Camminare: perché, come e dove
Un passo dopo l'altro. Ogni giorno, di fatto i piedi muovono i loro passi nel vuoto e si assestano su una superficie che, se è asfalto, non dà stimoli che invece sarebbero necessari. Vediamo meglio cosa significa camminare e quando farlo può esser persino terapeutico
Camminare fa bene al sistema cardiaco, a patto che lo si faccia a passo leggermente spedito. Recenti risultati dell'Università Pierre e Marie Curie di Parigi evidenziano come la capacità di gestire la velocità del passo sia strettamente legata alla salute del cuore.
Al di là del ritmo, quanto si dovrebbe camminare? Una raccolta dati fatta dal Journal of Physical Activity and Health descrive con precisione il numero dei passi: gli uomini dai 18 ai 50 dovrebbero fare 12.000 passi al giorno, superati i 50 dovrebbero arrivare agli 11.000. Le donne dai 18 ai 40 sui 12.000 passi al giorno; 11.000 per quelle dai 40 ai 50; 10.000 per quelle dai 50 ai 60 e 8.000 oltre i 60 anni.
Camminare: come?
Camminare significa cadere nel vuoto con sapienza. Di fatto, quando ci si sposta nello spazio, si cade. È uno dei principi base di qualsiasi laboratorio teatrale possiate aver fatto o farete mai. Non si cerca in avanti con il piede, al massimo ciò accade nella danza classica o moderna o contemporanea, quando la punta arriva e poi il centro si muove e tutti gli arti danno sostegno alla morbidezza fatta corpo.
Nel nostro quotidiano camminare, sarebbe già molto tenere il pube in presenza e ricordarsi che è il centro che si sposta, non la testa.
Nella nostra azione del darsi allo spazio potremmo tenere in grande considerazione le dita dei piedi, anche se stanno chiusi nelle scarpe, e trovare poi tutti i modi possibili per fare in modo che restino attive (sulla roccia al mare, a terra quando siamo in casa, magari sopra a una pallina da tennis).
Camminare bene quindi ha molto a che fare con l'imparare a cadere. Non sprofondare, non rovinarsi avampiede e mesopiede contro l'asfalto. E si tratta di asfalto, di fatto, quindi una superficie che non è disconnessa e non stimola il piede a lavorare sfruttando tutta l'intelligenza motoria di cui è dotato.
Come si conigua la camminata con la respirazione di tipo yogico?
Camminare: dove?
Sarebbe bene camminare in spazi lontanti da troppo inquinamento e magari approdare in qualche parco dove, se la temperatura ce lo consente, togliere le scarpe e camminare a piedi scalzi.
Esistono vere e proprie meditazioni camminate e non è un caso che molti luoghi sacri siano dotati di chiostro. Non è un caso che il pellegrinaggio sia legato alla spiritualità e la metafora dell'andare dentro se stessi sia perfettamente allineata con lo spostarsi anche fisicamente, fare grandi distanze e trovarsi.
Percorrere molto anche in termini spaziali ci ricorda che siamo qui per un dato tempo e attraversiamo stagioni e giorni, ma di fatto siamo infiniti.
In che senso? I passi che abbiamo mosso forse sono già stati solcati, la distanza che immaginiamo può contemplare cambi di rotta che ci dirottano tra le braccia di ciò di cui nemmeno pensavamo di aver bisogno.
Consigli per camminare bene
Correggere difetti di postura con lo yoga o altre discipline simili ci permette di contattare meglio l'appoggio del piede, gustarne l'intera rollata.
Anche ritrovarsi a compiere esercizi a terra che sono in grado di darci maggiore familiarità con il nostro osso sacro, con il bacino tutto è fondamentale.
Avere addominali tonici è poi essenziale per fortificare il passo e renderlo, preciso, per migliorare la postura e garantirci un "atterraggio" sicuro e agile.
In generale, avere grande cura dei muscoli ci consente di potenziare la loro funzione di sostegno, riscaldamento e protezione delle ossa. Ne beneficia, ovviamente, tutto il passo.
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Per approfondire:
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