Monitorare le risorse idriche per il bene del Pianeta
Viviamo nell’era dei Big Data, ma ancora non abbiamo un sistema efficiente di monitoraggio delle risorse idriche. Sonaar Luthra ci indica il modello da seguire: le previsioni meteo.
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©TED talk
Non abbiamo abbastanza dati sull’acqua
Viviamo nell’era dei Big Data. Un’era in cui, come consumatori, siamo ormai consapevoli del fatto che ogni nostro clic sia immagazzinato in un database, dove viene usato per tracciare un profilo di chi siamo, dove viviamo, cosa compriamo, cosa desideriamo. Siamo ormai abituati a pensare che tutto possa essere trasformato in numeri, da processare con software sempre più sofisticati.
Eppure siamo ancora alle prese con un enorme vuoto di conoscenza. Un vuoto che diventa assordante perché coinvolge una delle risorse naturali più preziose per il futuro del Pianeta e dell’umanità: l’acqua.
A scoperchiare il vaso di Pandora è il ricercatore e imprenditore Sonaar Luthra durante un apprezzato talk per l’evento Ted Countdown, dedicato alla crisi climatica. Mentre mostrava le statistiche sull’uso dell’acqua nell’ultimo decenni di ogni nazione del G20, ha optato per un commento tranchant: “Ciò che questi numeri non vi dicono è che nessuna di queste nazioni misura direttamente quanta acqua usa. Si tratta di stime, basate su modelli obsoleti che non considerano la crisi climatica, o il suo impatto sull'acqua”.
Perché è importante monitorare le risorse idriche
Eppure, un accurato monitoraggio delle risorse idriche è la base sulla quale costruire risposte efficaci ad alcune problematiche che si fanno sempre più pressanti. Innanzitutto gli eventi meteorologici estremi, conseguenza diretta dei cambiamenti climatici, che si manifestano sotto forma di piogge torrenziali, inondazioni o, viceversa, ondate di siccità.
Sonaar Luthra fa l’esempio della città di Chennai, in India, che nel 2015 è stata colpita da un’inondazione che ha avuto un bilancio di oltre 500 morti, 1,8 milioni di sfollati e danni economici stimati tra i 3 e i 14 miliardi di dollari. Oggi le sue riserve idriche sono quasi asciutte, dopo tre anni di piogge al di sotto della media. Come si può pensare di affrontare fenomeni del genere – o, meglio ancora, prepararsi in anticipo – se mancano dati idrici affidabili?
Si è parlato molto anche di Cape Town, la quinta città più popolosa del Sudafrica, che nel 2018 si era trovata a un passo dal “Day zero”, il giorno dell’interruzione totale dell’erogazione di acqua. Il pericolo è stato scongiurato soprattutto a suon di limitazioni imposte a cittadini, industrie, locali pubblici e agricoltori. Ma i sacrifici sono stati pesanti. E tutto fa pensare che una situazione del genere sia destinata a diventare sempre più comune.
Il secondo grande filone proposto da Sonaar Luthra è quello dell’inquinamento. Il Ted Talk nomina i Pfas, una famiglia di migliaia di sostanze usate per decenni per realizzare padelle antiaderenti, imballaggi, schiume antincendio e innumerevoli altri prodotti. Un nome purtroppo ben noto anche in Italia, soprattutto tra le province di Vicenza, Verona e Padova, dove sono state rilevate elevate concentrazioni di Pfas nel sangue del 30% della popolazione. Con potenziali rischi per la salute documentati da numerose pubblicazioni scientifiche.
L’intuizione: il meteo delle risorse idriche
Tutti questi elementi – sostiene Sonaar Luthra – vanno in una sola direzione: bisogna investire molto di più nel monitoraggio delle risorse idriche su scala globale. Abbiamo già un modello da seguire: il meteo. Un servizio che oggi ci sembra scontato, quasi banale, ma che è l’esito di un lungo percorso di ricerca scientifica e tecnologica e contribuisce in modo determinante al buon funzionamento del nostro sistema economico e sociale.
“Un servizio meteorologico mondiale per l'acqua ci aiuterebbe a prevederne le carenze. Ci aiuterebbe a realizzare il razionamento molto prima che le riserve si esauriscano. Ci aiuterebbe a rilevare la contaminazione prima chi si diffonda, a proteggere le nostre filiere, ad assicurare le risorse alimentari, e forse, più di tutto, renderebbe possibile la stima precisa del rischio necessaria per prevenirlo”, afferma.
L’azienda da lui fondata, Water Canary, va in questa direzione. I suoi clienti spaziano tra settori merceologici molto diversi che vanno dall’agricoltura alla finanza, dai servizi assicurativi alle pubbliche amministrazioni. A tutti loro l’azienda offre assistenza per “identificare l’esposizione a rischi emergenti legati all’acqua e implementare soluzioni per gestirli”.