Gli asana per riscoprire il proprio mondo interiore
Molte volte durante la pratica si è talmente concentrati sulla posizione da lasciarsi sfuggire la proposta interiore che lo yoga ci invita ad accogliere. Eppure ogni asana è un’occasione per esplorare se stessi, le proprie emozioni e i propri blocchi
Uno degli aspetti più affascinanti dello yoga, che lo distingue profondamente e visceralmente da ogni altro tipo di disciplina legata al movimento, è che esso si rivolge e coinvolge la persona nel suo complesso, sia fisico che mentale.
Una lezione di yoga, dunque, non va solo a stirare e allungare i muscoli (come potrebbe fare una qualsiasi ginnastica tipo “stretching”), ma agisce anche sul substrato interiore del praticante.
Proprio per questo motivo è assai indicata per i disturbi di origine psicologica, siano essi patologici o meno, quali ansia, depressione, insonnia. Molte volte vi avviamo consigliato quali asana possono essere indicati per determinati malesseri o a scopo preventivo; abbiamo illustrato gli stili di yoga più nuovi o stravaganti e mostrato gli attrezzi che potevano venirvi in soccorso durante la pratica.
Ora cercheremo di approfondire il discorso andandoci a sganciare dall’”esterno” e rivolgendo lo sguardo dentro di noi.
L’asana quale incontro di corpo e mente
La parola yoga deriva dalla radice sanscrita yuj che significa “unire”, “soggiogare”. Questa pratica propone una visione dell’essere umano non più scissa in componenti indipendenti e sorde le une alle altre, ma suggerisce che ogni parte compone e racchiude il Tutto.
La concezione secondo cui il corpo e la mente sono due entità separate, in questo contesto, viene a sgretolarsi: agire sul corpo, significa agire sulla mente, sulle emozioni e, in definitiva, su se stessi.
L’hatha yoga utilizza il grande repertorio degli asana, ovvero gli atteggiamenti posturali (le “posizioni”) per realizzare la duplice impresa di plasmare il corpo e la mente. Afferma Gabriella Cella, scrittrice e insegnante yoga: “Gli asana insegnano a conoscere e ri-conoscere se stessi in ogni forma, a correggere e a sciogliere i nodi rigidi del nostro corpo al fine di sciogliere i nodi della mente”.
Durante la pratica non dimentichiamo questa saggia affermazione: un asana non è solo una figura disegnata con il corpo, ma rappresenta l’opportunità di entrare dentro di noi, di constatare i nostri blocchi (fisici e non) e di fronteggiare la tempesta delle nostre emozioni. Se siamo agitatati, nervosi o tesi nella pratica questo affiorerà; avremo la possibilità di prenderne consapevolezza e, attraverso l’abbandono e il rilassamento, di accettarlo e lasciarlo andare.
La Grande Bellezza dello yoga secondo il fotografo Robert Sturman
Corpo e mente sono in muta e costante comunicazione dunque slegare il corpo dalla penetrazione della mente o privare quest’ultima della corporeità significa portare avanti un discorso con i piedi fragili e perdersi una parte determinante dell’insieme.
Lo yoga, al contrario, coltiva costantemente questa unione e ogni asana è un’occasione per sperimentarla su se stessi. Farsi sfuggire un’opportunità del genere per rincorrere la perfezione o l’acrobaticità della posizione sarebbe un vero peccato nonché un allontanamento da una pratica genuina e profonda.
Superare l’asana e specchiarsi nel proprio “lago interiore”
Quanto esposto nel precedente paragrafo rappresenta l’applicazione di alcuni importanti principi teorici dello yoga. I padri di questa disciplina infatti hanno condotto un’analisi accuratissima della mente umana e si sono interrogati sulle sue dinamiche.
Non è questa la sede per intraprendere uno studio in merito dato che sono molti i testi autorevoli cui rivolgersi. Ci limiteremo, per invogliare la curiosità dei lettori, a proporre l’immagine che offre Patanjali della nostra mente: essa, potenzialmente, è un placido lago calmo e trasparente.
Eppure, costantemente, esso è turbato da onde e vortici che sono il frutto dei pensieri, delle emozioni, dei ricordi, dei condizionamenti, dell’educazione, della storia personale. L’acqua diviene così torbida e agitata e scrutarne il fondo risulta impossibile.
Scopo dello yoga è prendere consapevolezza di tali “modificazioni” e, in ultimo, limitarle fino ad estinguerle. Questo permetterà allo yogi di penetrare le profondità del proprio lago interiore e di godere di tutti i tesori che si nascondono in esso.
Puliti dentro e belli fuori... con lo yoga!