Decaffeinato o no? Il caffè e gli effetti della caffeina
Ci sveglia o ci droga? Stimola il metabolismo o lo altera? Quali sono gli effetti della caffeina sul corpo e quali sono le alternative migliori nell'ambito del decaffeinato
Il caffè si considera decaffeinato quando contiene meno dello 0,1% di caffeina. In generale, 8 mg di caffeina, a differenza dei 110 mg di una normale "tazzuriella", sono presenti anche nel decaffeinato.
I processi di decaffeinizzazione
Il primo tentativo riuscito di decaffeinizzazione avvenne nel 1905, quando Ludwig Roselius mise a punto il processo di separazione della caffeina dai chicchi.
Quattro sono i processi che si usano per estrarre la caffeina e si distinguono in base al tipo di sostanza usata:
- Con acetato di etile. La caffeina viene estratta lavando il caffè crudo con etile acetato;
- Con cloruro di metilene. La caffeina viene estratta lavando il caffè con diclorometano, un solvente chimico che evapora naturalmente a temperature superiori a 40°C;
- Con anidride carbonica. I chicchi vengono lavati con biossido di carbonio che agisce da solvente per la caffeina;
- Con acqua. I chicchi son trattati con un estratto acquoso saturato di sostanze solubili al caffè, diverse dalla caffeina. Nel decaffeinato "ad acqua" sono tra l'altro presenti diterpeni (reticolo, fiotto) e cafestolo, ad alto potere antitumorale.
C'è da tener presente che l'estrazione che avviene con solventi organici impoverisce il caffè maggiormente e lo rende potenzialmente tossico.
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Divieto assoluto di caffè
Che sia decaffeinato o no, è bene evitare il caffè in gravidanza perché si tratta di uno stimolante in grado di attraversare la barriera placentare, con il rischio di turbare gli equilibri madre/feto, in buona parte legati a flussi di sangue placentari che non devono esser sottoposti ad alterazioni artificiali.
Essendo la caffeina in grado di attraversare la barriera ematoencefalica, si deve evitare anche in fase di allattamento onde evitare rischi per il neonato. Un gruppo di ricercatori svedesi ha trovato una relazione di causa-effetto tra un consumo elevato di caffeina e il basso peso dei bebè alla nascita. L’Organizzazione Mondiale della Sanità consiglia alle donne incinte di non andare oltre i 300 mg di caffè al giorno, che equivalgono più o meno a due tazzine di moka.
La caffeina e il corpo umano
Per avere un'idea della quantità di caffeina che ingeriamo facciamo degli esempi pratici. Un caffè espresso al bar (25 ml) ne contiene 110 mg, come un cappuccino (125 ml). Un caffè preparato in casa (45 ml) ne ha 95 mg. Una bevada energetica generica (250 ml) ne contiene 70 mg. Il caffè solubile (125 ml) 54 mg; un tè caldo (200 ml) 36 mg; una bevanda alla cola (250 ml) 24 mg.
La caffeina è uno stimolante metabolico e cardiaco, diuretico, lassativo e lipolitico. La soglia da non superare è di 400 mg al giorno, onde evitare palpitazioni, insonnia, tremori, ansia e manifestazioni di stress. E' anche vero che la sensibilità alla caffeina è un fattore che può variare molto da persona a persona, anche in funzione del peso e dell'età.
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