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Controindicazioni della stevia
Questo miracoloso dolcificante, dopo essere passato al vaglio di ricerche e studi, sembra non avere controindicazioni particolari:
infatti legamente, l’utilizzo e l'autoproduzione della stevia come dolcificante e dei suoi derivati, è stato ammesso dall'Unione Europea (Regolamento UE N. 1131/2011 della Commissione dell’11 Novembre 2011).
Tuttavia il suo uso e consumo deve restare limitato alle dosi giornaliere consentite, pari a 4 mg per peso corporeo, ovvero circa 240 mg per una donna di 60 kg, fino a 320 mg per un uomo che pesa 80 kg.
Per riconoscere dove si trova questo prodotto, nelle etichette alimentari, anche i glicosidi steviotici hanno una loro sigla: E960. Se la stevia viene assunta in dosi molto più elevate rispetto a quelle usate per dolcificare, può essere causa di ipotensione o ipoglicemia.
Inoltre bisogna fare attenzione: non tutti i prodotti a base di stevia in commercio sono così "naturali", bisogna scegliere bene e leggere bene l'Inci, perché possono contenere anche componenti "poco simpatici" come biossido di silicio, carbossimetilcellulosa sodica, atritolo e aromi "naturali". La soluzione definitiva? Coltivare la stevia da sé e autoprodursi il dolcificante.
I vantaggi della stevia
La stevia, contrariamente allo zucchero o al altri dolcificanti, ha il vantaggio di non possedere alcuna caloria, di non alzare il livello glicemico nel sangue e di essere utilizzabile anche ad elevate temperature, quindi di essere anche un ottimo ingrediente nella preparazione di torte e dessert, oltre che per edulcorare bevande calde e fredde.
Inoltre la stevia, non avendo zuccheri, non concorre nella formazione della placca e delle carie dentali.
La stevia, usatissima nella medicina tradizionale locale, è impiegata anche oggi nella medicina moderna, in particolar modo per chi soffre di glicemia, per la cura della pelle (efficace contro acne, disidratazione, rughe e inestetismi cutanei) e nel trattamento dell'ipertensione.
Viste le sue proprietà, la stevia può anche essere efficace per fronteggiare il diabete, il sovrappeso, l'obesità e altri disturbi simili connessi con il consumo degli zuccheri. Esistono controindicazioni? In realtà non sembrano essercene molte, ma vediamole.
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