Restor, la tecnologia alleata degli alberi
Dall’expertise scientifica del Crowther Lab e dalle tecnologie Google nasce Restor, una piattaforma digitale per guidare i progetti di ripristino degli ecosistemi.
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Sulla Terra c’è spazio per mille miliardi di alberi
La Terra ospita più di 3mila miliardi di alberi. Un numero che si è dimezzato rispetto all’era precedente alla civiltà umana, ma che comunque è sette volte più alto rispetto a quanto gli scienziati hanno ipotizzato a lungo.
Fattore ancora più significativo, al di fuori delle aree urbane e agricole c’è ancora spazio per piantarne altri 1.200 miliardi. Così facendo, nel lungo periodo il suolo e la vegetazione riuscirebbero ad assorbire fino al 30 per cento della CO2 in eccesso nell’atmosfera. Annullando, almeno in parte, gli effetti delle attività antropiche.
Quando sono stati pubblicati dalla rivista Science, questi dati hanno ottenuto un’eco mediatica immensa. Ben superiore anche alle aspettative di chi li aveva elaborati, il centro di ricerca Crowther Lab. Basti pensare alla campagna One trillion trees lanciata dal World Economic Forum, con l’ambizione di unire per la stessa causa governi, organizzazioni non governative, aziende e cittadini.
"Il ripristino non è una bacchetta magica"
Quest’ondata di entusiasmo, però, ha portato con sé anche un colossale malinteso. A spiegarlo senza mezzi termini è lo stesso fondatore del Crowther Lab, Thomas Crowther, in occasione del Ted Countdown: “Visto attraverso questa lente, il ripristino sembra una facile scappatoia”.
“Ripristinare non significa avere una bacchetta magica – continua –. Non esiste nessuna bacchetta magica. È solo una in un ampio spettro di soluzioni di cui abbiamo disperatamente bisogno. E l'idea degli alberi come facile via d'uscita è una prospettiva allettante ma è una vera minaccia per il movimento contro i cambiamenti climatici e per gli ecosistemi che ancora rimangono”.
C’è di più. Se ci si limita a piantare il maggior numero possibile di alberi, senza selezionare le specie più adatte allo specifico habitat, si rischia di fare più male che bene al Pianeta. Quasi la metà delle aree rimboschite nel mondo è costituita da monocolture, quelle che la ong Monga Bay ha soprannominato “deserti verdi”. Saranno anche efficienti per la produzione di legname, infatti, ma compromettono la biodiversità e i servizi ecosistemici.
Restor, la tecnologia al servizio della natura
Il Crowther Lab quindi non si è fermato. Ha incrociato tra di loro i dati scientifici, le immagini da satellite e le informazioni di carattere ambientale, mettendo a punto una mappa con le caratteristiche dei vari ecosistemi.
Grazie all’apporto determinante delle tecnologie fornite da Google, il risultato è Restor: una piattaforma di dati ad accesso libero che indica le specie di piante, alberi o arbusti più adatte a essere piantate in una determinata zona. Non solo, tiene anche traccia dell’andamento dei progetti di ripristino. Così facendo, offre indicazioni esaustive sia alle organizzazioni impegnate nel rimboschimento, sia ai loro finanziatori.
La piattaforma è stata mostrata in anteprima durante Ted Countdown ed entrerà in funzione nel 2021. Sarà la community a caricare i dati dal basso, diventando promotrice e protagonista del movimento. “La conoscenza di migliaia di progetti sarà nelle mani delle persone, ovunque”, conclude Crowther.