La fitoterapia può curare i disturbi prostatici
La fitoterapia è utile nel curare i disturbi prostatici ed è pressoché scevra da effetti collaterali, al contrario dei farmaci chimici
Come funziona la prostata
La prostata è un organo ghiandolare dell’apparato genitale maschile essenziale per le funzioni riproduttive, in quanto produce un’importante componente del liquido seminale. Posta sotto la vescica urinaria, circonda la porzione iniziale dell’uretra, cioè il condotto che dalla vescica porta le urine verso l’esterno perché vengano eliminate.
La sua funzione è quella di produrre un liquido dalla composizione chimica molto complessa, il liquido spermatico, che serve a veicolare gli spermatozoi prodotti dai testicoli (gonadi maschili), garantendo così la loro vitalità e motilità.
Questa ghiandola può andare incontro a patologie molto diffuse, quali prostatiti, ipertrofia prostatica benigna (IPB) e carcinoma prostatico.
Stress ossidativo e patologie prostatiche
Recenti studi scientifici hanno evidenziato la relazione tra un elevato stress ossidativo e patologie prostatiche.
La prostata, infatti, è sede di un’intensa attività metabolica fonte di radicali liberi, che, se non prontamente neutralizzati, possono favorire l’invecchiamento cellulare ed essere il presupposto dello sviluppo di patologie prostatiche croniche.
La fitoterapia e i disturbi prostatici
La fitoterapia, cioè quella parte della Farmacologia che studia l’impiego terapeutico delle piante officinali e delle preparazioni medicinali da esse ottenute, può curare i disturbi prostatici; esistono, infatti, molte piante che hanno effetti benefici sulla prostata: la Serenoa repens, l’Ortica, la Zucca (semi), l’Echinacea, l’Uva ursina, il Pygeum africanum, il Trifoglio rosso, la Boswellia, la Soja.
Cito anche altre sostanze con effetti benefici sulla prostata: il Licopene, l’Acido lipoico, la Vitamina E, lo Zinco, il Selenio, l’Epigallocatechin-gallato del tè verde, l’Acido ellagico.
LEGGI ANCHE
Le proprietà, i benefici e le controindicazioni della serenoa