Hatha yoga: origini, pratica, benefici
L’Hatha Yoga, conosciuto anche come Yoga della forza, è una disciplina che agisce sul corpo fisico e sul corpo energetico, al fine di riportare equilibrio fra tutte le parti e condurre allo scopo ultimo di tutti gli approcci yogici: la liberazione in vita.
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- Significato dell'Hatha yoga
- Origini e filosofia dell'Hatha Yoga
- Le tecniche dell'Hatha Yoga
- I benefici dell'Hatha Yoga
- I maestri e le scuole di Hatha Yoga
- La pratica dellHatha Yoga i giorni nostri
Significato di Hatha Yoga
Hatha è un sostantivo sanscrito che significa vigore o forza, da cui deriva la classica traduzione di Hatha Yoga come Yoga della forza. Non è raro però sentir definire questa disciplina anche come Yoga del sole e della luna: Ha si riferisce infatti all’energia maschile del sole, Surya, che scorre nel canale energetico destro del nostro corpo, detto Pingala, mentre Tha ne rappresenta la controparte femminile e lunare, Chandra, presente nel canale energetico di sinistra, Ida.
Il canale centrale dove avviene la loro unione e lungo il quale l’energia della Kundalini-Shakti può risalire è la cosiddetta Sushumna, Ricondurre in armonia queste due polarità, riequilibrare le opposte energie Yin e Yang che animano ogni cosa, trascendere la dualità è dunque parte dello scopo dell’Hatha yoga.
Origini e filosofia dell'Hatha yoga
Le origini dell’Hatha Yoga sono antichissime: lo si fa risalire, insieme a Kundalini, Laja e
Mantra yoga, alla branca del tantrismo, secondo cui il mondo è un campo di energie sovrannaturali che animano ogni cosa e non esiste separazione tra il Principio Universale e ogni essere dell’Universo.
Il fondatore dell’Hatha Yoga è ritenuto essere Swami Goraknath, che visse intorno al XII secolo e, secondo la leggenda, fu allievo diretto di Matsyendra, nonché manifestazione del dio Shiva. A lui sono attribuite due opere: lo Hathayoga, non pervenutoci, e la Goraksasataka, che consta di 101 versi che descrivono i punti salienti della disciplina.
Tra i testi principali dedicati a questa dottrina, fondamentale è lo Hatha Yoga Pradipika, che letteralmente significa “la lanterna dello Yoga”, composto intorno al XV secolo d.C. da Swami Svatmarana, discepolo di Goraknath. Altri due testi classici di riferimento sono la Gheranda Samitha, il “compendio di Gheranda”, scritto nel XVII secolo, e la Shiva Samitha, “il compendio di Shiva”, che si sviluppa sotto forma di dialogo fra la divinità e la consorte Parvati.
Le tecniche dell'Hatha Yoga
L’Hatha Yoga si basa principalmente sull’esecuzione di posizioni (asana) e tecniche di respiro (pranayama) e per questo motivo lo si considera il capostipite di tutti gli stili di yoga più moderni, in cui l’aspetto fisico occupa gran parte della pratica.
In realtà, la connessione con gli aspetti più meditativi di questa disciplina è insita nello scopo dell’Hatha Yoga: nel verso iniziale dello Hatha Yoga Pradipika l’autore chiarisce che questa pratica ha come fine il raggiungimento del Raja Yoga, lo yoga reale, come descritto anche da
Patanjali.
Lo yoga è sempre il fine e il mezzo per raggiungere lo stato di beatitudine, il samadhi. In senso stretto, l’Hatha Yoga si compone di sette parti:
- satkarman, i sei atti purificatori (dhauti, vasti, neti, trataka, nauli e kapalabhati);
- asana, posizioni, spesso accompagnate dall’utilizzo dei bandha;
- mudra, gesti;
- pratyahara, ritiro dei sensi dagli oggetti esterni;
- pranayama, controllo del respiro e del flusso di energia;
- dhyana, concentrazione e meditazione su un punto;
- samadhi, stato di unione, in cui vengono meno le differenze fra colui che pensa, l’oggetto del pensiero e il pensiero stesso.
Rispetto ai testi precedenti, in cui le posizioni yogiche conosciute erano principalmente quelle meditative, nell’Hatha Yoga Pradipika sono descritte quindici posture fisiche, che ne comprendono otto sedute (fra cui svastikasana, siddhasana, virasana e padmasana) e una di rilassamento (savasana).
A queste vengono affiancate una serie di tecniche di respirazione o, per meglio dire, di controllo dei livelli di energia (prana) all’interno del corpo, perché si riconosce la stretta connessione tra corpo fisico e corpo energetico e l’influenza reciproca che questi due aspetti hanno.
Per garantire l’equilibrio e l’armonia fra le polarità è necessario uno sforzo tanto fisico quanto mentale, che possa gradualmente condurre alla libertà.
