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Festività e inquinamento ambientale

Produciamo più rifiuti, aumentano le emissioni serra: durante le festività natalizie peggiora la qualità ambientale delle città. Ecco quali scelte compiere per un Natale Zero Waste.

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©Iakov Filimonov / 123rf.com

A Natale è sempre sottililissima quella linea che separa la festività religiosa con il suo richiamo ai buoni sentimenti dalla cerimonia più consumistica che assomiglia più a una accelerazione degli acquisti.

 

Fermarsi a riflettere sulle conseguenze dal punto di vista dell'inquinamento ambientale delle festività natalizie, è ormai doveroso. 

 

Un parametro: l'aria

Partiamo da un parametro chiaramente documentato: l'aria. Prendiamo il bollettino di monitoraggio della qualità dell'aria di una Regione qualsiasi italiana, ad esempio quello dell'Emilia Romagna, eseguito da ARPAE

 

Il sistema permette di osservare l'andamento dei rilevamenti giorno per giorno. Siamo tornati indietro a osservare i dati dell'ultimo 23 dicembre, e poi via via dei giorni seguenti. I valori rilevati sono quelli di PM10, PM2.5, No2, ozono, benzene Co ed So2. 

 

Quasi tutti i valori raddoppiano nell'arco di pochi giorni per arrivare ad un picco massimo intorno al Capodanno. Se proseguite nel calendario le le date che indicano i superamenti della soglia consentita, una volta superato il lungo ponte natalizio i valori si riabbassano. E la tendenza all'aumento degli inquinanti è trasversale: sia nel capoluogo di regione che in altre province, sia in zone rurali che urbane. 

 

Come in Emilia Romagna, così vale - più o meno - nelle altre regioni italiane. Come mai? Rispondersi è facile: gli spostamenti con i mezzi di trasporto aumentano, così come aumentano le emissioni per l'aumentata attività nella catena produttiva alimentare della grande distribuzione, della ristorazione ma che casalinga.

 

Perfino i fuochi d'artificio, le candeline, le luci degli addobbi urbani, contribuiscono a peggiorare la qualità dell'aria, disperdendo inquinati quali polveri sottili, surriscaldamento atmosferico e inquinamento luminoso. 

 

Festività natalizie: la mole dei rifiuti in aumento

Non è necessario ricorrere a complessi dati di monitoraggio della raccolta dei rifiuti durante il periodo natalizio: basta uscire di casa e farsi un giro per rendersi conto di quanto la spazzatura si incrementi durante questi pochi giorni.

 

Facciamo un processo ai doni da far trovare sotto l'albero. Quanti di questi sono stati pensati (anche) in ottica sostenibile? Che uso delle materie è stato fatto per tutti quei "pensierini" che spesso durano nella vita del destinatario il tempo dell'apertura del pacchetto per poi finire abbandonati nell'oblio di qualche angolo di casa? 

 

I regali, quindi, significano più rifiuti, perché ogni oggetto ha un costo di produzione, un impatto durante il proprio ciclo di vita, e di smaltimento.

 

All'oggetto si aggiunge poi il packaging: colorato, luccicante, bello, ma raramente riciclabile e realmente riutilizzato. La carta, le scatole, l'imballaggio, anche i bigliettini di auguri: il più delle volte finiscono direttamente nella spazzatura, e nel peggiore dei casi nell'indifferenziata poiché non sappiamo esattamente di che materiale sono composti, se non un insieme di plastiche difficilmente riciclabili

 

Gli alberi di Natale

L'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), ha evidenziato i costi ambientali degli alberi di Natale, facendo un raffronto tra quelli sintetici e quelli veri. 

 

Secondo Isprambiente “in termini di emissioni di gas-serra, per esempio, un albero artificiale di 2 metri ha un'impronta di carbonio equivalente a circa 40 kg di emissioni di gas serra, più del doppio di un albero reale che finisce la sua vita in discarica e più di 10 volte quello di un vero albero che viene utilizzato per produrre energia o sostanza organica come ammendante di terreni.” 

 

C'è da fare, però, una doverosa precisazione: gli alberi veri, per essere davvero sostenibili, devo provenire da vivai certificati e sarebbe bene, una volta passate le feste, poterli trapiantare, o smaltirli come verde, anziché farli finire nella spazzatura. 

 

Pranzi, cene e inquinamento

Passiamo alle adunate di famiglia, ai pranzi alle cene e ai pasti in generale fatti con amici e parenti. 

 

Pensiamo sia furbo fare tutto in casa, senza andare in giro per ristoranti dove vengono sprecate tonnellate di cibo a fronte di spese, esorbitanti per le proprie tasche e per l'ambiente in generale. Ma sbagliamo se speriamo di non contribuire nemmeno un po'. 

 

Durante le feste natalizie, supermercati e anche piccoli rivenditori abbondano di cibi di ogni genere: frutta, verdura, carne, pesce, dolci e alimenti esotici che vengono anche da molto lontano. Quasi la metà finisce nella spazzatura, invenduta o non consumata

 

Per tutti, i costi di produzione e di distribuzione comportano oneri ambientali maggiori rispetto agli altri periodi dell'anno: i trasporti e la produzione di carne aumentano l'emissione di Co2, lo sfruttamento ambientale per frutta e verdura fuori stagione impoverisce il terreno, e non sempre l'etica del lavoro viene rispettata. 

 

E quindi?

Come fare, quindi? Evitare di voler risolvere tutto e cercare una mediazione tra il troppo e il niente è già qualcosa.

 

Informiamoci sulle conseguenze dei nostri comportamenti, e sulle alternative, che esistono e sono facilmente accessibili. pratichiamo quanto più buon senso riusciamo, diffondendo la gioia ovunque, anche nell'aria.