La Camera approva il DDL contro l'omotransfobia
La Camera dei deputati ha approvato il “ddl Zan”, disegno di legge contro discriminazioni e violenze per orientamento sessuale, genere, identità di genere e abilismo. “Un grande passo contro discriminazioni, odio e violenze”, ha commentato Alessandro Zan, deputato del PD autore della proposta.
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Stop alle discriminazioni per orientamento sessuale, genere, identità di genere e abilismo. Con 265 deputati a favore, 193 contrari e un astenuto, la Camera ha approvato un decreto di legge che si appella alla necessità di agire contro l'omofobia, la transfobia, la misoginia e gli episodi di odio o violenza contro i disabili.
Ora il ddl Zan- il cui nome è preso in prestito al deputato del PD a cui si deve la proposta- approderà al Senato, dove tenterà di completare l'iter di approvazione, nonostante i numeri della maggioranza siano più esigui.
L’obiettivo è mantenere il ddl inalterato per evitare, in caso di modifica del testo, un ritorno alla Camera.
Perché una legge contro l'omotransfobia
Attualmente l’Italia è uno dei pochi Paesi europei a non avere una norma specifica dedicata a proteggere le persone della comunità LGBT+, a dispetto di quanto “stabilito dai principi della nostra Costituzione, dall’ONU, dai trattati dell’Unione europea, dalle istituzioni del Consiglio d’Europa e dalle sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo” denuncia il ddl, invocando l'azione del Parlamento per difendere libertà, uguaglianza e “pieno sviluppo della persona umana”.
Il disegno di legge mira, dunque, a colmare l'attuale vuoto normativo e a introdurre una specifica tutela giuridica per le vittime di discriminazione, odio e violenza legate all'orientamento sessuale e all'identità di genere.
Secondo i dati del servizio di supporto telefonico Gay Help Line, citati dal ddl, nel 2017 sono stati circa 20.000 i contatti volti a denunciare situazioni di discriminazioni, aggressioni o allontanamento da casa da parte dei genitori. In particolare, il 20% delle richieste ricevute fa riferimento a un intervento di natura legale rispetto a casi di violenze e abusi, perpetrati a volte anche all’interno del nucleo familiare. I giovani denunciano le violenze o discriminazioni alle forze dell’ordine solo in un caso su venti, mentre gli adulti in un caso su dieci.
“In base ai dati rilevati attraverso gli organi di stampa, ogni anno sono un centinaio le persone che denunciano pubblicamente di aver subìto abusi a causa dell’orientamento sessuale o identità di genere (nel 2016 gli episodi riscontrati furono ben 196): tali dati confermano che, rispetto al fenomeno rilevato, solo una esigua parte denuncia, in quanto le vittime non trovano un supporto efficace da parte dello Stato” continua il testo.
Stando all’European LGBTI Survey 2020, nove persone LGBT+ su dieci considerano che il loro Paese non si impegni per nulla o quasi per nulla in una lotta efficace ed effettiva contro l’intolleranza e il pregiudizio.
L'Italia“è al 35esimo posto in Europa per accettazione sociale LGBT+” ha spiegato Alessandro Zan a La Repubblica. “Con questa norma che comprende anche il contrasto all’abilismo sarà tra le più avanzate d’Europa. Si tratta di un ampio strumento contro le discriminazioni e le violenze”.
Cosa prevede il ddl Zan
Ecco, in breve, i punti fondamentali su cui si concentra il disegno di legge Zan:
- I primi due articoli introducono l’orientamento, il genere sessuale e l’abilismo negli articoli del codice penale, il 604 bis e ter, che mirano a punire la propaganda e l’istigazione a delinquere per motivi di discriminazione.
- Gli articoli 3 e 4 modificano il decreto legge 122 del 1993, che prevede il carcere per “chi, in qualsiasi modo, incita a commettere o commette violenza o atti di provocazione alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi”, estendendo la pena ai reati di violenza fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sull’abilismo.
- Negli articoli 5 e 6 si prevede l'istituzione della Giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia e di centri antiviolenza per le vittime di omotransfobia.
- L'articolo 7 propone che l’Istat realizzi almeno ogni tre anni una rilevazione che possa essere utile a pensare e attuare politiche di contrasto alla discriminazione e alla violenza.
- Nell'articolo 8, infine, si amplia la copertura finanziaria, con un' ulteriore dotazione di 4 milioni di euro per il Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità.
Arcigay, una prima vittoria
“L’approvazione alla Camera dei Deputati della legge contro l’omotransfobia e la misoginia è una prima vittoria che ci fa ben sperare sull’approvazione definitiva del provvedimento” ha dichiarato in una nota Gabriele Piazzoni, segretario generale di Arcigay.
“I toni della discussione avvenuta in Commissione ed in aula alla Camera, così come la difficoltà dell’iter e alcune soluzioni trovate nel testo della legge, come la necessità ridondante di ribadire i principi di libertà di opinione già previste dalla Costituzioni e dalla giurisprudenza è un indicatore chiaro delle difficoltà che ancora oggi la politica ha nell’affrontare le leggi che riguardano le persone LGBTI. [...] Un indicatore chiaro della tanta strada che ancora resta alle persone LGBTI per arrivare a quella piena uguaglianza che è e resta il traguardo finale delle nostre battaglie per la costruzione di un Paese migliore per tutte e tutti”.