Faringite, come riconoscerla
La faringite può essere dovuta ad allergie, batteri, virus o reflusso gastrico. Un corretta diagnosi consente di individuare rimedi naturali mirati che aiutano ad accelerare i tempi di remissione.
Mal di gola? Voce roca e affaticata? Forse potremmo trovarci di fronte a una forma di faringite. La diagnosi è sicuramente argomento da medici, ma alcune indicazioni di massima possono aiutarci a capire cosa potrebbe essere in atto nel nostro organismo.
I sintomi della faringite
La faringite è un’infiammazione della porzione posteriore della gola, dove sono localizzate le tonsille.
I sintomi più comuni sono mal di gola, fatica e dolore a deglutire, abbassamento di voce con raucedine. Al tatto, alcuni linfonodi possono apparire ingrossati e dolenti; in certi casi si manifesta anche un innalzamento della temperatura corporea.
Le cause della faringite
La stagione fredda, colpi d’aria, ma anche eccessi di calore domestico da riscaldamento, aria poco ricambiata e stagnante: tutti questi fattori alimentano una condizione di malessere e veicolano batteri o virus.
Ricordiamoci quindi sempre di coprirci bene quando usciamo, areare gli ambienti di casa e ufficio, mantenere una temperatura diurna non troppo alta né troppo bassa di notte, deumidificare l’ambiente anche con l’ausilio di oli essenziali balsamici.
Oltre a queste regole generali per prevenire i malanni di stagione, vediamo di capire meglio le origini della faringite. Questa infiammazione infatti è dovuta a cause di diversa natura:
> esiste una forma di faringite da reflusso gastrico, dovuta alla risalita di acidi che infiamma e irrita la gola, provocando raucedine, ingrossamento delle tonsille e abbassamento della voce. Spesso questa condizione perdura, innescando una faringite cronica;
> faringite virale: virus influenzali che colpiscono la gola (Rinovirus e Adenovirus i più diffusi) con infiammazione della parte, irritazione, tosse secca, difficoltà di deglutizione;
> faringite batterica: infiammazione causata dalla presenza di batteri come lo streptococco, il mycoplasma e altri che possono portare (oltre ai sintomi precedentemente descritti) anche un ingrossamento dei linfonodi, indice di un’infezione in corso, e febbre.
> faringite allergica: alcuni allergeni, come polveri, polline, muffe e peli di animali, creano irritazione alla gola. L’organismo in sua difesa richiama una sovrapproduzione di muco, provocando il gocciolamento del naso.
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Faringite, i rimedi
Il medico curante procederà alla corretta diagnosi perché in caso di faringite batterica sarà necessario ricorrere agli antibiotici per debellare l’infezione e consentire ai linfonodi di sgonfiarsi.
La faringite virale generalmente guarisce da sé con il dovuto riposo e qualche aiuto naturale:
> Mirra: in estratto idroalcolico, possiamo utilizzare questa resina dalle proprietà antibatteriche per effettuare sciacqui e gargarismi. In commercio troviamo anche delle soluzioni spray con un erogatore molto funzionale per raggiungere le parti posteriori della gola.
> Tea tree: in olio essenziale o in compresse, è utile in caso di faringite batterica e virale. Aiuta a disinfettare il cavo orale, contrastare la presenza batterica, lenire bruciore e arrossamenti e rafforzare il sistema immunitario. Viene considerato come un antibiotico naturale.
> Propoli: a seconda delle esigenze, si possono scegliere più formulazioni: sciroppo, estratto analcolico, idroalcolico, estratto secco, compresse masticabili, colluttori e spray lenitivi. La propoli è un antibiotico naturale utile sia in caso di faringite batterica e virale, che combatte l’infezione e l’infiammazione. Con l’aggiunta di erisimo aiuta a schiarire la voce, decongestionando le corde vocali.
In caso di faringite allergica è necessario prestare attenzione, perché alcuni rimedi (propoli in primis) potrebbero non essere ben tollerati. Meglio quindi virare sulla mirra e il tea tree, con l’aggiunta di ribes nero per sedare l’infiammazione e la reazione istaminica.
Faringite da reflusso, alimentazione consigliata
In caso di faringite da reflusso è necessario lavorare sulla prevenzione in maniera molto sistematica, evitando alcuni alimenti che possono aumentare la secrezione acida e inserendone altri che aiutano a controllare l’esofagite.
Il nutrizionista è la figura professionale indicata per formulare un’alimentazione ad hoc. In linea di massima possiamo tranquillamente suggerire di evitare alcolici, sostanze nervine come caffè, tè, bibite addizionate, solanacee come pomodori e peperoni, zuccheri raffinati, associazioni che portano a fermentazione come carboidrati e proteine animali, carni e frutta.
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Credit foto: Siam Pukkato