I benefici dell'Hatha yoga
Da quanto detto fino a qui, emerge chiaramente che la pratica dell’Hatha Yoga apporta al praticante benefici sia a livello fisico sia a livello mentale.
Nel primo caso, il lavoro di allungamento muscolare, mobilizzazione articolare e ossigenazione dei tessuti aiuta a prevenire e curare le principali problematiche fisiche, fra cui mal di schiena, dolori cervicali o fastidi lombari, derivati da cattive attitudini posturali, da sedentarietà o mancata consapevolezza corporea. A livello più sottile, favorisce l’eliminazione di tossine, rallenta i processi di invecchiamento e migliora il funzionamento interno degli organi e dei diversi apparati del corpo.
L’attenzione alla respirazione, in particolar modo alla respirazione diaframmatica, comporta al tempo stesso riscontri sul piano fisico e su quello mentale: allevia i sintomi e la percezione dello stress, risulta efficace contro disturbi depressivi, ansia e attacchi di panico e favorisce la
gestione delle emozioni e una maggiore capacità di concentrazione.
In generale, favorisce il cambiamento di alcune abitudini e apporta effetti positivi al benessere e alla salute del sistema corpo-mente, qualunque siano l’età e la condizione fisica di partenza, e fornisce strumenti e tecniche grazie ai quali l’individuo sia in grado, attraverso la pratica e
l’esperienza, di modulare le energie e ritrovare il proprio equilibrio psico-fisico.
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I maestri e le scuole
Svatmarama
Personaggio storico. Discepolo di Gorakhnath, vissuto nel XV secolo, e autore dello Hatha Yoga Pradipika, testo di riferimenti per tutti i moderni maestri di Hatha yoga.
Sivananda
Maestro contemporaneo. Maestro indiano nato nel 1887. Dopo avere esercitato per diverso tempo la professione di medico, cominciò una ricerca spirituale che lo portò ai piedi dell’Himalaya, nella città di Rishikesh, dove incontrò Swami Vishwananda Sararvati e iniziò la
sua vita da Sannyasin.
Sebbene raramente si sia spostato da Rishikesh, i suoi insegnamenti hanno fatto il giro del mondo, anche grazie al suo discepolo Devananda, al quale affidò il compito di diffondere lo yoga in Occidente: “C’è gente che ti sta aspettando”, furono le sue parole.
A Rishikesh oggi c’è la sede centrale della Divine Life Society, che è d’ispirazione per moltissimi centri di yoga in tutto il mondo.
Satyananda
Maestro contemporaneo. Discepolo diretto di Swami Sivananda, incontrò il suo Guru all’età di 19 anni e da allora si dedicò anima e corpo alla crescita spirituale. Dopo 12 anni trascorsi a Rishikesh, Satyananda intraprese un lungo viaggio attraverso India, Afghanistan, Burna, Nepal e Cylon e nel 1963 si stabilì nel Bihar (India), dove fondò l’International Yoga Fellowship movement e la Bihar School of Yoga, per aiutare le persone lungo il proprio cammino spirituale.
Oggi gli insegnamenti e il metodo sviluppato da Satyananda sono seguiti in tutto il mondo e i suoi discepoli proseguono il lavoro da lui intrapreso.
La pratica Hatha yoga ai giorni nostri
Benché l’Hatha Yoga si possa considerare la radice di tutti gli stili di yoga moderni, basati sull’esecuzione di asana sequenziate l’un l’altra, ai giorni nostri è facile che questa etichetta stia ad indicare una classe di yoga con un ritmo più lento, meno fluido, poco “flow”, in cui le posizioni vengono mantenute per tempi prolungati, si presta molta attenzione alle tecniche di
respirazione e i praticanti, anche poco esperti, possono avvicinarsi gradualmente al lavoro fisico ed energetico che lo yoga comporta.
A grandi linee, la struttura classica di una lezione di Hatha Yoga prevede:
- un momento di raccoglimento iniziale;
- un riscaldamento (es. alcuni cicli di Saluto al sole);
- la pratica di asana vera e propria (generalmente l’ordine vuole posizioni in piedi, estensioni indietro, torsioni, piegamenti in avanti e inversioni);
- un rilassamento finale e/o una parte di meditazione.
L’Hatha Yoga è stato variamente declinato nei diversi sistemi sviluppati a partire dagli insegnamenti di T. Krishnamacharya (Ashtanga Vinyasa Yoga, Iyengar Yoga, Vinyasa Krama) e ha assunto caratteristiche diverse in tutti i successivi approcci, ancora più fisici, intensi e occidentali della pratica (Power Yoga, Prana Flow, Rocket Yoga, Forrest Yoga, Dharma Yoga, Bikram Yoga, Anusara Yoga e via dicendo).
Per quante sfumature e differenti modalità di esecuzione si possano incontrare, la radice dello yoga e il punto di origine a cui fare ritorno è sempre quello che conduce a un cammino di scoperta, di consapevolezza e di piena presenza.
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