Tecarterapia: che controindicazioni ha?
Come funziona la tecarterapia e quali possono essere le controindicazioni?
In molti si rivolgono allo strumento forse più noto tra le terapie elettromedicali, la tecar, strumento usato da fisioterapisti nel trattamento di varie patologie.
La tecar e le terapie elettromedicali
Tra le terapie elettromedicali anche la tecar solleva non pochi dubbi, in relazione all'effettiva efficacia. In molti altri casi ci sono stati ottimi risultati dati dalla macchina e dal riscaldamento che essa produce. Di base quando si ricorre a questa tecnica non si fa altro che andare a usare una corrente ad alta frequenza.
Questo genera un aumento della temperatura locale nei tessuti umani (diatermia profonda). La conseguenza immediata avviene a livello di un incremento della circolazione sanguigna. Scorre più sangue, c'eè meno rigidità locale.
Se sussiste un evento di tipo traumatico o infiammatorio la tecar andrebbe ad aumentare il processo riparativo delle cellule, in quanto la macchina stimola il potenziale di membrana cellulare.
Ma cosa avviene nella pratica? Viene applicato un elettrodo passivo detto “piastra” a contatto con il corpo del paziente poi si lavora con un secondo elettrodo sulla zona da trattare. Quello “attivo” può essere guidato manualmente dal fisioterapista oppure fissato al tessuto patologico del paziente; la piastra passiva serve perché si formi una corrente. Spesso il fisioterapista sposta manualmente il secondo elettrodo dopo aver spalmato una crema veicolante per favorire lo scorrimento.
Di solito si tratta di una serie di sedute da effettuare come terapia o coadiuvante ad altri tipi di terapie. Il fisioterapista può anche scegliere di accompagnare il trattamento con il suggerimento di alcuni esercizi specifici.
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Controindicazioni nell'utilizzo della tecar
Di base la tecar viene usata per molte patologie, anche delicate, come mal di schiena di varia natura, contusioni, artrosi, lombalgie, distorsioni, dolori derivanti da infiammazioni ai tessuti, ma esistono diversi casi per cui è bene non ricorrere alla terapia.
Primo su tutti è il caso di uno stato di gravidanza, in quanto andare ad agire sulla differenza di potenziale può dare problemi sul lungo periodo al feto. Anche in una situazione in cui si riscontrano arteriopatie scompensate o neoplasie maligne è bene non ricorrere alla tecar.
Se il ricevente porta un pace-maker è bene evitare o comunque è sempre il caso di consultare un cardiologo. Il fisioterapista ha poi la competenza adeguata per capire o meno se ed eventualmente come trattare in caso di parestesia, situazioni di chi riporta ernie al disco o problematiche legate all'insorgere del diabete. Una certa attenzione va data anche alla presenza di protesi dentarie metalliche.
Ci vuole poi ovviamente un'attenzione costante da parte del fisioterapista. Non si possono assolutamente eseguire sedute prolungate, specie sulla regione cervicale o paravertebrale, zone delicate relativamente alla pressione sanguigna.
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