Yoga, un aiuto contro la depressione
La depressione è un disturbo in grandissimo aumento. Accanto alle terapie tradizionali, sempre più gli esperti consigliano di investire se stessi nello yoga per sconfiggere questo “male oscuro”
Proprio questo autunno è rimbalzata la notizia sui maggiori quotidiani nazionali che in Italia sta aumentando il consumo di antidepressivi continuando un trend iniziato lo scorso anno. Questo dato, ritengono gli esperti, non è altro che l’ennesima sfaccettatura di quel mostro senza volto che chiamiamo “crisi”: una parola talmente ripetuta che sembra aver perso ogni contenuto, ma che è presente nella nostra vita continuamente.
Quando andiamo a fare la spesa, quando cerchiamo lavoro, quando riflettiamo sul nostro futuro un “qualcosa” ci impedisce di vedere positivo: è la crisi, ci rispondono, ci rispondiamo. E se molti riescono nonostante tutto ad andare avanti “A muso duro, come un guerriero senza patria e senza spada”, altrettanti possono scivolare in uno stato patologico genericamente etichettabile come depressione, il “male oscuro” (così veniva definita nel passato) del nuovo millennio.
La depressione: un disturbo complesso da non sottovalutare
Sebbene genericamente associata alla “tristezza”, non siamo clinicamente depressi se un giorno ci sentiamo giù di morale o abbiamo avuto una giornata storta. Questo perché il disturbo deve avere un carattere sindromico, cioè dato dalla combinazioni di più sintomi come ad esempio l’insonnia, la mancanza di appetito, la difficoltà di concentrazione, senso di inadeguatezza e inutilità tali da portare il soggetto a non poter svolgere la sua vita quotidiana.
A partire dagli anni ‘80/’90 del secolo scorso gli specialisti hanno iniziato a evidenziare il carattere invalidante della depressione, sia a livello privato che in termini di spesa pubblica sottolineando il fatto che essa compromette la funzionalità dell’individuo tanto quanto una patologia organica.
Se pensiamo che essa coinvolge una fetta sempre crescente della popolazione mondiale e rappresenta una delle sfide maggiori nel campo della salute mentale, queste poche righe iniziano a farci comprendere il peso specifico di un disturbo all’apparenza molto sfuggente e difficile da diagnosticare.
Lo yoga: una risposta in più alla depressione
Dinnanzi al problema depressione, quali sono le risposte? Innanzitutto, come è noto, gli antidepressivi, ovvero dei farmaci che agiscono sui neurotrasmettitori cerebrali. Alla terapia farmacologia può essere associata quella psicologica secondo molteplici approcci tutti strutturati e a tempo determinato e tutti, in qualche misura, supportati da evidenze empiriche.
Come si inserisce lo yoga in questo quadro? Se quelle precedentemente descritte sono le cure più comuni alla depressione, si è sempre più alla ricerca di risposte che non abbiamo gli effetti collaterali dei farmaci e che siano relativamente a basso costo.
Ecco così che l’antica disciplina indiana si innesta in tale contesto con profonda legittimità. Numerose ricerche scientifiche confermano l’efficacia dello yoga nella cura alla depressione e la stessa filosofia di accettazione insita in questa pratica può aiutare ad acquisire una maggiore capacità di gestione dello stato depressivo. Il perché ce lo spiega il dott. Michael Tompkins, psicoterapeuta cognitivo-comportamentale presso il San Francisco Bay Area Center for Cognitive Therapy: egli sostiene che quasi tutte le persone che sperimentano attacchi di panico o episodi di depressione sono così spaventate che investono tutta la loro energia nel cercare di non ripetere quella brutta esperienza. Utilizza così una metafora: se remiamo contro la corrente, essa ci fa annegare. Se invece galleggiamo e ci facciamo trasportare pian piano essa ci porterà a riva. La pratica degli asana aiuta a contrastare la depressione provocata dall’ansia perché riduce gli ormoni da stress come il cortisolo e l’adrenalina, producendo la cosiddetta “risposta di rilassamento”. Questa risposta varia da individuo a individuo, ma se attivata permette una maggiore accettazione delle sensazioni che si provano che non vengono più rifiutate o sfuggite, ma affrontate con una variabile dose di serenità.
Altri studi sui benefici dello yoga contro la depressione suggeriscono che la pratica yogica può avere degli effetti assimilabili a quelli degli psicofarmaci specialmente per quel che riguarda i neurotrasmettitori. Ovviamente nessuno può dire “Pratica questo o quell’asana e la depressione passerà” perché la complessità del problema è tale che non esistono “cure miracolose” adatte a tutti e a tutti nello stesso modo. Ci si può concentrare piuttosto sul tipo di yoga tra i tantissimi proposti in occidente dove l’offerta è così vasta che il praticante può sentirsi soverchiato e confuso. In genere, si consiglia una tipologia di yoga che includa una parte, seppur piccola, di meditazione i cui effetti benefici in merito alla cura della depressione non smettono di essere studiati e di stupire. Il vero nocciolo della questione è che non esiste una sequenza “magica” o un asana che cancellerà la sofferenza: esiste la nostra disponibilità e la nostra voglia di servirci di uno strumento - quale è lo yoga- che può farci comprendere qualcosa su noi stessi e, eventualmente, aiutarci a superarla cambiando la nostra vita.
Yoga e depressione: un appoggio in un difficile cammino
La pratica dello yoga è qualcosa che può coinvolgere l’individuo a 360° e fornirgli un approccio diverso ai problemi (e non una soluzione ad essi, checché molti sedicenti “guru” sostengano). Essa può essere dunque inserita con profitto all’interno di una terapia contro la depressione, sia essa farmacologica o psicologica. Forse non troveremo subito lo stile adatto, la scuola che fa per noi o il maestro che ci ispira e inizialmente procederemo per tentativi: incontrare qualche inciampo durante il cammino non significa che non sia la strada che dovevamo percorrere...
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