Moda sostenibile: la filiera agrotessile
Tessuti biologici e tinture naturali per creare abiti sostenibili ed etici: la nuova filiera agrotessile in Italia unisce agricoltura e moda e vale già 30 milioni di euro secondo la Confederazione italiana degli agricoltori.
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©Fb Donne in campo - Cia
Agritessuti: cos’è la filiera del tessile agricolo
Agritessuti è un marchio ideato e registrato di recente dall’associazione di imprenditrici Donne in campo-Confederazione italiana agricoltori (Cia), con l’obiettivo di creare una filiera ecosostenibile dei tessuti Made in Italy.
Una filiera, quella dell’agrotessile, che risponderebbe alla crescente domanda di capi d’abbigliamento ecofriendly da parte dei consumatori, sempre più attenti alle tematiche ambientali.
Agritessuti punta a unire agricoltura e moda in un’ottica di sostenibilità ambientale, producendo abiti a partire da scarti agricoli, tessuti naturali e biologici e tinture naturali ricavate da radici, foglie e fiori.
Cia, inoltre, è in grado di fornire dati incoraggianti: la produzione di lino, canapa e gelso da seta oggi coinvolge circa 2.000 aziende agricole in Italia, per un fatturato di quasi 30 milioni di euro generato anche da altre attività connesse. Questa cifra - secondo le proiezioni dell'associazione - potrebbe triplicare già nel prossimo triennio se si coinvolgessero le 3.000 imprese produttrici di piante officinali del territorio.
“E’ una filiera tutta da costruire, ma di cui abbiamo il know-how, considerata la vicinanza tra le donne e la tradizione tessile, nella storia e ancora oggi – ha sottolineato Pina Terenzi, presidente nazionale di Donne in Campo-Cia - Per questo, ribadiamo la necessità di dare vita a tavoli di filiera dedicati, al Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, a sostegno della produzione di fibre naturali, a cui andrà affiancata la creazione di impianti di trasformazione, diffusi sul territorio e in particolare nelle aree interne, per mettere a disposizione dell’industria e dell’artigianato un prodotto di qualità, certificato, tracciato e sostenibile”.
Perché è importante una filiera sostenibile nel settore della moda
Gli abiti che acquistiamo inquinano pesantemente l’ambiente, a partire dalla produzione e fino al loro smaltimento, e la situazione è ulteriormente aggravata dal fenomeno della fast fashion.
I consumi mondiali nel settore dell’abbigliamento sono destinati ad aumentare di oltre il 60% entro il 2030 e questo avrà sicuramente importanti ripercussioni sul Pianeta.
Il settore della moda oggi è il secondo più inquinante a livello globale: l’industria tessile produce infatti il 10% delle emissioni di anidride carbonica ed è responsabile del 20% dello spreco di risorse idriche. Basti pensare che per realizzare una semplice t-shirt sono necessari oltre 2500 litri di acqua, mentre un paio di jeans richiede addirittura 10 mila litri.
Inoltre, per realizzare gli abiti che indossiamo ogni giorno, vengono spesso utilizzati coloranti di sintesi e fibre ricavate da materiali plastici, che inquinano fiumi, laghi e oceani a ogni lavaggio in lavatrice.
La moda “usa&getta” ha poi imposto un modello che consente di acquistare abiti attuali a prezzi accessibili ma di bassa qualità, destinati a intasare le discariche al termine della stagione.
Con la crisi ambientale in atto è necessario trovare soluzioni sostenibili nell’industria della moda, a partire da sistemi di produzione.
La filiera agrotessile offre una risposta concreta in questo senso, poiché adotta metodi di produzione a minor impatto ambientale e utilizza materie prime spesso riciclate e che consentono di sprecare meno energia e acqua, per una moda sostenibile.