Paracelso, Personaggi
PARACELSO: IL PROMETEO DELLA MEDICINA
Preservare o riconquistare la salute rappresenta il fine più alto che la scienza medica si è prefissata dal momento della sua nascita. Come un Prometeo che strappa il fuoco sacro agli dei dell’Olimpo, Paracelso portò agli uomini le basi di una nuova medicina
Paracelso (Einsielden 14/11/1493 - Salisburgo 24/09/1541)
Theophrastus Bombastus von Hohenheim, detto Paracelso è stato medico, alchimista, astrologo e fondatore della Medicina Spagirica. Scacciato dai benpensanti e amato dai poveri che guariva con la sua arte, trascorse la vita in povertà, intento a studiare, ricercare e preparare rimedi che sperimentò con successo. La sua esistenza irrequieta lo portò, dalla nativa Svizzera, a girare attraverso Francia, Spagna, Olanda, Danimarca, Svezia, Inghilterra, Polonia, Russia, molte altre regioni dell'Est europeo fino all’India.
Paracelso fu letteralmente uno shock per la medicina europea del ‘500, e i suoi rivoluzionari insegnamenti, pervasi di magia, alchimia, astrologia, gli conferirono l’appellativo di Lutero della Medicina. Egli, infatti, sosteneva che il vero medico dovesse uscire dalle scuole e dalle università, perché fermamente convinto, che dovesse imparare la sapienza nascosta in tutte le cose, attraverso l’esperienza diretta. Per questo motivo denunciava le autorità mediche di Ippocrate, Galeno e Avicenna, di cui bruciò i testi pubblicamente, e assunse lo pseudonimo di Para-Celsum che significa “oltre Celso” (filosofo greco del II sec.) tenendo la maggior parte delle sue lezioni invece che in lingua latina, così come si esprimeva il mondo accademico di quei tempi, in tedesco.
La medicina prima di Paracelso
Differente nei suoi principi dalla medicina umorale, la Spagyria è una medicina naturale che tenta di metter l’accento sul “principio vitale di tutte le cose”. Fino allora, infatti, le cosiddette medicine erano estratti vegetali, veicolati da acqua, vino o miele. In parole povere, per curarsi si usavano tisane e si praticavano salassi, purghe, rigurgiti e lavaggi, volti a espellere o riequilibrare gli umori in eccesso. Con Paracelso , la preparazione dei farmaci subisce un salto epocale: le sostanze vengono liberate dalla loro tossicità, mettendo a punto il dosaggio così da renderli tollerabili all’organismo, perché come asseriva egli stesso «È la dose che fa il veleno».
Paracelso e i quattro fondamenti teorici
Nell’opera Paragranum (1530) Paracelso definì quattro pilastri sui quali doveva poggiare l'arte del medico: in essi si rispecchia tutta la sua grandezza. La Filosofia, intesa come conoscenza della costituzione dell’uomo e dell’universo di cui è parte, e dei legami nascosti che legano le parti al tutto. L’Astronomia, ossia la conoscenza del cielo, non per indagare il futuro, ma per comprendere l’influsso magnetico che gli astri esercitano sull’organismo umano e che, unito all’alimentazione, allo stile di vita e all’ereditarietà, concorre a determinare la salute o la malattia.
La conoscenza del macrocosmo, e dei suoi mutamenti, oltre a permettere una corretta preparazione dei medicamenti, aiuta a comprendere meglio il microcosmo uomo, dando la possibilità di individuare il rimedio adatto, per somministrarlo al momento giusto, in relazione ai vari periodi dell’anno, alle fasi lunari, ecc. L’Alchimia, la tecnica in grado di correggere, perfezionare o purificare le sostanze per estrarne le virtù curative; e infine la Virtù, che consiste nell'onestà del medico, la sua integralità morale, che lo induce a tener fede alla promessa, letteralmente espressa nel Giuramento di Ippocrate.
Il veleno che si trasforma in medicina
Il significato etimologico della parola Spagyria è “estrarre” da spao e “riunire” da agheiro, ulteriormente traducibile con “solve et coagula” che significa estrarre l’essenza dalla materia, o il puro dall’impuro, per conferirle la virtù curativa. Questa scienza, antichissima e rivoluzionaria, insegna a purificare le sostanze, a dissolverle e a separarne i principi attivi, per poi riunirli una volta perfezionati e potenziati. In questo modo anche sostanze tossiche o velenose, come metalli o minerali, se purificate, possono trasformarsi in medicine.
Quindi, partendo da una pianta fresca o secca si separano i componenti di base, eliminandone le impurità che non consentono il pieno utilizzo della pianta, per poi riunirli in un nuovo “individuo vegetale”, la cui capacità terapeutica è aumentata in proporzione al grado di purezza raggiunto. Essa ha quindi come obiettivo di liberare le sostanze di partenza dall’eccessiva impurità o tossicità, data dallo stretto legame con la materia, rispetto alla quale il principio terapeutico deve essere ricavato. Analogicamente questo corrisponde alla metafora alchimistica della trasmutazione del piombo in oro. La Spagyria però non si esaurisce con la semplice preparazione di rimedi, ma consiste nell’applicazione dei principi dell’alchimia alla medicina, che diventa una vera e propria “arte del curare”.
Paracelso e il codice della Natura
“La Natura è il medico, non tu. Da lei devi prendere ordini, non da te. Cerca solo d’imparare dove sono i suoi farmaci, dove le sue virtù sono scritte e in quali scrigni sono riposte”. Secondo la visione di Paracelso la natura ha riposto dei “segni” in tutte le cose, basta saperli cercare.
Questo è il principio teorico della Teoria delle Segnature. Il mondo ci appare come un insieme di fenomeni e cose tra loro slegate e distinte, ma questa distinzione è solo apparente, perché se si sa “ascoltare”, risulta evidente che queste realtà sono connesse le une alle altre, perché partecipano della stessa essenza o arcanum. Così se nelle piante riscontriamo la forma di organi del corpo umano, allora quelle piante sono adatte alla guarigione di quegli organi.
La malattia e la cura secondo Paracelso
Nel libro “Paramirur de medica industria” (1521) insiste sulle corrispondenze che vincolano l’uomo alla natura, (pietra-pianta-organo-pianeta), e viene sviluppato il concetto del firmamento interno all’individuo, che si compone degli stessi pianeti del firmamento esterno. Secondo questo principio sia le patologie, che le cure hanno una propria identità astrale, perché ogni astrum governa e presiede ogni preparazione farmaceutica, ogni sostanza e ogni organo.
Ogni disturbo, perciò, ha bisogno di un trattamento specifico perché è un’entità specifica, “una cosa vivente, un seme” e come tutte le altre realtà naturali, è presieduta e governata da uno specifico pianeta e quindi sarà curata dal rimedio a lui legato. Perciò alla dinamica dei contrari (allopatia), che caratterizzava le pratiche mediche fino a lui, Paracelso oppone una medicina basata sulla reintegrazione dell’identico (omeopatia).
Risorse utili su Paracelso
Per farsi una cultura su questo spirito ribelle che rivoluzionò la medicina:
- Paragrano, Paracelso- ed. Laterza
- Paracelso - Contro i falsi medici. Sette autodifese, Paracelso– ed. Laterza - 1995
- Paracelso - Il labirinto dei medici , Paracelso - ed. La Vita Felice - 2010
- Introduzione a Paracelso, Massimo L. Bianchi – ed. Laterza
- Il mondo magico di Paracelso, Franz Hartmann– ed. Mediterranee
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