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Assenzio, la pianta per i disturbi della digestione

L'assenzio non è solo un liquore, ma una pianta preziosa ed efficace nel curare i disturbi legati alla cattiva digestione, vediamo come usarla con le dovute precauzioni

Assenzio, la pianta per i disturbi della digestione

L’Artemisia absinthium L., volgarmente nota come assenzio, è una pianta perenne le cui foglie argentate crescono in zone sassose e lungo i muri, dal sapore amaro e ampiamente utilizzata per diversi disturbi legati al sistema digerente. Veniva già utilizzata nella Grecia di Ippocrate e nell'antico Egitto per questo scopo, oltrechè come tonico.

Assiri e Babilonesi la usavano ugualmente per combattere malesseri derivanti dallo stomaco pigro. Molto più noto è il suo utilizzo, nato alla fine del '700, come ingrediente nell'omonimo fortissimo liquore color smeraldo: diventò in breve la bevanda preferita da artisti e poeti maledetti per la sua capacità, derivante dagli oli essenziali che contiene, di euforizzare e come afrodisiaco.

 

L'assenzio in fitoterapia

Oggi, al di là dell'alcool, possiamo apprezzarne le proprietà in fitoterapia: se ne usano le foglie e le sommità fiorite sia sotto forma di estratti secchi, triturati o in polvere, sia liquidi, come la tintura madre.

Agisce come:
> coleretico,
> colagogo (favorisce la secrezione biliare),
> eupeptico (facilita la digestione),
> emmenagogo (favorisce e regola il flusso mestruale, soprattutto in caso di amenorrea),
> febbrifugo,
> epatoprotettore,
> vermifugo
> antisettico.

 

Inoltre la droga è anche consigliata in caso di:
> inappetenza,
> iposecrezione biliare,
> vomito nervoso o nausea causata dal mal di mare,
> parassitosi intestinale (veniva anche chiamato "l'erba dei vermi"),
> dissenteria,
> infiammazioni delle mucose del tratto gastro-intestinale e acidità di stomaco.

Come visto, le sommità fiorite e le foglie vengono ridotte in polvere e usate in molti preparati curativi, ma anche per comporre liquori, amari e aperitivi.

Tra i principi attivi del fitocomplesso vi sono: absintina (lattone sesquiterpenico), flavoni, olio essenziale (che contiene tujone e tujolo, sostanze dall’elevata tossicità che agiscono a livello del sistema nervoso centrale), acido ascorbico e tannini.

 

Come preparare la tisana all'assenzio

La droga è utilizzabile sia sotto forma di estratto fluido o anche secco, acquistabile in erboristeria, diventando infuso o tisana.

Ecco cosa prevede la ricetta della tisana all'assenzio:

Ingredienti:

> 5 o 6 sommità per ogni litro di acqua.

Preparazione: Si porta a ebollizione l'acqua, si versa la droga, si lascia a riposo per circa tre o quattro minuti.

Uso: si usano 2 o 3 tazzine da caffè al giorno. Come vermifugo va preso a digiuno, mentre sarebbe utile consumare la tisana circa trenta minuti prima dei pasti in caso di inappetenza; dopo i pasti in caso di disturbi digestivi.

L'unico difetto è che la tisana base di assenzio è particolarmente amara, quindi si preferisce usare la pianta come estratto fluido: 20-30 gocce in acqua mezz'ora prima o dopo i pasti.

 

Controindicazioni ed effetti collaterali

Trattandosi di una pianta con diversi principi attivi tossici, è consigliato utilizzarla con estrema cautela e non senza aver consultato uno specialista.

A dosaggi terapeutici, la somministrazione della droga non deve protrarsi a lungo nel tempo; non si usa in caso di allattamento o gravidanza, ulcere, infezioni ginecologiche.

I principali effetti collaterali annoverati nella letteratura scientifica sono:
> vomito,
> ipotensione,
> diarrea,
> diminuzione del ritmo cardiaco,
> spossatezza.

Curiosità: anche l'artemisia, molto usata in fitoterapia, fa parte della famiglia dell'assenzio.

 

Altri consigli naturali per combattere la digestione difficile

 

Per approfondire:

> Tutte le proprietò e i benefici dell'assenzio

Gli effetti dell'assenzio