Moda sostenibile tra greenwashing e tracciabilità
Blank è un servizio che seleziona e offre ai clienti esclusivamente brand sostenibili, i cui prodotti sono il risultato di processi di produzione trasparenti e rispettosi dell'ambiente. Abbiamo intervistato la sua ideatrice, Elisa Monici.
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Vestire sostenibile non significa rinunciare allo stile. Ne è convinta Elisa Monici, ideatrice di Blank, azienda e piattaforma online che ha come mission quella di selezionare per i clienti solo brand capaci di accostare ricerca estetica, qualità dei prodotti e impegno dal punto di vista socio-ambientale.
L'offerta di Blank è composta, infatti, di marchi italiani e internazionali che si impegnano a essere trasparenti sulla tracciabilità dei loro prodotti confezionando i loro capi nel rispetto dell’ambiente e delle persone. Ad essi, si affiancano proposte di produzione propria ("Upcycled by Blank"), frutto di un lavoro di riciclo e rimodernamento di capi di seconda mano.
“We believe in sustainable fashion. The cool one” recita il claim sulla homepage del sito, avvertendo come l'opposizione tra moda sostenibile e stile non sia altro che un vecchio paradigma che può essere agevolmente superato.
Conosciamo meglio il progetto proprio attraverso le parole di Elisa Monici.
Moda sostenibile, che significato ha per te e per la tua azienda?
La moda sostenibile è una moda che rispetta l’ambiente e le persone, e che non ne compromette né il presente né il futuro.
In sé racchiude molte tematiche, tanti quanti sono i settori coinvolti. Si parte dall’agricoltura, con lo sfruttamento del suolo e dell’acqua per la coltivazione del cotone o del lino, al trattamento degli animali il cui pelo o pelle diventano materiali tessili. Si passa poi all’industria manifatturiera e alla manodopera che vi lavora, fino a tutti quei processi che accadono quando un capo d’abbigliamento viene scartato dal suo compratore originale. In ognuno di questi passaggi, c’è grandissimo margine di miglioramento, per essere più sostenibili.
Per me e la mia azienda significa fare tanta ricerca, e cercare di offrire non solo prodotti che rispondano a determinati requisiti di sostenibilità, ma essere anche il più possibile trasparente su cosa si sta comprando così da poter fare una scelta consapevole.
Il capo sostenibile per antonomasia è quello che già abbiamo nel nostro armadio, e tutto quello che compreremo avrà un impatto: la scelta è su quanto grande vogliamo che sia.
“Lotta al greenwashing” è forse l'espressione che più identifica la mission di Blank. Come la mettete in pratica?
Trasparenza, trasparenza, trasparenza. Cavalcando la nuova consapevolezza dei cambiamenti climatici, tanti spacciano qualsiasi cosa per sostenibile, organico, bio, vegan… per questo bisogna sempre guardare a fondo.
Per chi non conosce l’argomento non è semplice districarsi tra tutti questi termini, perciò cerco sempre di essere chiara e utilizzo il blog di Blank per approfondire quegli argomenti che creano più confusione.
Come è nato il progetto e come si è evoluto nel tempo?
Il progetto di Blank è nato da un’esigenza personale: cercavo brand che producessero in modo sostenibile, e la ricerca era tutt’altro che semplice.
In molti casi non era chiaro dove l’azienda producesse, l’origine dei materiali, quali certificazioni avessero…
Poi è sorta anche una questione pratica: molti marchi sono specializzati in un solo tipo di prodotto (maglieria, o jeans, o basics) e per creare un look completo avrei dovuto comprare da diversi siti, con diverse spedizioni, che oltre al costo hanno un impatto in termini di inquinamento.
Così ho pensato che sarebbe stato molto più semplice ed efficace trovare tutti questi brand in una sola piattaforma, che selezionasse solo aziende che producessero in modo sostenibile, facendo quindi da “garante”. E così, è nato Blank.
Chi sono i vostri clienti, ovvero coloro che dimostrano acquistando di condividere i vostri valori?
Inizialmente erano solo ragazze che già conoscevano le tematiche della sostenibilità nella moda, o in generale che si erano già avvicinate a uno stile di vita più green. Ma con grande piacere vedo ora avvicinarsi anche ex-shopaholic, che iniziano ad avere un approccio più consapevole alla moda.
Raccontaci “l'esperienza Blank”: cosa offrite agli utenti?
L’idea è quella di offrire una boutique multibrand, in cui tutti i marchi proposti seguono gli stessi valori di sostenibilità ed eticità della produzione.
Proponendo articoli in diversi materiali, dal denim in cotone riciclato, al cotone organico, alle pelli vegane “alternative” fino ai capi Upcycled, cerco di dare una visione più ampia delle possibilità esistenti.
Un punto molto importante nella scelta dei marchi è stato anche lo stile: volevo distaccarmi dall’idea (o pregiudizio) che vede la moda sostenibile come hippie, e proporre capi dallo stile contemporaneo.
Inoltre per me è molto importante che i clienti siano convinti dei capi che comprano, e non siano scelte impulsive, che spesso si trasformano in resi o vestiti che finiscono in fondo all’armadio ancora con il cartellino.
Per questo anche se il negozio è virtuale, offro un contatto diretto con il cliente tramite appuntamenti di personal shopping, in cui posso dare consigli e rispondere a qualsiasi domanda.