La visione psicosomatica della colite
La colite, uno dei disturbi più diffusi nella nostra società moderna, può nascondere cause profonde che coinvolgono il nostro primo cervello e il nostro secondo cervello, in stretta correlazione. I pensieri possono diventare elementi inquinanti da cui liberarsi.
Quando parliamo di colite, trattiamo di visceri, del centro del nostro organismo, di area oscura, privata, profonda. Un argomento difficile che specularmente riguarda la personalità, il secondo cervello, la mente più contorta, in senso fisico, fisiologico e psicologico.
L’intestino: il nostro secondo cervello
Pensiamo alla forma del nostro cervello e a quella dell’intestino: anse, circonvoluzioni, aderenze, terminazioni nervose.
L’intestino possiede un sistema nervoso intrinseco e sebbene nell’immaginario collettivo identifichiamo il cuore come centrale dei sentimenti, nei nostri visceri avvengono scambi emozionali molto potenti, in maniera del tutto autonoma rispetto al cervello.
Basti poi pensare al fatto che gran parte della serotonina, il neurotrasmettitore del benessere, viene prodotto nell’ambiente intestinale.
Possiamo dire che “la felicità è di pancia” senza rischiare un azzardo! Quando i livelli di serotonina sono bassi, oppure quando stiamo vivendo una condizione o semplicemente una situazione ansiogena, che ci procura stress, la nostra pancia risponde con sintomi come nausea, dolori addominali, crampi, improvvise scariche diarroiche.
E attenzione il nostro secondo cervello possiede una memoria molto attenta: basta un input conosciuto, anche inconscio, per innescare reazioni fisiche.
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Colite: infiammazione del cervello
Spesso capita che il nostro intestino reagisca a ciò che la mente non accetta, alle emozioni trattenute o a quelle di cui vorrebbe liberarsi velocemente perché inquinano l’animo e destabilizzano.
In questo altalenarsi di tensioni e rilassamento si muove il nostro intestino, cercando di modulare disequilibri di natura “alta” in “istinti di natura bassa”.
La funzionalità intestinale è strettamente correlata a quella digestiva e spesso se un pensiero o un’emozione non vengono “digeriti”, diventano argomento da eliminare velocemente, di cui liberarsi.
Alcuni pensieri diventano quindi “feci”, che non possono essere tollerati, accettati, sintetizzati e devono essere espulsi velocemente, per tornare a sentirsi puliti anche emotivamente.
Chi soffre di colite di natura psicosomatica risponde spesso ad alcuni tratti di personalità sintomatica.
> Maniaci della pulizia;
> rigidità morale;
> difficili rapporti con la sessualità e i suoi aspetti;
> personalità introversa, inibita;
> incapacità di adattamento.
Colite psicosomatica: una valvola di sfogo
Ricordiamoci sempre che curare il sintomo non elimina la causa, la può zittire, ma spesso il silenzio è il male peggiore, perché è come un fuoco che viene covato sotto le braci e poi dirompe in maniera esplosiva o peggio implosiva!
Problematiche e successivamente disturbi di natura emotiva, mentale, psicologica, o qualunque altro attributo vogliamo associarvi, se non affrontate, riconosciute e curate possono portare a reazioni molto pericolose che vanno ad intaccare l’equilibrio chimico-ormonale del nostro sistema nervoso.
In caso di colite di natura psicosomatica, ma anche di tutte le patologie che hanno radici profonde, applichiamo un approccio olistico che si prenda in carico l’individuo nella sua totalità.
Il naturopata può contribuire al percorso di consapevolezza, in sinergia alla figura del medico, aiutando chi è affetto da questo tipo di patologie a cercare la soluzione del disturbo e non limitando a sedare la sua manifestazione.
La colite dovrebbe essere affrontata con un gastroenterologo, con un proctologo, con un nutrizionista, con uno psicologo, eventualmente con un neurologo, con un naturopata perché spesso per arrivare alla meta si devono incrociare percorsi integrati, anche con rimedi naturali.
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