Boswellia, proprietà e benefici
La boswellia è una resina dalle proprietà antinfiammatorie. Ecco quando e come usarla contro il dolore.
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La boswellia è una resina estratta dalla Boswellia serrata, pianta della famiglia delle Burseraceae. Nota per le proprietà antinfiammatorie e analgesiche naturali, è utile per dolori muscolari, reumatismi, artrite e artrosi. Scopriamola meglio.
- Proprietà della boswellia
- A cosa serve la Boswellia
- Quanta Boswellia assumere al giorno?
- Modalità d'uso
- Effetti collaterali della Boswellia
- Controindicazioni della Boswellia
- Descrizione della pianta
- Habitat della boswellia
- Cenni Storici
Proprietà della boswellia
Dal tronco e dai rametti della boswellia si estrae una gommoresina ricca in acidi boswellici, olio essenziale e polisaccaridi in grado di svolgere una potente azione antinfiammatoria e analgesica su diverse patologie del sistema osteoarticolare.
I principali responsabili dell'azione antinfiammatoria della boswellia sono gli acidi boswellici (acido boswellico, AKBA e loro derivati), sostanze in grado di inibire un enzima (la 5-lipossigenasi) responsabile della produzione leucotrieni e citochine, implicati nei processi infiammatori.
A cosa serve la Boswellia
La gommo-oleoresina di boswellia serve soprattutto a ridurre gli stati infiammatori che interessano l'apparato muscolo-scheletrico ed è dunque uno tra i rimedi contro i dolori muscolari e articolari.
La boswellia è ad esempio indicata in caso di atrite, atrosi, artrite reumatoide. In questi casi, l'azione antinfiammatoria della resina di boswellia serrata aiuta a ridurre il dolore e il gonfiore, e a migliorare la mobilità delle articolazioni.
Il suo utilizzo è consigliato nel trattamento di infiammazioni locali, disturbi degenerativi delle articolazioni, ridotte capacità motorie mattutine, dolori muscolari, reumatismi, artrosi, infiammazione dei tessuti molli come tendiniti, miositi, fibromialgia.
La boswellia viene poi impiegata per le sue proprietà broncodilatanti per ridurre i sintomi dell'asma. Estratti di boswellia sono utili, per uso topico per alleviare dermatiti, psoriasi e affezioni cutanee in generale.
La specie è infine nota anche come pianta dell'incenso poiché la gommoresina che se ne ricava può essere bruciata. L'incenso di boswellia viene utilizzato per favorire il rilassamento, la meditazione e la preghiera. oltre che per migliorare la respirazione.
Quanta Boswellia assumere al giorno
Secondo la medicina ayuvedica, il dosaggio di boswellia giornaliero corrisponde a 2-3 g di gommoresina.
Modalità d'uso
La boswellia può essere utilizzata per via interna o esterna. Internamente, è possibile assumere la gommo-resina così com'è o fare ricorso all'estratto secco di boswellia titolato in acidi boswellici almeno al 65%, da assumere in compresse o capsule.
In commercio è disponibile anche la tintura madre da somministrare oralmente al dosaggio di 40 gocce diluite in acqua, due volte al giorno lontano dai pasti.
Per uso esterno la boswellia si utilizza in creme e pomate analgesiche e antinfiammatorie e in prodotti cosmetici tonificanti e antiage.
Esternamente si può impiegare anche l'olio essenziale di boswellia, noto come olio essenziale di incenso, dalle proprietà antisettiche e antireumatiche e utile anche in caso di tosse, raffreddore e per riequilibrare il sistema nervoso.
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Effetti collaterali della Boswellia
L'uso di boswellia non presenta particolari effetti collaterali; raramente può provocare allergie e disturbi gastrointestinali di lieve entità.
Controindicazioni
L'utilizzo di boswellia è controindicato in gravidanza e prevede cautela in caso di persone asmatiche che assumono terapie per l'inibizione dei leucotrieni.
Descrizione della pianta
La boswellia è un albero che cresce fino a 4-6 metri di altezza, sviluppando una chioma ampia e un grosso tronco molto ramificato, con corteccia color cenere, che si sfalda in sottili scaglie di aspetto cartaceo.
Le grandi foglie sono composte ecaduche, in quanto la pianta va a riposo nel periodo più caldo e arido, perdendo le foglie e sospendendo le funzioni vitali, per cui si dice che va in "estivazione".
I piccoli fiori profumati color bianco-crema sono riuniti in infiorescenze a grappolo dette racemi; il frutto è una drupa trìgona contenente tre semi cuoriformi.
La resina si ottiene dall'incisione della corteccia, che provoca come risposta la produzione di questa sostanza da parte dell'albero. A contatto con l'aria, la resina indurisce lentamente formando delle perle, dette "lacrime", che conservano il colore bianco giallastro e la trasparenza tipica delle resine. Ciascuna pianta può produrre fino a un chilogrammo di resina all'anno, e può essere sfruttata per non più di 6-7 anni consecutivi.
Habitat della boswellia
Originario dell'India e del Pakistan, cresce in Africa orientale, lungo le coste del Mar Rosso, in Somalia, Abissinia ed Etiopia, nell'Arabia meridionale, in particolare Oman e Yemen. Questa specie preferisce il terreno asciutto delle colline dai suoli calcarei, ma è molto resistente alla siccità e al gelo e tollera situazioni estreme. Cresce anche sulle pendici rocciose, sospesa sui burroni, e la si può trovare fino a 1200 metri di altitudine.
Cenni storici
Il nome Boswellia è una denominazione attribuita dal botanico inglese William Roxburgh (1751-1815), medico e botanico, autore della prima Flora Indica, ad un genere di piante che annovera numerose specie, alcune molto rinomate fin dall'antichità, poiché forniscono le resine aromatiche note col nome di incenso.
L'incenso propriamente detto è definito anche Frankincense, cioè incenso franco (schietto, vero), per distinguerlo dalle altre sostanze resinose balsamiche, come mirra, benzoino, galbano, storace. Fin dall'antichità era noto l'uso di queste resine aromatiche per scopi curativi, per fumigazioni disinfettanti dell'ambiente, o per culti pagani nell'area Mediterranea e Mesopotamica, finché divennero il simbolo dell'offerta in tutte le forme cerimoniali di culto religioso.
La boswellia viene utilizzata da sempre nella medicina ayurvedica nei trattamenti per il diabete, per la febbre e alcune patologie cardiovascolari, dermatologiche e neurologiche.
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