Yoga: stereotipi e mistificazioni
Sebbene lo yoga sia sempre più diffuso, alcune false credenze sono “dure a morire”. Se rivedete negli stereotipi che vi proponiamo qualche amico, parente, collega non esitate a fargli leggere questo articolo: potrebbe ricredersi e intraprendere anche lui la via dello yoga!
Moltissime volte sul nostro sito vi abbiamo esortato a prendervi cura di voi stessi anche attraverso la pratica dello yoga. Sono moltissimi i benefici psico-fisici che questa disciplina apporta come sono innumerevoli i modi in cui può arricchire la vita di chi vi si dedica.
Questo articolo è dedicato a coloro che, seppur attratti, sono ancora reticenti; a coloro che “Sì, mi piacerebbe, ma…”; a coloro che si sentono frenati dal “Il mio amico/conoscente/vicino di casa mi ha detto che lo yoga…”: ebbene, in questa sede, vogliamo sfatare alcune delle false tendenze più comuni legate a questa disciplina, quelle che potremmo definire “le chiacchiere da parrucchiere” dello yoga.
Ogni praticante e ogni insegnante potrà divertirsi ad arricchire questa breve lista con la sua esperienza e magari contribuire a spazzare via alcune credenze basate unicamente sulla non-conoscenza.
"Lo yoga non fa per me perché…"
È questo l’incipit più comune dello scettico che molto spesso declina la sua obiezione secondo due varianti, che non sono altro che le facce di una stessa medaglia.
“PERCHE’ NON SONO SCIOLTO”: la prima cosa da mettere in chiaro è che considerare lo yoga unicamente nelle posizioni costituisce quella che è stata definita dal maestro Franco di Maria (Unione Induista Indiana) una “Sineddoche culturale, dalle più nefaste conseguenze. Un po’ come se qualcuno spacciasse – che so – l’acquacotta per la totalità della sconfinata gastronomia italiana”. Gli asana sono una parte, tra l’altro modestissima, dell’immenso universo yoga. Se l’unica cosa che il vostro corso di yoga vi dà è una sequenza di posizioni, non state seguendo un vero corso di yoga! Tra l’altro, volendo solo considerare il piano fisico, il non essere sciolto è un ottimo motivo proprio per INIZIARE a praticare! Sarebbe come dire “Un corso di nuoto non fa per me perché non so nuotare”: lo yoga non è un’arte circense e il suo fine non è il contorsionismo da cui, anzi, dovrebbe fuggire a gambe levate.
"PERCHÉ SONO UNA PERSONA TROPPO AGITATA/NERVOSA/DINAMICA": variante psico-emotiva del punto appena esposto. Proprio perché viviamo in una società che ci impone dei ritmi estremamente poco naturali e ad alti livelli, diviene vitale trovare uno spazio e un momento nel quale potersi fermare. La nostra mente non è un interruttore che accendiamo e spengiamo a nostro piacimento però attraverso lo yoga si può imparare a prendere consapevolezza di quanto accade dentro di noi al fine di gestirlo.
Lo stress e l’ansia sono causa di un alto numero di disturbi organici, oltre che di una bassa qualità della vita. Lamentarsene senza far nulla per rallentare e togliere il piede dall’acceleratore appare piuttosto sterile: arrivando al paradosso, lo yoga serve molto più al top manager di Manhattan che all’eremita sull’Himalaya.
La pratica Yoga per tutti
"Lo yoga plagia le persone"
Purtroppo questa è una critica abbastanza ricorrente tra i detrattori della disciplina. Proprio qualche tempo fa ha ottenuto una certa eco nell’ambiente l’articolo del Gazzettino di Treviso che accusa lo yoga di “Aver plagiato 1500 mogli”. Più in generale, molti soffrono il carattere, a loro dire, "settario" della disciplina dove dei (sedicenti) guru vorrebbero imporre un particolare regime alimentare o stile di vita ai propri allievi. Si dice che esistono tanti yoga quanti i maestri di yoga perché, seppur all’interno di una cornice comune, ogni insegnante tende a offrire quella che è la sua personale sintesi dello yoga, tanto nell’impostare una lezione quanto nella filosofia esistenziale.
Senza entrare in un discorso che potrebbe diventare molto spinoso, quello che si può affermare, a livello complessivo, è di non abbassare mai la guardia del proprio senso critico e di non fidarsi ciecamente di qualunque cosa ci venga detta. Il fatto poi che alcuni maestri oltrepassino il loro ruolo di insegnanti non significa che vada screditata tutta una categoria professionale: esistono pessimi scrittori così come ne esistono altri che hanno fatto sognare l’umanità. Ci vuole anche un pizzico di fortuna e di disponibilità a non smettere di cercare il corso giusto per noi.
"Lo yoga non serve a niente, sei solo seduto a pensare"
Quando mi capita di imbattermi in questa affermazione mi viene da rispondere mentalmente: “Correre sul tapis roulan SERVE a qualcosa?”: forse il punto del discorso non è l’utilità dall’attività, ma cosa si cerca in essa. Se si vuole dimagrire, serve eccome il tapis roulant, così come se si vuole migliorare la qualità della propria vita, lo yoga “serve”. Tra l’altro, molti maestri di yoga “occidentale” – e mi riferisco comunque all’Hatha, all’Ashtanga, al Kundalini primariamente, senza arrivare ai vari Yoga Fit e Power Yoga - enfatizzano (fin troppo a volte) proprio l’aspetto più fisico di questa disciplina. Gli asana sono statici, è vero, ma non significa che a livello muscolo-articolare non si fa facendo “nulla”; se non si vuole comunque rinunciare alla dinamicità, molte sequenze possono essere svolte attraverso questa modalità di esecuzione, in primis il celebre saluto al sole.
Per esigenze di spazio, ci fermiamo qui, con questi tre grandi “classici”. La finalità di questo articolo non è fare pubblicità alla yoga – che ne ha anche troppa - ma fare chiarezza e informare. E’ più che legittimo preferire il nuoto (per esempio) allo yoga o ritenersi onestamente più portati verso altre attività; il punto qui è quello di sradicare dei pregiudizi molto diffusi nella nostra società basati sull’ignoranza (intesa nel senso di “ignorare, non sapere”).
Pregiudizi che potrebbero privare voi stessi o chi è intorno a voi dell’opportunità di iniziare a praticare questa disciplina con tutti i benefici che essa racchiude in sé.
Yoga, quando ancora non era una moda
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