Articolo

La figura di Ruediger Dahlke

Ruediger Dahlke, una finestra di grande respiro sulla malattia e i suoi significati! Affrontare e integrare il male in un percorso di crescita e superamento è un grande lavoro su stessi, difficile, faticoso, ma necessario se l'obiettivo è ripristinare l'equilibrio.

La figura di Ruediger Dahlke

Per chi studia naturopatia e medicina psicosomatica il nome Ruediger Dahlke apre un mondo, una nuova filosofia in merito alla malattia e alla sua valenza.

Dahlke è un medico tedesco che dopo aver approfondito studi in India è entrato in contatto con realtà più vaste che hanno influenzato il suo approccio alla medicina e a come applicarla in sinergia alla maturazione consapevole dei suoi pazienti.
Ha fondato alcuni centri di studi e ricerca in Germania, in Austria e anche in Italia, dove tiene seminari incentrati sull’ascolto del proprio corpo, la lettura psicosomatica dei principali disturbi che ognuno di noi vive, l’interpretazione della malattia, il digiuno e le sue virtù rigeneranti.

Ha scritto manuali da leggere e rileggere e consultare, come Malattia Linguaggio dell’Anima-Significato e interpretazione delle malattie, Malattia e Destino-il valore e il messaggio della malattia, Digiuno e Consapevolezza, Il Sonno, la parte migliore della vita, Cibo peso e psiche:interpretazione psicosomatica dei disturbi alimentari, questi sono solo alcuni dei suoi saggi, molti scritti in collaborazione con altri professionisti come Thorwald Dethlefsen.

 

Malattia, linguaggio dell’Anima

Non è solo un titolo, è la sintesi di una concezione dell’individuo compreso in un “grande tutto”, un microcosmo fatto di corpo, psiche e anima che si confronta e fonde in un macrocosmo fatto di dualismi multipli: notte, giorno, estate, inverno, primavera, autunno, nord, sud, sole, luna, aria, acqua, terra, fuoco e potremmo continuare all’infinito, in un processo d’integrazione continua.

Un uomo completo è costituito da Io e Ombra. Insieme danno vita al Sé, cioè all’essere umano integrato, realizzato. L’accettazione e l’elaborazione degli elementi d’ombra che si sono incarnati nei sintomi è di conseguenza la via conduce alla scoperta di se stessi. Le malattie sono manifestazioni dell’ombra che, affiorando dalle profondità dell’anima alla superficie del mondo fisico, diventano facilmente accessibili”*.


Questo stralcio riportato da Malattia, Linguaggio dell’anima, è la sintesi del pensiero psicosomatico, che cerca i perché dei sintomi in profondità, andando ad indagare anche quei luoghi d’ombra della psiche che possono aver innescato il percorso patologico.

 

Leggi anche La terapia olistica >>

 

Analogia e Simbolismo

Dahlke è molto più di un medico nell'accezione classica: ha indagato nel mondo dell’esoterismo, del pensiero analogico della medicina antica, Paracelso e il suo Microcosmo uguale al Macrocosmo, del concetto “come sopra, così sotto, come dentro così fuori”.

Per comprendere la malattia, i suoi sintomi, le sue cause e i loro livelli, la malattia deve essere contemplata secondo Dahlke e il simbolismo e l’analogia sono approcci che contemplano la malattia. Simbolo deriva dal greco symballein che significa “unire”: collegare mettere insieme tutte le impressioni che si ricevono.

L’analogia è il pensiero comparativo attraverso il quale attiviamo un processo di misurazione, in cui vengono messi in relazione i simboli, gli elementi che abbiamo unito. Anche la medicina tradizionale, la scienza oltre al pensiero analitico utilizza quello analogico, quando misura compara e raffronta con scale, tarature, basti pensare alla temperatura corporea, alla pressione sanguigna, al colesterolo.

 

I campi della Malattia

Le malattie costituiscono dei campi: ad ogni sintomo non corrisponde soltanto una forma corporea, bensì anche un relativo campo costituito da modelli di comportamento  e di strategie di vita e di sopravvivenza. Nella malattia una certa quantità di energia si trasforma in una struttura fissa, che si radica profondamente nell’inconscio come modello”*.

E’ un po’ il concetto dell’iceberg: se ne vede la punta, il Titanic cerca di schivarla, ma non fa i conti con la parte sommersa che ne impedisce la manovra e la rende vana.
Le terapie che non affrontano il modello radicato nell’inconscio e approcciano solo i sintomi possono portare certo a un risultato, ma temporaneo. Altri studiosi come Ménétrier parlano di “terreno”, da correggere per curare la malattia che da lì si sviluppa.

Secondo la visione di Dahlke per operare un influsso durevole sulle malattie si deve arrivare ad una compensazione, perché il modello non scompare facilmente, anzi è un elemento di equilibrio che si attualizza nel tempo. La medicina deve quindi tener conto di questo aspetto per trovare una giusta risposta terapeutica che integri il soggetto malato, alla sua malattia manifesta, alla sua malattia nascosta e al modello da cui si manifesta la punta dell’iceberg.

Anche in psicologia con Jung si parla di modelli, o meglio di archetipi, modelli verticali che poco si adattano alla lettura scientifica orizzontale, fatta di aspetti logico-causali e cronologici. Gli archetipi si muovono in un mondo sincronico e analogico, e la psicoterapia junghiana va alla ricerca della consapevolezza dei perché.

 

La malattia come possibilità

Dahlke afferma che la malattia deve essere considerata sia come una condizione che ci rende sinceri perché ci rivela ciò che non vogliamo accettare, sia come una condizione ricca di significato a cui è attribuibile una funzione. “Dal primo punto di vista si presenta un modello doloroso e un decorso della malattia di cui non si ha coscienza. L’Accettazione di questo modello e del suo messaggio può condurci al secondo livello e trasformare un’esperienza dolorosa in un rituale che rende possibile la crescita”*

(*) Malattia Linguaggio dell'Anima, Ruediger Dahlke


Leggi anche La riflessologia plantare per l'equilibrio di tutto il corpo >>