Suryanamaskara, le 7 posizioni del Saluto al Sole
Ripercorriamo insieme tutte le posizioni del Saluto al Sole con grande cura. La pratica del Suryanamaskara, se eseguita con costanza e giusta attenzione al respiro, ha effetti e benefici eclatanti.
L'importante è non andare oltre con l'intento di forzare schiena, gambe o anche, ma cercare invece sempre la distensione non solo a livello muscolare ma anche degli organi interni. Una sequenza facile, antica, potentissima.
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Il Surya Namaskara è una serie dinamica composta da 12 posture dove il contatto con il respiro consapevole diventa essenziale.
È bene praticarlo a digiuno, appena svegli, dopo aver svuotato vescica e intestino e dopo aver bevuto un bicchiere di acqua calda magari con degli spruzzi di limone. Potrebbe essere buono anche dedicarsi alla pratica dopo aver pulito la lingua come secondo le pratiche igieniche yogiche classiche.
La pratica dovrebbe essere accompagnata dalla recitazione di mantra.
Tra i grandi benefici di una pratica costante del Saluto al Sole si hanno quelli relativi agli effetti sulla qualità del sonno, sull'ipertensione, sulla memoria, sul potenziamento delle difese immunitarie, sul lavoro delle ghiandole endocrine e su quello dell'apparato digerente.
Come agire sulla respirazione con la tecnica yoga pranayama
Immagini | Arianna Tondo
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Eccoci, in piedi davanti al sole. E se il sole non ci fosse? Ponetevi comunque verso la sua direzione e cercate di sentirne l'energia, evocarla internamente. Se all'inizio ciò non fosse immediato, la direzione, comunque, è il Nord.
Nel Pranamasana talloni sono uniti, le gambe forti, due pilastri solidi. Il dorso ha una tensione di vitalità che è comunque rilassata. I palmi delle mani sono davanti al petto ma leggermente a distanza.
Inspirate riempiendo i polmoni al massimo della capacità. Non ci sono pensieri altri, non ci sono distrazioni, faccende altre. Ci siete voi con il vostro respiro.
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Dalla prima posizione ci si muove e si dà vita a questa bellissima sequenza.
In Hasta Uttanasana il corpo intero diventa un arco, le ginocchia si flettono, le mani cercano indietro e lo spazio della gola si apre.
Qui l'intenzione è di far penetrare l'energia del sole completamente.
Il nome in sanscrito significa proprio "posizioni delle mani sollevate".
È molto importante non esagerare per non stressare eccessivamente la delicata zona lombo-sacrale.
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Padahstasana è la posizione è una flessione verso terra, con le mani che toccano terra e mantengono distanza l'una dall'altra, solo i polsi sono piegati, le braccia stese. Il naso e la fronte dovrebbero toccare le ginocchia, ma anche qui va detto che non si deve esagerare, perché il benessere dei muscoli è importantissimo e non vanno tirati oltre il limite. La parola d'ordine è: gradualità.
Circa il respiro: si deve espirare lentamente e continuamente mentre si assume questa posizione.
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In Aswa Sanchalanasana, i palmi e le mani non si muovono da dove eran rimaste nella seconda posizione, una gamba si flette ulteriormente e l'altra si ritira indietro allungandosi. Il tronco è dritto e la testa si solleva leggermente in verso indietro, per quanto possibile.
L'inspirazione è profonda e lo stomaco viene spinto in fuori per quanto si può.
Sorvegliate bene il respiro, i sentimenti, le sensazioni, senza identificarvi con tutto ciò, restando solo nel presente della vostra posizione.
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Nella Adho Mukka Svanhasana anche la seconda gamba va indietro e raggiunge l'altra, entrambe si stendono. La schiena diventa un piano obliquo. Le braccia e le palme non si sono spostate da dove erano nella seconda e nella terza posizione. La testa pende verso il basso, le guance sono rilassate.
Entrambi i calcagni dovrebbero toccare a terra, ma anche qui non forzate in nessun modo. È come se tendenste in due direzioni cui si aggiunge quella delle anche che mirano verso il cielo.
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In Sashtanga namaskara i palmi delle mani son rimasti dove erano già dalla seconda posizione, le braccia si piegano per consentire al corpo di scendere. Questa posizione è anche conosciuta come la posizione in cui si toccano il terreno con ben 8 punti e questi sono rispettivamente: dita, ginocchia, torace, fronte e le mani.
Si vuotano completamente i polmoni espirando attraverso il naso e si ritrae lo stomaco nel farlo.
Per facilitare il passaggio in questa posizione si può inizialmente scendere lievemente con le ginocchia che toccano e assecondano la discesa.
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In Buhjangasana portate indietro il tronco per quanto possibile usando i muscoli della zona renale. Il peso è sorretto da polsi, mani, dita. Questa posizione dà grande vigore ai muscoli paravetebrali e allo stomaco. I
l miglioramento sarà graduale, non abbiate fretta di inarcare al massimo; c'è una prima versione facilitata per cui si lasciano gli avambracci a terra.
In questa fase si inspira.
Si ripassa poi alla posizione della montagna, per la posizione equestre (la quarta) con la gamba che prima era indietro, poi la terza, la seconda e di nuovo si torna con le mani davanti al petto.
Conosci le posizioni yoga per favorire il rilassamento?