La frutta di luglio
In luglio la frutta è al massimo di produzione con molteplici sfumature di colore e sapore. Andiamo a conoscere quali frutti di luglio sono pronti per la raccolta e scopriamo più in profondità le infinite proprietà di due frutti meno conosciuti: il gelso e il sambuco...
di Mira Tonioni
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In luglio la frutta è ricca e prospera nei nostri climi italiani.
Il corpo umano in questa stagione estiva ha bisogno di molta acqua e tanti sali minerali e vitamine per rispondere al caldo e combattere il rischio di andare incontro alla disidratazione.
Per questo motivo la natura ci viene in aiuto fornendo già da luglio i frutti più ricchi acqua e sostanze nutritive.
Il cesto di raccolta potrà quindi essere riempito con molte diverse varietà di albicocche, pesche e susine che hanno tutte sfumature di gusto e di colore molto variegate e decisamente molto apprezzabili; queste le abbiamo conosciute meglio nella frutta di giugno.
A luglio continuano a essere presenti per la raccolta gli ultimi frutti rossi come le ciliegie e le fragole.
Come primizie arrivano i frutti precoci di angurie e di meloni che dai campi più esposti ai caldi raggi del sole possono maturare e arrivare così sulle nostre tavole già da luglio.
Nel bosco cominciano a prendere la maturazione i primi mirtilli, ribes e lamponi per poi esplodere della massima produzione ad agosto.
Due frutti meno conosciuti e meno reperibili sono il gelso e il sambuco che a luglio possiamo trovare pronti per la raccolta e visto la loro ricchezza in proprietà benefiche e salutare vale la pena ricercare presso i contadini e i mercati rurali.
Andiamo a conoscerli più da vicino.
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Quando ci si riferisce al gelso, generalmente parliamo del Morus nigra e Morus alba, anche se nel genere Morus esistono altre piante in grado di produrre frutti conosciuti come gelsi (ad esempio il gelso da carta - Broussonetia papyrifera).
Il gelso nero è un albero usato per lo più a scopo ornamentale, vigoroso ed imponente, capace di raggiungere anche i 20 metri di altezza. È probabilmente originario della Mesopotamia ma in seguito, attraverso la Persia e la via della seta, si è diffuso in Asia Centrale, in Cina e in Europa.
Il suo frutto è una drupa molto dolce e saporita, di difficile commercializzazione a causa della delicatezza, e quindi più adatta alle cucine locali che ai grandi mercati.
Il gelso bianco è un po' più grande di quello nero, produce una bacca più soda, rossastra, meno saporita.
Le foglie di gelso bianco sono da sempre usate per allevare i bachi da seta attività molto simpatica da praticare con i bambini per far conoscere il mondo degli insetti.
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I gelsi sono coltivati a scopo ornamentale, per compattare terreni friabili, per l'allevamento dei bachi da seta ghiotti delle loro foglie e infine a scopo alimentare e fitoterapico.
Le more di gelso nero sono ricchissime di vitamina C (45% circa) di ferro (14%) ed hanno buoni livelli di riboflavina.
In Sicilia è frequente imbattersi nella granita di gelso nero ma in realtà questa ricetta ha origine molto antiche poiché presente in Persia già da secoli.
Le more di gelso bianco contengono molti meno zuccheri ed in genere vengono caramellate in forno per dar loro un sapore più intenso.
Secondo varie medicine tradizionali i gelsi bianchi rinforzano il sangue, aiutano a trattare diabete, costipazioni, febbre, malditesta.
La radice essiccata di gelso bianco è usate per le proprietà antibatteriche (kwanon G), antileucemiche (mulberrofuran G) e capaci di abbassare il livello di acido urico nell'organismo (moracina M).
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Un altro albero dalle proprietà interessanti largamente diffuso sul territorio italiano è il sambuco Sambucus nigra.
A differenza dei gelsi, parliamo di un albero dalle dimensioni contenute, che non supera mai i sei-sette metri d'altezza e che desta interesse per i suoi profumatissimi fiori bianchi, utilizzati in primavera, e per gli attraenti grappoli di bacche nere violacee, che si possono raccogliere a partire dalla fine di luglio.
È una pianta nota in tutto il mondo antico sia per le proprietà benefiche, che per quelle venefiche (eccezion fatta per frutti e fiori, il resto dell'albero è tossico), che per un'aura mistica che si porta dietro: sacro ai druidi, si dice che le driadi abitassero le sue cavità e che avesse il potere di proteggere le case e i terreni.
Ancora oggi in Europa dell'Est l'albero è al centro di riti e sacrifici bucolici a scopi rigenerativi, per celebrare gli equinozi.
Proprietà e uso della tintura madre di sambuco
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È anzitutto importante che le bacche utilizzate del sambuco siano totalmente mature, in modo da ridurne al massimo la tossicità; in genere sono utilizzate per produrre confetture, salse, sciroppi e creme.
Le bacche sono ricche di vitamine (A, C, gruppo B) e minerali, ma anche di acido viburnico, oli essenziali e tannini.
Sono ideali come integratori naturali, specialmente se messe da parte per l'inverno.
È riportato che aiutino in casi di reumatiti e di infiammazioni ai nervi.
I fiori invece sono noti come diuretici ed espettoranti, comunemente usati essiccati o messi in infusione nell'acqua. Aiutano in caso di febbre (inducono sudorazione) e contro problemi respiratoti come asma, tosse, raffreddori. Possono venire anche messi nella vasca da bagno, risultando d'aiuto per aiutare nervi tesi o infiammati.
L'uso delle foglie, sia interno che esterno, va delegato agli esperti poiché queste parti della pianta contengono numerosi alcaloidi e glicosidi cianogenetici: se usate con scienza, hanno proprietà emollienti, antinfiammatorie, purgative, espettoranti, diuretiche.
Il succo di sambuco ha molte proprietà ed è sopratutto utilizzato come antiossidante per eccellenza proprio grazie alla grande ricchezza di antociani che contiene; questi sono ingrado di combattere i pericolosi radicali liberi e così facendo diminuiscono i processi di invecchiamento cellulare, combattono la fragilità capillare e ostacolano i processi di ossidazione che sono alla base di infiammazioni e alterazioni pre-cancerogene.
Il risultato è che il succo di sambuco è un prodotto sicuramente ottimo per la prevenzione alla nostra salute!