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La guerra è anche una minaccia per il clima, secondo Guterres

“Stiamo camminando a occhi chiusi verso la catastrofe climatica”, sostiene il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres.

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©palinchak / 123rf.com

La guerra ci pone dinnanzi alla sfida della complessità

Soprattutto quando siamo di fronte a problemi complessi, tendiamo a ragionare a compartimenti stagni. Ora l’attenzione mediatica è focalizzata sulla guerra in Ucraina, per motivi comprensibili: fino a pochi mesi fa la prospettiva di un conflitto in Europa appariva inconcepibile, tanto più con conseguenze così devastanti sui civili. 

 

Eppure, siamo chiamati – a tutti i livelli, dal singolo cittadino al Capo di Stato – a fare uno sforzo. Ad accettare la complessità e scendere a patti con il principio per cui è tutto collegato. La guerra è un evento geopolitico che ha enormi implicazioni economiche, come abbiamo visto con l’impennata dei prezzi del gas che ha inciso sulle nostre bollette così come sul comparto dei fertilizzanti

 

Ma la guerra ha anche conseguenze sociali, poiché determina un immenso flusso migratorio che andrà gestito prima a livello emergenziale, poi con una visione di sistema. E sì, la guerra ha anche conseguenze sui cambiamenti climatici. E quindi sul futuro della nostra specie.

 

Le parole di António Guterres

Il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres, intervenuto nel corso di una conferenza sulla sostenibilità a Londra, lunedì 21 marzo ha tenuto un discorso dai toni durissimi.

 

“Il problema sta peggiorando”, ha dichiarato senza mezzi termini. Da un lato, i piani di ripresa post-Covid sono “scandalosamente iniqui”, rivelandosi un’opportunità persa per mettere in pratica la transizione verso le energie pulite. 

 

La guerra tra Russia e Ucraina ha ulteriormente complicato le cose. Spaventati dall’impennata dei prezzi del gas e del petrolio russo e di un possibile taglio delle forniture, svariati Paesi hanno reagito ripiegandosi ulteriormente sui combustibili fossili. Anche il presidente del Consiglio italiano Mario Draghi ha ipotizzato di riaccendere le centrali a carbone, contravvenendo alla promessa di abbandonare questa sporchissima fonte di energia.

 

Il risultato? “Stiamo camminando a occhi chiusi verso la catastrofe climatica”, ha affermato Guterres. Andando avanti così, possiamo dire definitivamente addio all’obiettivo di contenere il riscaldamento globale entro gli 1,5 gradi centigradi rispetto ai livelli preindustriali. Cioè alla soglia che, secondo gli scienziati, ci potrebbe permettere di scongiurare le conseguenze peggiori della crisi climatica. Anzi, rischiamo addirittura di sfondare il tetto dei 2 gradi.